Con il bilancio dell’anno scorso la maggioranza delle Ulss venete, e cioè 13 su un totale 24 comprese le due aziende ospedaliere e l’Iov-Istituto oncologico, sono passate a chiudere i conti in positivo. Solo due anni fa erano otto, come evidenzia il grafico qui sotto. Dal quale si evidenzia quale grande recupero ha registrato lo stesso decifit complessivo delle aziende, grazie soprattutto alla “cura da cavallo” alle spese delle Ulss applicata via via dalla giunta Zaia tramite il direttore generale veneto Domenico Mantoan.
IL CROLLO DEL DEFICIT DELLE ULSS. Intendiamoci: a guardare il dato complessivo dei bilanci delle Ulss nel 2013, uscito in questi giorni sul Bollettino ufficiale della Regione, si è di fronte comunque a una cifra rilevante: 162 milioni di euro di rosso, calcolato anche con la somma anche dell’utile accumulato dalle aziende in utile (un calcolo che però a Roma non accettano, vogliono solo che si conti il deficit).
Ma basta girare lo sguardo un attimo indietro per notare che otto ani prima, nel 2005, il deficit complessivo era di 700 milioni, e che nel 2009 si era ancora alla ragguardevole cifra di mezzo miliardo di rosso.
Due anni dopo, nel 2011 (non si può non notare che era il primo anno di vera gestione dell’era Zaia rispetto all’era Galan), si era già ridotto a -350 milioni, e l’anno dopo a -200.
IL CONTO TOTALE È IN UTILE Come la Regine ha già avuto modo di annunciare, comunque, il conto finale della sanità del 2013 ha chiuso ancora unavolta in utile, grazie soprattutto ai 208 milioni che Mantoan e i suoi collaboratori sono riusciti a risparmiare rispetto ai 388 milioni che si erano tenuti a Venezia perla “gestione accentrata” di alcuni acquisti di materiali e servizi per le Ulss. E anche se il divieto di Roma di conteggiare gli utili delle Ulss (41 milioni) riduce la cifra al lumicino, si chiude con un +4 milioni di attivo. Che in realtà sarebbero un +45, e cioè la stessa cifra di utile segnata nel bilancio sanitario 2012 ufficializzato nell’estate di un anno fa.
NON È ANDATO TUTTO BENE. Il grafico però evidenzia bene che non dappertutto è stato un trend positivo, anche se va tenuto conto che ogni anno è sempre più difficile per un dg far fronte a inevitabili incrementi di alcuni costi riuscendo a controbilanciarli con modifiche efficienti nella gestione.
L’Ulss di Belluno ha più che raddoppiato il deficit che era riuscita a ridurre un anno fa, e anche quella di Feltre ha ridotto quasi a zero l’utile che era riuscita invece a segnare nel 2012. Anche le trevigiane Pieve di Soligo e Asolo riducono sensibilmente i guadagni, mentre Treviso è in netta crescita.
I “pacchi pesanti” restano quelli dell’Ulss di Venezia, che ha ridotto di poco il suo deficit da circa, 50 milioni, e poi delle aziende ospedaliere di Verona e di Padova, che mettono assieme altri 50 milioni di “buco’; pur con un netto miglioramento rispetto ai deficit 2012. Si aggiunge poi un tonfo per l’Ulss del Veneto orientale.
L’amara sorpresa, già ampiamente prevista, è il passaggio in negativo dell’Ulss Alto Vicentino: era tradizionalmente un fiore all’occhiello perla Regione perché non chiudeva mai in rosso ma ora si trova acciaccata anche dai canoni da pagare ai privati per il nuovo ospedale di Santorso fatto in project financing (vengono ripianati dalla Regione). Segna un brutto passo indietro anche l’Ulss di Padova, finita ora sotto tiro della Corte dei conti anche per l’appalto mense. È in leggero aumento di deficit anche l’Ulss di Legnago.
I BILANCI DI SPICCO. Viceversa, sono da segnalare alcuni exploit. Sono riuscite a passare dal deficit all’utile le Ulss di Vicenza, che va oltre il milione rimasto in cassa, e quella di Adria. L’Ulss di Bassano è riuscita a balzare a un utile di oltre 7 milioni, quella dell’Ovest Vicentino a oltre 2 e quella di Bussolengo ha incrementato il ragguardevole risultato di un anno fa. Le Ulss di Verona e di Rovigo riescono a ridurre nettamente i conti in rosso del 2012, assieme a quella di Chioggia, mentre segnano un recupero di risorse prodigioso quelle dell’Alta Padovana (5 milioni) e quella veneziana di Mirano, che segna un +7,3 milioni di utile e assieme a Bassano si guadagna la palma di miglior bilancio di Ulss veneta nel 2012. Labattaglia però continua: da Roma giungono solo un po’ di risorse in più (vedi a lato) e l’obiettivo è migliorare ancora quel -162 milioni che pesa sulle casse della Regione.
Piero Erle – Il Giornale di Vicenza – 22 agosto 2014