Alla fine ne è nato un vero e proprio “comitato di crisi” che raccoglie le strutture della sanità privata e i medici convenzionati del Veneto. Obiettivo: sopravvivere. Riuscire cioè a superare i tagli che la spending review (ma non solo) ha operato e che rischiano di mettere in ginocchio il sistema privato: tagli del 10 per cento e pieno mandato ai direttori generali di gestire gli appalti (ognuno con la modalità che ritiene).
Ieri mattina le strutture private incatenate e determinate hanno “invaso” palazzo Balbi con l’obiettivo di consegnare al presidente Zaia sette borsoni contenenti 103mila firme raccolte tra i cittadini, contro i tagli alla sanità. «Abbiamo trovato un presidente che ha dimostrato grande disponibilità – sottolinea Lia Ravagnin, presidente di Anisap Veneto (associazione delle strutture ambulatoriali private accreditate – Si è reso conto che è urgente gestire il sistema e si è impegnato a fare entro breve le verifiche. Con lui e con l’assessore Coletto non abbiamo parlato di contenuti, ma solo ribadito che la situazione è ingestibile e che come privati siamo comunque disponibile a contribuire per trovare insieme un percorso». Un incontro che per i privati ha comunque già avuto un esito positivo: «Per noi, aldilà di come andrà a finire, – conclude Ravagnin – è stata una riconciliazione delle Istituzioni». E dal presidente della V. Commissione Leonardo Padrin arriva già un suggerimento: «prevedere un extra-budget perchè i servizi offerti dai privati sono importanti tanto quanto quelli erogati del pubblico».
Il Gazzettino – 13 marzo 2013