E’ un amaro navigare, quello dell’Arpav, l’Agenzia regionale per l’ambiente investita negli ultimi anni da una tempesta di numeri in rosso da cui sta tentando d’uscire con gran difficoltà. Il direttore Carlo Emanuele Pepe (nella foto), chiamato dalla Regione all’arduo compito di riportare l’Agenzia in porto, ad ogni colpo di timone trova nuovi scogli e quando pensa d’aver finalmente trovato l’approdo giusto, ecco che subito deve riprendere la rotta. L’ultimo episodio riguarda i 15 milioni di euro che il consiglio regionale aveva deciso di dirottare sull’Agenzia con il maxi emendamento di marzo, in aggiunta ai 49 milioni già stanziati in sede di bilancio. Ebbene, a sei mesi dall’approvazione in aula del documento finanziario, di quei soldi all’Arpav non si è vista manco l’ombra.
La situazione che s’è così venuta a creare sarebbe insostenibile, tanto che martedì Pepe ha deciso di fiondarsi a Palazzo Balbi per chiedere lumi sul da farsi all’assessore all’Ambiente Maurizio Conte, suo referente in giunta. Il punto è che la questione sfugge alla giurisdizione di Conte, come a quella dell’assessore al Bilancio Roberto Ciambetti: i 15 milioni, infatti, devono essere pescati dal bilancio della Sanità, di cui è dominus l’assessore Luca Coletto ed amministratore il segretario generale Domenico Mantoan. I due, a quanto pare, sarebbero stati costretti a congelare il finanziamento nell’attesa di conoscere l’entità dei tagli imposti dal governo alla Sanità (Coletto era a Roma anche martedì), che com’è noto ammontano a 900 milioni per quest’anno ed a 1,8 miliardi per il 2013, per tutte le Regioni. La sforbiciata non colpirà le Usl ma «l’accentrata», ossia la quota parte del budget che resta in capo a Palazzo Balbi e da lì viene gestita direttamente, da cui vanno prelevati i denari per l’Arpav. Pertanto, fino a quando non si saprà a quanto ammonta il taglio del governo, neppure un euro prenderà la via dell’Agenzia. E, a dire il vero, non è manco detto che questo accadrà una volta giunte notizie da Roma: per il governatore Luca Zaia, infatti, la Sanità è prioritaria e se la riduzione del finanziamento sarà consistente, difficilmente questa verrà sacrificata per salvare l’Arpav dal rosso (col finanziamento extra, infatti, l’ente segnerebbe per la prima volta negli ultimi anni uno storico utile di 5 milioni).
Gli stipendi dei dipendenti non sarebbero comunque a rischio ma altrettanto non si può dire dei laboratori sparsi per il Veneto, per cui già oggi si faticano a reperire i fondi necessari alla manutenzione. Ed è certo che l’ulteriore decurtazione di 15 milioni costringerà Arpav a nuovi sacrifici, dopo che già ha iniziato a vendere sedi e mezzi, è andata in causa per il battello oceanografico ed è arrivata ad inseguire i custodi dei magazzini per riavere gli affitti arretrati, nonostante non superino i tre zeri.
Corriere del Veneto – 13 settembre 2012