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La laurea non è più uno scudo contro la disoccupazione

La crisi ha drammaticamente sottolineato come la laurea non costituisca più un valido scudo contro la disoccupazione giovanile, né garantisca, rispetto ai diplomati, migliori condizioni di occupabilità e remuneratività. E’ quanto emerge dal 46° rapporto Censis sulla situazione sociale dell’Italia nel 2012.

Con il prolungarsi della crisi e dei suoi effetti sull’occupazione e sul benessere delle famiglie, cominciano a emergere segnali di riposizionamento dei giovani rispetto alle scelte di studio e di lavoro. Nel corrente anno scolastico è aumentato dell’1,9% rispetto all’anno precedente il peso delle preiscrizioni agli istituti tecnici e professionali. Le immatricolazioni all’università sono diminuite del 6,3% e i dati provvisori relativi al 2011-2012 segnano un’ulteriore contrazione del 3%.

Sul versante dei percorsi universitari a valenza tecnicoscientifica, invece, i gruppi agrario, chimico-farmaceutico, geobiologico, ingegneria, scientifico si connotano per un differenziale positivo del 2,7%, essendo il loro peso percentuale sul totale degli immatricolati passato dal 26% al 28,7%.

I giovani che hanno deciso di completare la loro formazione superiore all’estero sono aumentati del 42,6% tra il 2007 e il 2010. Con un significativo sacrificio delle famiglie: nell’ultimo anno il 30,3% ha sostenuto costi aggiuntivi scolastici, il 21,5% per un figlio senza lavoro, il 16,1% per un figlio che frequenta una università italiana e il 5,6% per una università straniera.

ItaliaOggi – 7 dicembre 2012

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