La galassia degli enti della Regione: tutti gli stipendi di manager e consulenti. Zaia annuncia il riordino/il rapporto
«Accendiamo la luce», aveva detto nel 2010 Luca Zaia appena eletto a Palazzo Balbi. Due anni dopo, il governatore del Veneto presenta la “galassia regionale”, ossia tutti i dati degli enti strumentali. Dipendenti. Dirigenti. Costi. Entrate. Uscite. Anche le spese per le consulenze. Un rapporto di 150 pagine che dà una “fotografia” completa delle aziende di Palazzo Balbi e che consente adesso di procedere con i tagli, gli accorpamenti, le riorganizzazioni. «Sarà il consiglio regionale, cui compete la programmazione, a decidere la riorganizzazione degli enti – dice Zaia – Da parte nostra, come giunta, abbiamo dato una serie di parametri». I criteri li indica la delibera approvata ieri mattina dall’esecutivo di Palazzo Balbi.
Sono principi generali (riduzione degli oneri, fusioni, accorpamenti) che comunque indicano la via: basta con i doppioni, basta con gli enti che non sono funzionali all’attività amministrativa, basta con le spese che possono essere evitate. Adesso bisogna passare ai fatti, usare la forbice, ma va dato atto che un quadro così completo finora mancava. Adesso, ad esempio, si sa che la “galassia” degli enti della Regione Veneto costa mezzo miliardo di euro all’anno».
Mezzo miliardo di euro all’anno. «E in questa cifra – spiega il governatore – sono compresi i 6,2 milioni di euro delle indennità e dei gettoni di presenza pagati ai consigli di amministrazione, ma anche i 9 milioni di euro delle consulenze attribuite dai vari enti, così come i 200 milioni di euro di stipendi pagati ai 4.801 dipendenti. «Non intendiamo mettere alla gogna i dipendenti e nemmeno gli amministratori – dice Zaia – ma adesso possiamo decidere come riorganizzare e razionalizzare. Non dimentichiamo che il primo guadagno è il risparmio».
Qualcosa è già stato fatto o programmato. La Scuola regionale veneta per la sicurezza e la polizia locale è stata commissariata. Per Veneto Agricoltura è stato presentato un disegno di legge che rivede le funzioni. Le sette Ater resteranno, ma non ci saranno più sette corposi consigli di amministrazione. L’ultima riforma riguarda gli enti Parco. Alla delibera approvata ieri sul riordino è allegato il voluminoso rapporto – 150 pagine – sugli enti strumentali. Per ogni azienda – dall’Arpav allo Zooprofilattico, da Veneto Lavoro ad Avepa e Veneto Agricoltura, passando per le Ater, gli Esu, i Parchi, il Corecom e i vari Consorzi – è disponibile una scheda con i riferimenti normativi, le funzioni, i controlli. Seguono le tabelle sulle entrate e sulle spese, con la distinzione ad esempio tra il personale e i dirigenti di nomina politica o fiduciaria. Per ogni ente c’è il numero di dipendenti e il patrimonio immobiliare.
Prendiamo Avepa: nel 2011 l’Agenzia veneta per i pagamenti in agricoltura ha avuto 36,6 milioni di entrate e 34 milioni di uscite. Il personale è costato 21,6 milioni, di cui poco più di 150mila euro per il direttore (qui la tabella ha un refuso: indica 300mila euro perché è stata erroneamente sommata la paga dell’ex direttore Fausto Luciani, in carica fino al 30 novembre scorso, con quella del subentrato, da dicembre, Fabrizio Stella – «È un refuso», è stato chiarito ieri a Palazzo Balbi). Le consulenze date da Avepa nel 2011 hanno comportato una spesa di 27mila euro. Niente al confronto di Arpav con consulenze per 103.500 euro o dello Zooprofilattico, 895mila euro di cui 710mila vincolati per progetti di ricerca.
Per non dire dell’Arss che – pur commissariata – tra consulenze, collaborazioni occasionali, cococo e borse di studio ha speso 435mila euro. Ma in fatto di incarichi e consulenze non se le cavano male neanche le Ater: quella di Padova ha speso 625mila euro, quella di Verona 418mila, Venezia 349mila, Rovigo 217mila, Treviso 148mila, Vicenza 30mila, Belluno è fanalino di coda: si è accontentata di meno di 15mila euro.
La galassia degli enti: tutti gli stipendi di manager e consulenti/ Il rapporto
Il governatore Zaia annuncia il riordino del sistema che costa ogni anno 500 milioni di euro: «Ma nessun taglio alla sanità»
«Sulla base di un’attenta ricognizione effettuata sull’attività gestionale degli enti strumentali della Regione, la giunta ha approvato un documento che individua i criteri e i principi di indirizzo da seguire per il riordino e la razionalizzazione di questi stessi enti». Lo ha reso noto oggi il presidente della Regione Luca Zaia.
«Un lavoro che non era mai stato fatto in maniera così puntuale – ha detto il governatore – e che ci permette di avere un quadro preciso di quali sono questi enti strumentali, il personale impiegato, il costo. Indichiamo anche i parametri per una riorganizzazione, nella piena tutela dei posti di lavoro. Il tutto sarà trasmesso al Consiglio regionale perché decida come e dove intervenire. In ogni caso, delle decisioni dobbiamo prenderle. Se anche il governo Monti avesse messo mano ad un’operazione del genere per quanto riguarda l’apparato statale, probabilmente i tagli da apportare alla spesa pubblica sarebbero stati minori».
Zaia ha fatto presente che attualmente gli enti strumentali della Regione impiegano 4801 dipendenti per una spesa annuale complessiva di circa mezzo miliardo di euro, di cui 200 milioni per gli stipendi, 6,2 milioni di indennità per il funzionamento degli organi, 9 milioni in consulenze. «E’ su questo quadro d’insieme – ha aggiunto – che ora la Regione è chiamata a razionalizzare. Il primo guadagno è infatti il risparmio».
Zaia ha posto l’accento sulla questione dei tagli del governo, soprattutto alla sanità. «Non sono andato alla riunione di oggi a Roma sulla “spending review” – ha detto – perché non c’era nulla da contrattare. Questo governo ha come filosofia aziendale quella di non avere il coraggio di tagliare gli sprechi. La sanità veneta è la più virtuosa e il Veneto ha già fatto la sua “spending review”, ma si vede sottoposto alla stessa scure di altre Regioni che hanno voragini per quanto riguarda la spesa sanitaria. Siamo d’accordo che bisogna tagliare, ma non in maniera orizzontale; vanno stabiliti dei principi, a partire dall’introduzione dei costi standard. Il modo di procedere di questo governo di tecnici è invece poco rispettoso del Veneto e noi non ci stiamo. Non cederemo di un millimetro sulla sanità, perché è una questione di equità. Monti aveva parlato di rigore, equità e crescita per il Paese, ma finora abbiamo visto solo rigore».
Da segnalare nel rapporto la presenza di un refuso: nella scheda di Avepa è stato sommato lo stipendio dell’ex direttore con quello del nuovo dirigente che è subentrato a dicembre 2011. L’esborso è quindi la metà.
Il Gazzettino – 4 luglio 2012