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La sterzata di Figliuolo “Dosi ai cinquantenni altrimenti ci inceppiamo”. Nei freezer 4,7 milioni di fiale, da lunedì aperte le prenotazioni ai nati fino al 1971

Nei frigoriferi delle Asl ci sono 4,7 milioni di vaccini. Nonostante questo l’obiettivo delle 500.000 somministrazioni giornaliere, raggiunto e superato il 29 aprile, è durato lo spazio di 48 ore. Nell’ultima settimana quasi tutte le Regioni sono rimaste sotto il target assegnato loro dal commissario per l’emergenza Figliuolo. E questa volta a scarseggiare non sono le dosi ma le prenotazioni nella fascia degli over 60, la cui messa in sicurezza è ritenuta di assoluta priorità.
Da qui la decisione di Figliuolo di invertire la rotta. «Il piano è fatto in modo tale — spiega — che quando si arriva a un certo livello di percentuale di over 80, over 70, over 65, si passa alle prenotazioni successive perché altrimenti rischiamo di inceppare la macchina». E così il generale, che solo pochi giorni fa aveva invitato le Regioni a non derogare al piano e ad insistere con le vaccinazioni agli over 60, ieri ha annunciato che da lunedì 10 maggio in tutta Italia si apriranno le prenotazioni per i cinquantenni. Anche perché troppe Regioni avevano già cominciato a rompere le righe: il Lazio già da una settimana aveva aperto agli under 60, Sicilia (con gli hub semivuoti da giorni e fanalino di coda nelle vaccinazioni), Lombardia e Veneto che avevano annunciato il via ai cinquantenni. E poi le isole minori e le comunità montane, la ripresa della campagna per insegnanti e personale scolastico e l’imminente avvio di quella nelle aziende e settori produttivi.
Insomma, per non perdere tempo prezioso e non lasciare milioni di dosi in frigo, l’unica strategia possibile è quella di ampliare la platea agli oltre nove milioni di cinquantenni italiani, anche se quasi due milioni sono già stati vaccinati come appartanenti ad altre categorie, dai sanitari agli insegnanti alle forze dell’ordine. Unastrategia che potrebbe anche portare allo smaltimento delle 1,8 milioni di dosi di AstraZeneca che le Regioni stanno faticando a somministrare, vuoi per una certa diffidenza (soprattutto al sud) dopo i casi di trombosi e i cambi di indicazioni per fasce d’età, vuoi anche per il richiamo a tre mesi che cadrebbe in piena estate condizionando le vacanze delle persone. Proprio ai cinquantenni, però, potrebbe essere nuovamente somministrato AstraZeneca se, come sembra ormai certo, nei prossimi giorni arriverà una nuova ordinanza del ministero della Salute che, d’intesa con Aifa e Cts, raccomanderà l’utilizzo di questo vaccino dai 50 anni e non più dai 60 come è adesso.
In giacenza ci sono 1,8 milioni di dosi di AstraZeneca, alcune delle quali (soprattutto in Sicilia) rischiano addirittura di scadere a fine giugno. Buona parte verrà utilizzato per i richiami delle dosi già somministrate a personale scolastico e forze dell’ordine, per le altre è difficile convincere i riottosi. Anche qui l’Italia va a due velocità: in Lombardia solo l’1 % rifiuta AstraZeneca, ma in Sicilia la metà delle dosi consegnate sono rimaste inutilizzate. Anche sul rinvio del richiamo per Pfizer e Moderna, non c’è univocità: Lazio e Lombardia hanno fatto sapere di voler continuare con la seconda dose a 21 giorni e non a 42 come raccomandato da Speranza.
Repubblica

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