Già presentate manifestazioni d’interesse. Le offerte entro il 5 settembre. Tra i clienti alcune delle maggiori imprese veronesi. Ci sono diverse realtà pronte ad accaparrarsi il laboratorio agroalimentare di Verona Innovazione, nato nel 2002, con sede al Palaexpo della fiera di Verona e messo all’asta dall’azienda speciale della Camera di commercio un mese fa.
Aziende del settore, italiane ma anche straniere, hanno presentato manifestazioni di interesse prima della pubblicazione del bando (che scadrà il 5 settembre) e alcune hanno richiesto la documentazione per accedervi.
Il laboratorio, creato negli anni Novanta dalla Camera di commercio (nella fase di start-up con l’incubazione della struttura presso il laboratorio gestito da Unione Italiana Vini, ndr) per fornire analisi e certificazioni su sicurezza, igiene e qualità degli alimenti, fa quindi gola, nonostante il calo di fatturato registrato negli ultimi due anni. Il bilancio della Camera di commercio, nel capitolo relativo al laboratorio agroalimentare di Verona Innovazione parla infatti di un trend positivo dal 2007 al 2011, quando erano stati toccati i 448.820 euro di fatturato. È seguita poi una contrazione, con un -2% nel 2012 (439.254 euro) e un -5% circa lo scorso anno (415mila euro stimati).
La flessione dipenderebbe sia dal minor numero di analisi effettuate dai singoli produttori-commercianti in un periodo di forte contrazione economica, sia da una sempre più aggressiva politica di prezzo messa in atto dai principali competitors, «che ha di fatto obbligato anche il nostro laboratorio a una serie di ritocchi al ribasso per poter mantenere in essere i rapporti con la principale clientela di riferimento», si legge nel bilancio.
CLIENTI DI LIVELLO. Clientela costituita tra gli altri da nomi come Pastificio Rana, Consorzio Mela Alto Adige, Zuegg, Agricola Tre Valli, Consorzio Agrario del Nordest.
Secondo il presidente di Verona Innovazione Alessandro Ferrari, la scelta di mettere all’asta il laboratorio è legata soprattutto al tipo di struttura che lo caratterizza: «L’azienda speciale era stata scelta per la gestione del laboratorio per le caratteristiche di velocità esecutiva e decisionale», spiega, «ma progressivamente, è stata assoggettata a gran parte della normativa in vigore per gli enti pubblici. Il laboratorio si trova ora ad operare in un regime di concorrenza pura con i lacci e lacciuoli tipici dell’ente pubblico. Questo è chiaramente un limite per lo sviluppo del fatturato. È quindi meglio che sia gestito da una realtà che possa muoversi più agevolmente di noi».
Chi prenderà parte al bando, mettendo sul piatto un’offerta superiore alla base d’asta di 302.676 euro (tanto è stato valutato il laboratorio), prenderà possesso di impianti, arredi, e attrezzature, macchinari, beni consumabili, accreditamenti, contratti e rapporti giuridici pendenti. «Abbiamo posto la condizione che venisse tutelato e preservato il personale», aggiunge Ferrari, «costituito da una decina di professionisti tra dipendenti e collaboratori a progetto. Sono risorse preziose che avremmo dovuto potenziare per migliorare il laboratorio, ma i lacci a cui eravamo assoggettati ce lo impedivano».
Francesca Lorandi – L’Arena – 27 agosto 2014