Dov’eravamo rimasti con la storia infinita del nuovo ospedale di Padova? Dunque, oggi scade l’ultimatum lanciato dalla Regione al Comune per rinunciare definitivamente al project financing sottoscritto con «Finanza e Progetti» per un polo da mille letti e 650 milioni di euro (300 messi dal privato) a Padova ovest, che il sindaco Massimo Bitonci non vuole.
E infatti ha costretto Palazzo Balbi a non procedere con la dichiarazione di pubblico interesse e quindi a bloccare l’intera operazione. D’altro canto la giunta Zaia ha bocciato la sua controproposta di ricostruire il complesso del futuro nella sede attuale, dove ha concesso di trasferire invece Sant’Antonio e Istituto oncologico veneto (Iov). Insomma, muro contro muro.
Almeno fino a ieri, quando il governatore Luca Zaia, in città per celebrare allo Iov i primi sei mesi della rete oncologica veneta, ha indicato la via della mediazione, illustrando un’altra versione del progetto, che conferma di voler realizzare. E a Padova, non nei Comuni limitrofi, perché «andare fuori sarebbe una sconfitta per tutti».
«La mia proposta – ha spiegato il presidente – è di lasciare lo Iov dov’è, portare il Sant’Antonio dentro il Policlinico, che stiamo mettendo a norma con 40 milioni e che garantisce mille posti letto, demolire tutto il resto e farne parcheggi e, in un’area da stabilire, costruire il nuovo ospedale. Che avrà mille letti e non 1300 come adesso, ma sarà dotato di campus universitario, aule e laboratori per la ricerca. Così avremo due ospedali da mille letti ciascuno: uno sarà il riferimento della città e diventerà uno dei sette hub del Veneto (e rimarrà sotto la guida dell’Usl 16, ndr ) , l’altro nascerà come policlinico universitario di cura e ricerca». E sorgerà su 500 mila metri quadri, non sui 159 mila di via Giustiniani. Ecco dunque la terza via che salva capra e cavoli.
«Confermiamo l’impegno, anche finanziario, a realizzare l’opera – ha aggiunto Zaia – Bitonci è un sindaco intelligente e ha già risolto gravi problemi a Padova, quindi troveremo insieme un modo per uscire dall’impasse. Se non vuole Padova Ovest, indichi lui dove fare l’ospedale, siamo pronti a vagliare altre opzioni. Io spero di risolvere in fretta questa partita, anche se ci sono state delle turbolenze. Capisco il sindaco: anche a me, nel 2010, la prima idea venuta in mente era di ricostruire l’esistente. Ma poi studi e perizie hanno dimostrato che costa di più e comporta 15-20 anni di lavori. Troppi».
«Ringrazio Zaia, la linea che ha tracciato mi vede concorde, Padova non può aspettare – replica il primo cittadino -. A breve troveremo insieme una sintesi, perché abbiamo un unico obiettivo: il bene dei cittadini».
Oggi allora si firma l’addio al project di Padova Ovest e l’inizio di un nuovo percorso. Restano però due incognite.
Primo: i soldi. Rinunciando al privato si perdono 300 milioni e l’aggiunta del campus fa lievitare i conti. Chi paga? Il consiglio regionale ha stanziato 150 milioni in tre anni, lo Stato non ha ancora risposto alla richiesta di finanziamento che Palazzo Balbi dice di aver inviato da un anno e l’Università ha annunciato di non avere fondi per il campus.
Secondo: le (possibili) penali da pagare a «Finanza e Progetti», la joint venture costituita da Palladio Finanziaria e Bovis Lend Lease, che proprio nei giorni scorsi ha mandato una lettera ai soggetti istituzionali coinvolti nell’operazione project, minacciando la richiesta di risarcimento danni per le fideiussioni depositate in questi anni. «Ma noi non abbiamo dichiarato il pubblico interesse del loro progetto, perciò la Regione non ha assunto impegni formali», osserva Zaia. Per altro, dietro le quinte, emergere l’ipotesi che la stessa «Finanza e Progetti» si sarebbe mostrata interessata al nuovo (eventuale) bando di gara.
Padrin: «Mano tesa della Regione» Il centrosinistra: «Siamo al delirio»
E per le aree spunta la Guizza (capolinea del tram). No alle caserme. Un «polo cittadino» che, nell’area dell’attuale complesso di via Giustiniani, inglobi anche il Sant’Antonio di via Facciolati, diventando così l’ospedale dell’Usl 16. E poi, in una zona ancora da individuare all’interno del territorio comunale, un «policlinico universitario» che, con tanto di campus per gli studenti, risponda alle esigenze dell’Azienda Ospedaliera. Ecco la «terza via» indicata ieri dal presidente della Regione, Luca Zaia, in merito all’ormai annosa vicenda del nuovo ospedale di Padova.
«Assolutamente nulla di nuovo – commenta il consigliere regionale del Pd, Claudio Sinigaglia, già vicesindaco della città euganea – L’idea di spostare il Sant’Antonio in via Giustiniani e di concentrare lì tutte le strutture cittadine dell’Usl 16, infatti, faceva già parte dell’apposito studio effettuato dalla Regione nell’ottica di realizzare il nuovo ospedale a Padova Ovest. Nessuno, insomma, aveva mai detto che l’area oggi occupata dall’Azienda Ospedaliera sarebbe rimasta sguarnita e lasciata al degrado. Anzi. Era già stato compiuto, appunto, un piano per valorizzarla. Ricordato questo – aggiunge Sinigaglia – la domanda rimane sempre la stessa: scartati, dal sindaco Massimo Bitonci, i terreni di corso Australia, dove verrà costruito il nuovo policlinico? E poi, altro interrogativo: verrà o meno adoperato il project financing ?».
Leonardo Padrin, presidente forzista della commissione regionale Sanità, la vede così: «Bisogna ammettere che, da parte di Zaia, c’è stato un importante passo in direzione di Bitonci. Un avvicinamento – spiega l’esponente di Forza Italia – alla richiesta del sindaco di Padova di mantenere l’ospedale in città. Un tentativo, forse l’ultimo, per provare a sbloccare una situazione che si è fatta complicata. Adesso, però, tocca a Bitonci muoversi verso Zaia, individuando al più presto un’area, all’interno del capoluogo, dove realizzare il nuovo policlinico. Insomma, la Regione quel che poteva fare, l’ha fatto. Ora la palla passa al Comune, prima che sia troppo tardi».
«Più che fare un passo in direzione di Bitonci – eccepisce il democratico Ivo Rossi, ex sindaco reggente di Padova – mi sembra che Zaia abbia pubblicamente ribadito il proprio no alla soluzione “nuovo su vecchio” proposta dallo stesso Bitonci. Per il resto, nelle parole del governatore, onestamente non vedo grandi novità». Molto duro il giudizio di Antonino Pipitone, consigliere regionale dell’Idv: «Siamo al delirio. Le ultime dichiarazioni di Zaia – scandisce il medico padovano – evidenziano uno stato confusionale inaudito, buono solo per alzare altro fumo elettorale. Il presidente sta perdendo il braccio di ferro con Bitonci, è con le spalle al muro e rinvia la vera decisione a dopo il voto regionale del prossimo anno. E, con questa fantomatica “terza via”, sposta in avanti le lancette dell’orologio della richiesta danni che potrebbe avanzare “Finanza e Progetti”. Evidentemente, la paura di un rimborso plurimilionario richiesto dai proponenti del project è molto alta». Ma quale potrebbe essere l’area buona ad ospitare il nuovo policlinico? Alcuni affermano quella dell’attuale aeroporto «Allegri». Altri, invece, puntano su una a sud della città, poco distante dal capolinea del tram della Guizza, compresa tra via Bosco Pedrocchi e via Bosco Wollemborg. Escluse, invece, le caserme dismesse della città.
Michela Nicolussi Moro – Il Corriere del Veneto – 7 ottobre 2014