Michele Bocci, Repubblica. Un numero alto, che racconta di quanto stia correndo Omicron in Italia ma anche di come il tracciamento dei casi sia in grande crisi, talvolta proprio saltato. Ci sono decine di migliaia di cittadini, se non centinaia di migliaia a sentire alcuni esperti, che hanno il tampone negativo ma si trovano ancora in isolamento.
In questi giorni l’Italia ha raggiunto 2 milioni di attualmente positivi. Si tratta di un numero altissimo, che però equivale al totale dei nuovi casi registrati nelle ultime tre settimane: cioè 1 milione e 100 dal 3 al 9 gennaio, 680 mila dal 27 dicembre al 2 gennaio e 258 mila dal 20 al 26 dicembre. In tutto 2 milioni e 47 mila. Visto che a 21 giorni dalla prima positività si esce automaticamente dall’isolamento, senza bisogno di fare il tampone, tutti coloro che hanno ricevuto la diagnosi prima del 20 dicembre non entrano nel numero degli attualmente positivi.
«Non è possibile che praticamente nessuno dei 2 milioni di italiani che è risultato infetto dopo il 20 dicembre non sia stato ancora liberato — spiega l’epidemiologo Pier Luigi Lopalco — È evidente che è saltato il tracciamento. Può darsi che molti siano già fuori di casa ma il sistema non li abbia ancora eliminati dal conto dei positivi». Nei 2 milioni ci sono però anche persone che non hanno ancora ricevuto dalla Asl il certificato che interrompe la quarantena oppure non hanno avuto il rinnovo del Green Pass da parte del ministero alla Salute. E quindi sono bloccati in casa, non possono così tornare a scuola o al lavoro.
«Per avere un numero credibile, bisogna secondo me prendere in considerazione solo i contagiati negli ultimi dieci giorni», dice Lopalco. Si tratta di 1 milione e 450 mila persone. Se fossero vere le stime, nel conto degli attualmente positivi ci sarebbero dunque mezzo milione di cittadini di troppo.
Se anche il numero reale delle persone isolate fosse di un milione e mezzo, però, sotto un altro punto di vista ci sarebbe comunque una sottostima. Gli esperti hanno sempre sostenuto che i positivi scoperti sono molti meno di quelli reali, tra casi asintomatici oppure persone con pochi sintomi che non fanno il test. E visto quello che è successo con l’esplosione di Omicron, che ha portato a un’enorme richiesta di tamponi, è probabile che in molti non abbiamo fatto l’esame.
Secondo un altro epidemiologo, Carlo La Vecchia dell’Università di Milano, il numero reale degli infetti sarebbe triplo rispetto a quello attuale, cioè tra i 4,5 e i 6 milioni di italiani a seconda di quale dato di partenza si considera. «Al risultato arrivo dimezzando la positività ai tamponi, comunque siamo sempre lì, gli italiani contagiati potrebbero essere un decimo del totale. Una delle ragioni della sottostima dei numeri è nei problemi del tracciamento. Se non si vanno a cercare i contatti, si trovano infatti meno nuovi positivi. Anche i paucisintomatici, che magari hanno solo due giorni di raffreddore, in questi momenti difficili non fanno il test». Per La Vecchia va bene così: «Non dobbiamo pensare agli asintomatici ma in primo luogo a chi ha problemi così gravi da finire in ospedale. Adesso la malattia ha manifestazioni cliniche meno pesanti ma i numeri in crescita rischiano di bloccare i reparti ».