di Tommaso Labate In principio era stata la suggestione di mettere in cantiere una «lista animalista», che potrebbe tornare utile in vista della ricostruzione del cantiere del centrodestra. Poi c’era stato il sostegno, erano gli anni di Palazzo Chigi, alle tante battaglie in difesa degli animali portate avanti dal suo ministro Michela Vittoria Brambilla.
Per non parlare dell’«autentico odio» nei confronti delle pellicce, consolidatosi negli ultimi anni. «Un regalo», confessò una volta ad Arcore, «che a una donna non farei mai». A desso però si tratta di prendere voti. Di prenderne il più possibile in un momento in cui di avversari ce ne sono ben due, la politica di Matteo Renzi e l’antipolitica di Beppe Grillo. Ed così, proprio per non lasciare nulla di intentato, Silvio Berlusconi torna a mostrare il suo volto animalista. Calcolatrice alla mano, deve convincere a votare per Forza Italia una parte del 50 per cento di possibili astenuti e una parte del 56 per cento di delusi dal Movimento Cinquestelle. Tra questi, per una questione di probabilità, potrebbero esserci molti «amici degli animali». Da qui l’appello, lanciato ieri all’indirizzo dei militanti di Forza Italia, ad adottare «gatti e cagnolini abbandonati». Anche perché il pallottoliere gigante di Arcore ha dato il suo responso: «Gli italiani che posseggono un animale domestico sono circa dieci milioni. E questi italiani, se noi adottiamo cuccioli abbandonati, non potranno che guardarci con simpatia…». L’ex ministro Brambilla, che guida il dipartimento di Forza Italia per il sociale e la solidarietà, all’interno del quale è nata la divisione «Amici animali», esulta: «Mentre la politica aveva relegato temi come il benessere degli animali e i problemi di chi li considera come membri della propria famiglia tra le questioni di serie C, noi di Forza Italia crediamo invece che siano di serie A. E lo dimostreremo in tutte le occasioni». E Berlusconi, fiutando un possibile bottino elettorale, accelera. E cita anche un brano di Madre Teresa di Calcutta (foto in alto). «Se impariamo ad amare gli animali come meritano, saremo molto vicini a Dio». Ma non c’è soltanto una base elettorale da allargare. Nell’eterogeneo mondo berlusconiano c’è anche chi giura che, dietro questa ritrovata vocazione animalista, il Cavaliere celi il desiderio di fare dell’«aiuto ai cuccioli abbandonati» la missione dei servizi sociali a cui spera di essere affidato il 10 aprile. Per capire se è davvero così, in fondo, basta aspettare pochi giorni. Pochissimi, ormai.
Corriere della Sera – 30 marzo 2014