Una slalom tra sorveglianti inflessibili e dirigenti disponibili ma in moltissimi casi la legge regionale viene ignorata
«Mi scusi, ma il suo cane non può entrare. Possono farlo solo quelli di piccola taglia». È inflessibile la dipendente dell’Ipercoop di Navacchio all’ingresso del supermercato nella sua impeccabile divisa d’ordinanza e l’accento straniero. Si rivolge a un uomo che sta entrando nel reparto insieme a Oliver, un meticcio di 16 chili. Il cane è legato al guinzaglio, la museruola è appoggiata a un laccio dello zaino che il padrone ha sulle spalle. Non ci sono divieti a impedire l’ingresso di animali. In base alla legge regionale che regolamenta la materia ci sarebbero i presupposti per farli entrare tutti e due. Invece, niente. Non si passa.
Abbiamo fatto un giro per supermercati, insieme a un cane e al suo padrone, per capire se gli animali vengono fatti entrare oppure no. E quel che emerge è una disparità di comportamenti notevole. Già, perché se a Navacchio Oliver e il suo padrone, Renzo Ripalvella (presidente della Difesa Ambiente Animali e Vita), hanno trovato sorrisi cordiali ma inflessibili nel non farli passare, alla Pam Panorama di Pontedera sono entrati senza problemi . Nel pieno rispetto della normativa che apre le porte ai cani, a patto che abbiano guinzaglio e museruola. E ancora all’Esselunga di Pisa, dove un cartello indica che gli animali non possono entrare.
A Navacchio, tra l’altro, il cartello di divieto d’ingresso agli animali è stato oscurato a dicembre. «Prima non potevamo farli passare in nessun caso – spiega il direttore, Francesco De Bellis – Ora possiamo autorizzare solo quelli di piccola taglia, ma solo in braccio ai padroni. Sono disposizioni che ci giungono dalla direzione».
Il nodo, infatti, è la normativa che non tutti sembrano conoscere. Come ammette lo stesso responsabile di Pam Panorama a Fornacette. «Non la conosco – spiega Orazio Barbagallo – ma per me non ci sono problemi. I cani piccoli possono entrare in braccio ai padroni, quelli grandi al guinzagio e con museruola». Poco prima, però, Ripalvella e Oliver erano entrati nel supermercato gironzolando per i reparti, ma venendo invitati a uscire poco dopo da una dipendente. «C’è il cartello fuori» è stata la giustificazione della donna. E in effetti il divieto c’è. Nascosto in fondo a un manifesto in cui si informa sull’orario e altri generi di comunicazioni come la vendita di libri o di ricariche telefoniche, ma c’è. Peccato che non sembra essere in linea con la normativa, e pure con le regole utilizzate dal direttore del supermercato.
La giungla di divieti e “ingressi liberi” culmina a Esselunga a Pisa. Qui un cartello all’ingresso indica che gli animali non possono entrare. «E se devo fare la spesa dove lascio il mio cane? – domanda passando il veterinario Marco Salvadori – In macchina sarebbe la soluzione più fattibile, ma se il parcheggio non è coperto ed è assolato rischio la multa e la pubblica gogna dei passanti». Un problema che non sembra scalfire chi gestisce il supermercato dove campeggia un cartello: «Al fine della tutela igienico-sanitaria degli alimenti, s’informa la gentile clientela che i nostri amici (a eccezione dei cani di accompagnamento dei disabili) non sono ammessi all’interno del negozio».
Il Tirreno – 11 agosto 2012