Salgono a cinque le Regioni interessate dall’Emergenza Psa: dopo Piemonte, Liguria, Lazio e Calabria sono stati confermati nuovi casi in Campania. Intanto il 22 maggio il Commissario Straordinario alla Peste suina africana, Vincenzo Caputo, ha firmato l’Ordinanza n°3 del 2023 “Misure di controllo ed eradicazione della Peste Suina Africana”. Il provvedimento si è reso necessario per procedere con urgenza all’affidamento della realizzazione delle recinzioni idonee al contenimento dei cinghiali selvatici alle Regioni territorialmente competenti. Il Commissario dispone “la messa in opera di recinzioni o altre strutture temporanee ed amovibili, idonee al contenimento dei cinghiali selvatici”. L’ordinanza dà atto “della impossibilità di procedere al trasferimento delle opere realizzate mediante gli accordi tra pubbliche amministrazioni” e affida con urgenza l’incarico alla Società di Committenza SCR Piemonte Spa. A trenta giorni dal collaudo le regioni Piemonte e Liguria prenderanno definitivamente in consegna le opere realizzate, ognuna per la propria competenza territoriale. ORDINANZA COMMISSARIO PSA n.3 del 22 maggio 2023
La situazione epidemiologica
Campania
La peste suina africana è arrivata in Campania. Cinque carcasse di cinghiali selvatici infetti sono state ritrovate nella foresta Cerreta Cognole, tra i comuni di Sanza e Montesano sulla Marcellana, nel basso salernitano.
I resti degli animali rinvenuti sabato scorso, già in avanzato stato di decomposizione. Subito è stata attivata la procedura con le prime analisi dei tessuti all’istituto zooprofilattico di Portici, dove è stata evidenziata la presenza del virus della Psa. La conferma al responso dei laboratori campani è arrivata ieri dal centro di referenza nazionale per questa malattia che è a Perugia. E’ stato così deciso di attivare un’unità di crisi locale e regionale per affrontare subito il problema. Ora scatteranno controlli a tappeto. Sì perchè questo virus , già presente in altre zone d’Italia, da almeno un anno: prima tra Piemonte e Liguria, poi nel Lazio e recentemente anche in Calabria può causare danni importanti agli allevamenti. Il virus attacca gli organi interni scatenando emorragie spesso letali. In caso di accertata presenza di capi infetti scattano abbattimenti, nonché restrizioni sugli spostamenti degli animali e sulla trasformazione della carne. Ora si attendono anche in Campania i risultati dei controlli sulla fauna selvatica e sui suini di allevamento.
Piemonte e Liguria
Intanto salgono a 721 le positività accertate dall’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Cinque i nuovi casi segnalati in Liguria dove il totale cresce a 300; rimane invece stabile a 421 il numero dei casi totali in Piemonte. I cinque nuovi casi liguri sono stati identificati uno in provincia di Genova, a Torriglia (dieci positività da inizio emergenza), quattro in provincia di Savona, uno Cairo Montenotte (tre), uno a Savona (quattro), due a Urbe (sette).
Calabria
In Calabria il presidente della Regione, Roberto Occhiuto, nella sua qualità di commissario della sanità calabrese, ha istituito la “zona infetta” (una sorta di zona rossa) in 26 Comuni della provincia di Reggio Calabria per contenere la diffusione della peste suina dopo il ritrovamento di alcune carcasse di cinghiali risultate “malate”. La “zona infetta”, disposta da Occhiuto con ordinanza, comprende i Comuni di San Procopio, Fiumara, San Roberto, Laganadi, Palmi, Bagnara Calabra, Delianuova, Sinopoli, Santo Stefano in Aspromonte, Sant’Alessio in Aspromonte, Sant’Eufemia d’Aspromonte, Scilla, Seminara, Melicucco, Cosoleto, Calanna, Reggio Calabria, Roccaforte del Greco, Montebello Jonico, Condofuri, Bagaladi, Cardeto, Melito di Porto Salvo, Motta San Giovanni, San Lorenzo e Roghudi. La “zona infetta è disposta – riporta l’ordinanza – “al fine di prevenire l’ulteriore diffusione della malattia, in considerazione dell’accentuata vicinanza tra i vari casi, con conseguente sovrapposizione dei territori”. Nei territori ricompresi nella zona infetta saranno obbligatori l’uso della segnaletica in ingresso nei comuni sulla quale indicare la presenza di peste suina africana nei cinghiali, il divieto di alimentazione, avvicinamento e disturbo ai cinghiali, l’obbligo di segnalazione di eventuali carcasse di cinghiali o cinghiali moribondi, il divieto di qualsiasi attività venatoria, di movimentazione al di fuori della zona infetta di suini selvatici se non finalizzata all’abbattimento, il divieto di movimentazione al di fuori della zona infetta di carne, prodotti a base di carne, trofei ed ogni altro prodotto ottenuto da suini selvatici abbattuti in zona infetta e il divieto di utilizzo di fieno e paglia prodotti nella zona infetta. ORDINANZA PSA REGIONE CALABRIA
Lazio
A mantenere alta l’attenzione nei confronti della Psa nel Lazio (dopo i casi dello scorso anno) hanno concorso i recenti ritrovamenti di due cinghiali contagiati dalla malattia. Uno è stato trovato morto nella zona dell’Insugherata, che fu il primo focolaio capitolino. L’altro, un cucciolo, nella zona di Casal Del Marmo all’interno quindi del raccordo anulare. La Psa, ha ricordato il comune con un apposito avviso, “può avere gravissime ripercussioni sulla salute della popolazione animale interessata e sulla redditività del settore zootecnico suinicolo, incidendo in modo significativo sulla produttività del settore agricolo”.