Roberto Petrini. Il governo Renzi gioca la carta del taglio delle tasse per riprendere per i capelli una economia ormai in recessione da tre anni e porta la “Finanziaria” a quota 36 miliardi. La legge di Stabilità varata ieri dal consiglio dei ministri destinerà 18 miliardi al taglio delle tasse (“Un fisco pazzesco, è il calo più forte nella storia della Repubblica”, ha detto Renzi): per rilanciare i consumi (gli 80 euro in busta paga diventano strutturali e la possibilità del Tfr in busta paga), per aiutare le aziende (va via la contestata Irap sul lavoro), per assume i giovani (1,9 miliardi di sconti contributivi per contratti a tempo indeterminato). “Imprenditori non avete più alibi, se non assumete”, ha detto Renzi riferendosi al combinato disposto di sconti, Irap e articolo 18. Le slide della Manovra–Il comunicato di Palazzo Chigi.
Aiuti arrivano alle emergenze del paese: disoccupati (1,5 miliardi per i nuovi ammortizzatori sociali), piccole partite Iva (regime forfettario per chi fattura fino a 15 mila euro), famiglie numerose (500 milioni). Parte della manovra viene fatta in deficit, cioè 11,5 miliardi, il pareggio strutturale viene rimandato, ma il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan assicura che l’impatto delle misure consentirà una crescita dello 0,6 per cento il prossimo anno. Se si fosse agito diversamente ci sarebbe stato il quarto anno di Pil negativo.
Per far fronte all’ultima ora alle risorse necessarie si è forzato si portata la spending review da 13 a 15 miliardi: contribuiranno beni e servizi delle amministrazioni dello Stato, Regioni (con mancato aumento del Fondo sanitario), Province e Comuni.
La lotta all’evasione viene cifrata in 3,8 miliardi a colpi di banche dati e stretta sulle procedure di pagamento dell’Iva. Arrivano anche tasse: la più rilevante è quella sui fondi pensione, ma un contributo viene chiesto alle Fondazioni bancarie.
La legge di Stabilità ora va a Bruxelles e Renzi è fiducioso nell’approvazione: “Rispettiamo i vincoli”.
Spending review rafforzata su ministeri e enti locali e un tesoretto di riserva
review sale a quota 15 miliardi. E’ questo il risultato del consiglio dei ministri di ieri. Le amministrazioni centrali dello Stato daranno 6,1 miliardi, il 3 per cento cui si puntava in fase di elaborazione della manovra. Regioni ed enti locali pagheranno un conto salato: le Regioni contribuiranno con 4 miliardi, i Comuni con 1,2 miliardi e le province con 1 miliardo. Infine 2,5 miliardi verranno dal decreto legge 66, quello degli che aveva tenuto a battesimo gli 80 euro. Un sacrificio pesante quello che si chiede alle Regioni che potrebbe portare ad un aumento delle tasse locali: ma Renzi ha negato questa possibilità anzi il premier ha detto che le Regioni «se vorranno potranno anche abbassare le tasse». Quanto ai Comuni, a fronte di tagli, verrà sbloccato il patto di stabilità interno per un miliardo consentendo uno spazio di spesa del 70 per cento in più. «Mi piacerebbe fare il sindaco in questo momento», ha commentato Renzi. Non sta tra i tagli ma è pronto ad essere utilizzato per far fronte ad eventuali emergenze il fondo di riserva di 3,4 miliardi. Padoan ha negato che si tratti tuttavia di un “tesoretto” per la Ue: “E’una riserva pluriennale senza ragione specifica”.
Neoassunti a zero contributi, sussidio a chi perde il lavoro, garanzia Stato su buonuscite
“Caro imprenditore, assumi a tempo indeterminato? Ti tolgo l’articolo 18, i contributi e la componente lavoro dall’Irap. Mammamia, cosa vuoi di più. Ti tolgo ogni alibi e ti do una grande occasione”. Così il presidente del Consiglio Matteo Renzi ieri nel corso della conferenza stampa che ha seguito il consiglio dei ministri per spiegare l’impatto del pacchetto di misure a favore delle assunzioni e per combattere la disoccupazione giovanile. La misura più importante che riguarda l’emergenza occupazione prevede la possibilità di assumere con un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti a zero contributi: il costo è di 1,9 miliardi. Altre misure riguardano l’assunzione dei precari della scuola per i quali la cifra stanziata è di 500 milioni ma il premier Renzi ha assicurato che si tratta di una cifra sufficiente a garantire tutte le regolarizzazioni pari a 149 mila unità. Arrivano risorse anche per gli ammortizzatori sociali collegati al Jobs Act: confermato il miliardo e mezzo per la nuova indennità di disoccupazione. Nella legge di stabilità varata ieri dal governo ci sono 100 milioni di euro «a garanzia» dell’anticipo del Tfr per chi vorrà averlo in busta paga.
La partita. Irap, 800 euro l’anno il risparmio a lavoratore. Aiuti alle partite Iva
più grossa è la conferma per il 2015 del celebre bonus da 80 euro voluto da Renzi per quest’anno. Si tratta di un “sconto” Irpef destinato ai lavoratori dipendenti che guadagnano fino a 1500 euro al mese. Il costo è complessivamente di circa 9,5 miliardi. «Conferma sistematica», ha detto Renzi: la misura viene così reiterata con l’obiettivo di stimolare i consumi. La vera novità è l’intervento sull’Irap: sarà introdotta la deducibilità totale dall’imponibile del costo del lavoro. Il costo dovrebbe aggirarsi intorno ai 5 miliardi: una azienda, a fronte di una retribuzione lorda di un dipendente da 30 mila euro, potrà risparmiare circa 800 euro all’anno.
Novità nel pacchetto taglia tasse con l’introduzione del regime forfettario Iva per chi ha un fatturato inferiore ai 15 mila euro: la misura riguarderà 900 mila lavoratori autonomi e costerà 800 milioni. Per sostenere le famiglie con figli arriva invece un sostegno fino al terzo anno di età, pari a 500 milioni. Per la ricerca e lo sviluppo sono stati stanziati 300 milioni. In tutto, compresi gli 1,9 miliardi per l’assunzione scontata con contratti a tempo indeterminato, fanno 18 miliardi.
Previdenza integrativa cresce l’imposta. Stretta su Iva e edilizia
Un dispositivo rafforzato per la lotta all’evasione che darà circa 3,8 miliardi fin dal prossimo anno. Circa 900 milioni verranno dall’estensione del reverse charge dell’Iva: verseranno allo Stato i compratori e non i venditori per i grandi servizi (come le mense e le pulizie).
L’obiettivo è evitare che l’acquisto venga effettuato da società schermo che poi chiudono o falliscono e non versano più l’Iva, con il versamento da parte di chi compra il rischio è evitato. Altri 900 milioni verranno da una stretta sull’evasione nel comparto dell’edilizia, circa 300 milioni sono computati nell’azione già prevista per il prossimo anno mentre dalle banche dati e dall’azione di scrutinio informatico “Fisco Amico” verranno 700 milioni. «La lotta all’evasione si fa con le banche dati e non correndo dietro agli scontrini», ha detto Renzi. Aumenti di tasse comunque ce ne sono anche se limitati a grandi operatori: le slot machine daranno circa 1 miliardo, le Fondazioni bancarie (450 milioni), i fondi pensioni potrebbero aumentare dall’11,5 fino al 20 per cento, qualcosa verrà anche dal Tfr mensile dove si pagherà con l’aliquota del proprio reddito. Altre entrate sono previste entrate per 600 milioni dalla vendita delle frequenze banda larga.
Repubblica – 16 ottobre 2014