Il Corriere del Veneto. Si comincia. Il Dipartimento di prevenzione della Regione ha deciso di chiudere le scuole superiori, le seconde e le terze medie nei Comuni ricompresi nei distretti socio-sanitari di Asolo (da Castelfranco a Montebelluna, da Vedelago a Pieve di Soligo fino a Valdobbiadene), delle Terme e dei Colli (da Abano a Montegrotto, da Selvazzano a Rubano) dell’Alta Padovana (da Cittadella a San Martino di Lupari, da Camposampiero a Campodarsego fino a Vigonza) e del Veneto Orientale (da San Donà a Portogruaro, da Jesolo a Cavallino-Treporti fino a San Michele al Tagliamento) a causa dell’aumento dei contagi tra i banchi.
«Gli istituti chiuderanno giovedì – ha spiegato la direttrice del Dipartimento, Francesca Russo – perché vogliamo dare alle famiglie 24-48 ore per organizzarsi, senza stravolgimenti dalla sera alla mattina». La riapertura, secondo quanto disposto dall’ultimo Dpcm, avverrà quando il nuovo parametro di riferimento stabilito dal governo e dal Comitato tecnico scientifico, ossia l’incidenza dei positivi ogni 100 mila abitanti (dato cumulativo settimanale), scenderà sotto quota 250. Stando ai dati diffusi ieri, il distretto di Asolo è a 268 positivi su 100 mila abitanti, quello delle Terme e dei Colli a 266, quello dell’Alta Padovana a 272 (erano già state chiuse quattro scuole la scorsa settimana), quello del Veneto Orientale addirittura a 302. Fino a quando non si tornerà sotto quota 250, gli studenti proseguiranno le lezioni da casa, con la didattica a distanza (Dad). E già nei prossimi giorni potrebbe toccare a Belluno (248, un aumento trascinato dai contagi del Comelico) e all’Alto Vicentino (222): i provvedimenti saranno adottati dai Servizi di prevenzione delle singole Usl.
Si tratta della prima applicazione del nuovo sistema di monitoraggio e intervento deciso da Palazzo Balbi, che supera quello visto fin qui basato sulle ordinanze firmate dal presidente Luca Zaia valide su tutto il territorio regionale, indistintamente. Il Dipartimento, pur potendo calcolare l’incidenza positivi/abitanti su ciascun Comune, ha ritenuto questo dato poco attendibile e addirittura fuorviante vista la frammentazione dei municipi in Veneto (molti, piccoli e piccolissimi, neppure hanno le scuole) preferendo concentrarsi su tre bacini: regionale, provinciale (o di Usl) e quello del distretto socio-sanitario (sono 26, sostanzialmente coincidenti con le vecchie Usl). Quest’ultimo ambito, più piccolo di quello provinciale ma ricomprendente più Comuni spesso caratterizzati dalla condivisione delle stesse scuole, è quello a cui si farà riferimento per stabilire se si sia superata o meno la soglia di 250 e per intervenire con la chiusura dei plessi.
«Abbiamo deciso di ricorrere alla Dad solo per i ragazzi delle seconde e terze medie e delle superiori perché hanno un’età che, in caso di difficoltà dei genitori, consente loro di rimanere a casa da soli per qualche ora senza rischi – ha spiegato Zaia -. Per i più piccoli, invece, occorrono mamma, papà, nonni, con tutto il corollario di problemi che conosciamo per i congedi, le ferie, i bonus baby sitter per i quali, lo dico chiaramente, la Regione non ha soldi da mettere». Questo però non esclude, come hanno avvertito Russo e l’assessore alla Sanità Manuela Lanzarin, che non si possa procedere con la chiusura anche di asili, materne, elementari e prime medie nel caso in cui la situazione epidemiologica precipitasse, ad esempio con focolai importanti oppure con la scoperta di varianti particolarmente pericolose: «E questo a prescindere che il tasso di incidenza nel distretto sia o meno superiore a 250».
La situazione è «preoccupante» ha ribadito Zaia, che però esclude al momento mini-lockdown o zone rosse comunali. «Anche sul fronte ospedaliero per ora siamo tranquilli e possiamo proseguire con l’attività ordinaria. Guardiamo con attenzione i contagi e i ricoveri in tre province: Padova, Treviso e Verona, dove le curve hanno ripreso ad impennarsi in maniera decisa. Ho avuto una lunga riunione con i direttori generali delle Usl, l’indicazione è sempre la stessa: vaccinare, vaccinare, vaccinare».