Close Menu
Sivemp VenetoSivemp Veneto
    Facebook X (Twitter) RSS
    Facebook X (Twitter) RSS
    Sivemp VenetoSivemp Veneto
    ISCRIVITI
    • Home
    • Chi siamo
    • Iscriviti
    • Diventa sostenitore
    • Archivio Notizie
      • Attività Sindacale
        • Dalla convenzionata
        • Segreteria regionale
      • Formazione
        • Eventi E.C.M SIMEVEP
        • Appuntamenti
      • Novità normative
        • Contratto
        • Dal Ministero
        • Dalle ULSS
        • Dall’Europa
        • Dalla Regione
        • Sentenze
      • Temi
        • Lavoro
        • Professione
        • Previdenza
        • Politiche sanitarie
        • Sicurezza alimentare
        • Sanità animale
        • Anagrafe degli animali
        • Malattie trasmissibili
        • Allevamenti
        • Benessere Animale
        • Biosicurezza
        • Farmaci veterinari
        • Contaminanti e residui
        • Mangimi e sottoprodotti
        • Igiene urbana
      • Dicono di noi
      • La nostra vetrina
    • Contatti
    Sivemp VenetoSivemp Veneto
    Home»Notizie ed Approfondimenti»La mappa globale del clima impazzito. L’Allarme dei metereologi: dal ’96 aumento innaturale, 11mila eventi estremi e 530 vittime. Italia 19esima nel 2015
    Notizie ed Approfondimenti

    La mappa globale del clima impazzito. L’Allarme dei metereologi: dal ’96 aumento innaturale, 11mila eventi estremi e 530 vittime. Italia 19esima nel 2015

    pecore-elettricheInserito da pecore-elettriche10 Novembre 2016Nessun commento3 Minuti di lettura
    Facebook Twitter LinkedIn Telegram Pinterest Tumblr Reddit WhatsApp Email
    Condividi
    Facebook Twitter LinkedIn Pinterest Email

    Ondate di calore, piogge violente e improvvise, alluvioni, frane, uragani… Il pianeta Terra non ha solo la febbre, soffre pure di fenomeni meteorologici estremi e sempre più frequenti in cui è ben visibile l’«impronta umana». Il conto è salatissimo, anche in termini economici: oltre tremila miliardi di dollari negli ultimi vent’anni.

    In margine alla Conferenza dell’Onu sul clima, Cop22, aperta lunedì a Marrakech, l’Organizzazione meteorologica mondiale torna a suonare l’allarme con una sintesi di ben 79 studi. Tutti gli indicatori confermano la tendenza al riscaldamento a lungo termine causato dai gas a effetto serra e lo scorso anno il «termometro mondiale» ha per la prima volta superato di 1 grado le temperature preindustriali: una vera sfida, tenuto conto che l’Accordo di Parigi del dicembre scorso fissa il limite da non raggiungere «ben al di sotto» di 2°. Ma gli scienziati sono molto preoccupati anche per l’aumento «innaturale» dei fenomeni estremi.

    La think tank tedesca Germanwatch ha presentato il conto. Secondo il suo ultimo Indice del Rischio climatico globale, diffuso martedì a Cop22, tra il 1996 e il 2015 si sono verificati ben 11.000 eventi meteorologici estremi che hanno causato danni per oltre 3.3oo miliardi di dollari. Più di 530.000 persone sono morte come risultato diretto, cui si dovrebbero aggiungere le vittime sul lungo periodo, ad esempio quelle decedute per siccità prolungate. Se negli ultimi vent’anni (vedi grafico) i Paesi più colpiti da questi eventi sono stati Honduras, Myanmar e Haiti, nel 2015 è stata l’Africa a guidare la triste hit parade. Nella top ten dello scorso anno, ben quattro Paesi appartengono al continente che meno inquina e più subisce: Mozambico, primo assoluto, Malawi, Ghana e Madagascar.

    Gli eventi più letali registrati nel 2015 sono state però le eccezionali ondate di calore che hanno colpito l’India, provocando 4.300 morti, e la Francia con 3.300 vittime. La ricca Europa non sfugge infatti all’imbarbarimento climatico, anche se i danni sono limitati grazie alle infrastrutture.

    La fragile Italia, per il 2015, «conquista» comunque il non invidiabile 19° posto in classifica: i morti per eventi estremi, secondo Germanwatch, sono stati 174, pari a 0,29 ogni 100.000 abitanti, i danni economici superano i 2 miliardi di dollari (pari allo 0,09 del Pil). Sul lungo periodo, cioè tra il 1996 e il 2015, siamo invece al 25° posto per i danni.

    Il collegamento fra fenomeni estremi e cambiamento climatico è ancora una frontiera della scienza ma è sotto gli occhi di tutti che, soprattutto in Nord America ed Europa, la frequenza e l’intensità delle forti precipitazioni è in netto aumento. «Tutti gli studi confermano che il Mediterraneo in particolare è una delle aree più a rischio — ricorda Maria Grazia Midulla del Wwf —. Anche per questo ci aspettiamo che l’Italia sia fra i Paesi che più spingeranno per azioni rapide verso la decarbonizzazione».

    Il prezzo più alto continuano in ogni caso a pagarlo i Paesi poveri, gli stessi che a Marrakech rivendicano finanziamenti urgenti e stabili per ridurre le emissioni di gas serra ma anche per far fronte all’impatto dei cambiamenti climatici. «La distribuzione degli eventi estremi non è equa — riconosce Sönke Kreft, responsabile dell’Indice —. In base alla nostra analisi ventennale, nove dei dieci Paesi più colpiti hanno reddito basso o medio-basso. E sono i Paesi con le più basse emissioni di gas serra, i meno responsabili del cambiamento climatico».

    Il Corriere della Sera – 10 novembre 2016 

    Post Views: 187
    Share. Facebook Twitter Pinterest LinkedIn Tumblr Telegram Email
    SeguentePrevidenza veterinari, la Corte dei conti promuove gestione economica dell’Enpav. Trend positivo nell’ultimo triennio
    Precedente La lettera. Presidente Renzi, la sfido a questa riforma vera. Il definanziamento mette le Regioni di fronte a un bivio: o commissario o tagli. Non chiediamo soldi, ma un moderno universalismo sostenibile
    pecore-elettriche

    Potrebbe interessarti anche

    Blue Tongue: come si stanno muovendo Toscana e Sardegna

    5 Marzo 2025

    Registro Italiano Sindrome Emolitico Uremica, nella seconda metà del 2024 crescono i casi rispetto all’anno precedente

    23 Febbraio 2025

    Alla sala Orus dell’ IzsVe, il 22 febbraio verrà eletta la nuova Segreteria regionale del SIVeMP Veneto

    6 Febbraio 2025
    Scrivi un commento

    Comments are closed.

    Residui di farmaci veterinari negli alimenti: la non conformità rimane bassa nel 2023

    5 Marzo 2025

    Fuga medici all’estero. “In Italia non solo stipendi più bassi, ma anche pressione fiscale eccessiva”

    5 Marzo 2025

    Aviaria ad alta patogenicità, il Ministero istituisce la zona di attenzione fino al 15 marzo

    5 Marzo 2025

    Antibiotici, in Italia aumentano consumi e uso improprio. Il report Aifa

    5 Marzo 2025

    Blue Tongue: come si stanno muovendo Toscana e Sardegna

    5 Marzo 2025

    Il SIVeMP (Sindacato italiano veterinari di medicina pubblica) propone per i propri iscritti: la tutela sindacale sul piano morale, formativo, professionale, giuridico ed economico; la promozione e l’aggiornamento scientifico, tecnico, organizzativo e gestionale; la consulenza in materia di tutela assistenziale, previdenziale e pensionistica integrativa.

    Chi Siamo
    • Home
    • Chi siamo
    • Iscriviti
    • Diventa sostenitore
    • Archivio Notizie
    • Contatti
    Contatti
    • segreteria@sivempveneto.it
    • certificata@pec.sivempveneto.it
    • Via Giacomo Matteotti, 7 - 31045 Motta di Livenza (TV)
    Facebook
    X (Twitter)
    RSS
    © 2025 Sivemp Veneto - CF 97611610581
    • Privacy Policy
    • Cookie Policy

    Digita sopra e premi Invio per cercare. Premi Esc per annullare.