I posti letto della Marca nella seconda ondata Covid, ormai, sono tutti occupati. Ce ne sono altri da recuperare ma quelli previsti dal piano iniziale sono esauriti: 358 persone sono ricoverate aree mediche, 32 si trovano in terapia intensiva, 39 nei due ospedali di comunità. In tutto 429 persone. «Siamo nel pieno del picco dell’epidemia» afferma il dg Francesco Benazzi. Il piano dell’Usl 2 prevede di arrivare a oltre seicento posti letto attivando ulteriori strutture e recuperando spazi nei reparti, sottraendoli però alle attività ordinarie, e infatti sta procedendo con l’accorpamento delle aree chirurgiche: al Ca’ Foncello si è deciso di realizzare un unico reparto per tutte le specialità, recuperando spazi per i letti Covid e le terapie intensive. Montebelluna e Vittorio Veneto hanno già quasi centoventi pazienti, oltre cento sono a Treviso. L’apertura dell’ospedale di Valdobbiadene slitta alla prossima settimana: l’Usl sta reclutando personale in pensione e in libera professione.
I morti registrati dal bollettino dell’Azienda Zero sono stati 13, anche se sono avvenuti nell’arco degli ultimi cinque giorni: si tratta di persone prevalentemente anziane, di età compresa fra i 66 e i 95 anni, che hanno contratto l’infezione recentemente ma già presentavano patologie preesistenti, e le cui condizioni sono rapidamente peggiorate a causa del virus. È stato un giorno nero per Treviso e le croci sulla lunga e dolorosa strada del coronavirus salgono a 447.
Ieri i nuovi contagi sono stati 402, portando il totale delle positività a 20.519 (la Marca è la prima provincia veneta a superare i ventimila casi) e attualmente sono positive 11.369 persone. Ieri un altro sindaco è finito in quarantena, positivo asintomatico: è Pieranna Zottarelli di Roncade. È il quinto sindaco contagiato dal virus da marzo.
Per quanto riguarda il capitolo scuola, le classi in quarantena salgono a 121 (metà sono nel distretto di Treviso), quelle in automonitoraggio sono 186. Le case di riposo rimangono focolai preoccupanti. Ora anche Casa Marani di Villorba si è aggiunta, con tre contagi, alla lunga lista degli istituti con casi Covi fra gli ospiti: sono 201 gli anziani contagiati in oltre metà delle strutture trevigiane (il 3,4% delle presenze totali) e gli operatori positivi in isolamento sono 134. L’Usl 2 sta cercando di individuare una struttura per accogliere gli anziani ancora positivi che non possono rientrare nelle Rsa: un’ipotesi al momento è l’ospedale di comunità dell’Oras di Motta di Livenza, ma si cerca anche una struttura residenziale con trenta posti letto separati e protetti.
E così, proprio in un periodo di estrema emergenza in cui il lavoro del personale sanitario è fondamentale, quando i turni diventano più duri e il servizio più complicato, il personale manca. Negli ospedali trevigiani sono 134 i lavoratori positivi al Covid fra medici, infermieri, oss e tecnici. «La progressione del virus preoccupa, ma altrettanto ci preoccupa la carenza di personale per affrontare l’emergenza – commenta Sara Tommasin (Fp Cgil) -. Oltre ai positivi ci sono altri lavoratori in isolamento e a questo dobbiamo aggiungere le carenze strutturali che denunciamo da anni. Ci chiediamo in che modo le 40 assunzioni nel bando a tempo determinato, non 70 come precedentemente annunciato, possano coprire tali mancanze, e come si pensi di aprire l’ospedale di Valdobbiadene che richiede una forte presenza di personale. Non ci sono le risorse umane per dare un’assistenza adeguata ai cittadini. Questi operatori hanno già affrontato la prima ondata di Covid, sono molto provati, e siamo solo all’inizio della seconda». Il contact tracing è sempre più in difficoltà: il personale non basta, il ritardo nel tracciamento dei contatti dei positivi supera la settimana. I Covid-point diurni e notturni mettono in difficoltà gli operatori, oberati e stanchi. Il servizio territoriale soffre. E per contenere l’epidemia è oggi fondamentale.