E’ stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.300 del 29 dicembre la legge di stabilità 2015, legge 190 del 23 dicembre 2014, la prima del Governo Renzi. Per la sanità questa legge di stabilità mantiene, per il momento, i “grandi numeri” del Patto per la Salute: 112.062.000.000 euro per l’anno 2015 e in 115.444.000.000 euro per l’anno 2016. Compresa la clausola che eventuali risparmi nella sanità restino a disposizione del comparto per nuovi investimenti e migliorie dell’assistenza. Ma c’è la grande incognita dei tagli ai bilanci regionali: 4 miliardi l’anno come contributo al contenimento della spesa pubblica che le Regioni dovranno risparmiare senza intaccare i livelli essenziali di assistenza. La legge, tra le altre misure in campo sanitario, introduce nuove norme in materia di riordino degli Istituti zooprofilattici sperimentali e di organizzazione dei Dipartimenti di prevenzione delle Asl, con riferimento alla qualificazione delle strutture complesse anche in ambito veterinario. Il testo
Riordino degli Izs – termini e commissariamenti
I commi dal 576 al 581 si occupano del riordino degli Istituti zooprofilattici sperimentali. Le Regioni dovranno provvedere ad adottare le disposizioni applicative della normativa di riordino degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge di stabilità (comma 576). In caso di mancato rispetto del termine di cui sopra, il Ministro della salute provvede alla nomina del commissario dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale (commi 577 e 578). Le Regioni e le Province autonome dovranno provvedere alla costituzione dei nuovi organi degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali entro sei mesi dall’entrata in vigore delle leggi regionali (comma 579). In sede di prima applicazione delle leggi regionali, in caso di mancato rispetto di tale termine, si applicano le disposizioni dei commi 577 e 578 e cioè l’Izs viene commissariato.
Dipartimento di prevenzione – strutture complesse
Il comma 582 è invece dedicato ai Dipartimenti di prevenzione. L’articolazione delle aree dipartimentali di sanità pubblica, della tutela della salute negli ambienti di lavoro e della sanità pubblica veterinaria rappresenta il livello di organizzazione chele Regioni assicurano per garantire l’esercizio delle funzioni comprese nei livelli essenziali di assistenza. Le strutture organizzative dedicate a: igiene e sanità pubblica;igiene degli alimenti e della nutrizione; prevenzione e sicurezza degli ambienti di lavoro; sanità animale; igiene della produzione, trasformazione, commercializzazione, conservazione e trasporto degli alimenti di origine animale e loro derivati; igiene degli allevamenti e delle produzioni zootecniche dovranno essere “possibilmente” individuate quali strutture complesse.
La partita dei tagli alla sanità
La vera partita sui tagli temuti da molti alla sanità si giocherà tutta qui. In un lasso di tempo ristretto, perché entro il 31 gennaio 2015 Regioni e Governo dovranno trovare un’intesa formale in Stato Regioni su come modulare i tagli e conseguentemente su come rideterminare i livelli di finanziamento negli ambiti della spesa pubblica toccata dai risparmi. Se non si raggiungerà l’intesa scatta la clausola di salvaguardia che consentirà al Governo di decidere come e dove tagliare, “considerando anche le risorse destinate al finanziamento corrente del Servizio sanitario nazionale”.
Le Regioni hanno sempre detto che senza toccare la sanità sarebbe stato molto difficile raggiungere 4 miliardi l’anno di tagli e questo basandosi sul fatto che la sanità costituisce il 70% della loro spesa corrente. D’altra parte nei bilanci regionali le voci alternative oggetto di possibili risparmi non mancano considerando che in tutto, tra spese correnti e per investimento (esclusi comunque sanità, mutui e prestiti e partite di giro varie), restano quasi 100 miliardi di spese su cui intervenire (dati Istat).
Per il resto sono moltissime le novità di questa legge di stabilità in campo sanitario. Dal nuovo fondo per i farmaci innovativi alla fine dei Presidenti regionali-Commissari ad acta. Dal registro dei donatori per l’eterologa alla revisione del Prontuario farmaceutico del Ssn. Dalla bonifica dei siti inquinati dall’amianto al sostegno alle paraolimpiadi. E poi la previsione di nuove competenze per le professioni sanitarie non mediche e una clausola in deroga alle norme vigenti che consente le richieste di aspettativa da parte di personale medico o paramedico che intenda prestare la propria opera nei Paesi del continente africano attualmente interessati dal fenomeno del virus Ebola.
Ma non basta. Per la prima volta si prevede la possibilità di produrre farmaci monodose per gli ospedali e si agganciano ancor più strettamente al raggiungimento dei Lea le verifiche sull’operato dei direttori generali di Asl e ospedali. Per il pubblico impiego, sanità compresa, cambia poco. Anzi trovano conferma il blocco dei contratti e vengono reiterate sostanzialmente tutte le norme di “congelamento” dello status quo retributivo. Viene poi abolito il limite di 65 anni che vedeva i farmacisti titolari di farmacia costretti ad andare in pensione e vengono previsti nuovi meccanismi di controllo per la spesa per dispositivi medici basati sul costo-beneficio (clicca qui per leggere nel dettaglio le misure sulla sanità).
E’ indubbio, tuttavia, che gli occhi saranno tutti puntati su cosa accadrà entro il prossimo 31 gennaio. Le Regioni riusciranno a tagliare 4 miliardi dei loro bilanci senza toccare la sanità? Non ci vorrà molto per scoprirlo.
30 dicembre 2014 (a cura ufficio stampa Sivemp Veneto e Quotidiano sanità)