Il titolare di un ristorante-pizzeria di Altavilla dovrà difendersi in aula dall´accusa di frode in commercio. I Nas: «Le portava in bottiglie marchiate». E Lo stesso sarebbe avvenuto con il vino. «Non è vero»
Quando i carabinieri dei Nas avevano compiuto il controllo, avevano compreso che c´era qualcosa che non tornava. Le loro verifiche avevano portato a ritenere che il titolare di quell´esercizio avesse fatto il furbo, e lo avevano denunciato.
Michelino Pascarelli, 52 anni, residente a Caldogno, dovrà presentarsi a fine novembre in tribunale davanti al giudice Bordoni e al pubblico ministero De Munari. Difeso dall´avv. Andrea Benedetti, è finito nei guai in qualità di titolare del ristorante-pizzeria “Papaya”, che ha sede ad Altavilla in via Vicenza; la procura gli contesta la frode in commercio e la messa in vendita di prodotti con segni mendaci. Lui contesta i capi di imputazione tanto da essersi opposto ad un decreto penale di condanna per farsi processare in aula e convincere il giudice della sua innocenza.
Era il 23 gennaio 2009 quando i carabinieri del Nas di Padova effettuarono una verifica nella pizzeria. In base a quanto sostenuto dai militari del luogotenente Santone, quel giorno al “Papaya” venivano portate al tavolo dei clienti delle bottiglie d´acqua, ma si trattava di un prodotto diverso rispetto a quanto dichiarato in etichetta. Perchè? Le bottiglie erano dell´acqua minerale “Sorgiva”, mentre si trattava di acqua del sindaco trattata con un impianto di depurazione. Insomma, non era acqua confezionata, ma del rubinetto. Un errore? No, secondo gli inquirenti, perchè nel locale di Pascarelli sarebbero avvenute altre irregolarità. In particolare, sarebbero stati venduti vini diversi rispetto a quanto indicato nell´etichetta dell´impianto di spillatura. Nel bicchiere bevuto al banco, infatti, non c´erano “Pinot bianco Igt” o “Prosecco Igt”, come c´era scritto; ma il vino arrivava da fusti che contenevano comune vino bianco da tavola, di qualità inferiore rispetto agli Igt. La circostanza integrerebbe un reato aggravato, visto che quel vino è di denominazione protetta.
Pertanto, a tutela della clientela, i carabinieri avevano sequestrato le bottiglie d´acqua e i fusti, ed avevano denunciato Pascarelli. La procura aveva emesso un decreto penale di condanna per alcune migliaia di euro; ma il commerciante si è opposto per far valere le sue ragioni in tribunale. «Sono innocente e lo dimostrerò», sostiene.
Il Giornale di Vicenza – 24 agosto 2012