Le farmacie prevedono un avvio in salita per la novità telematica che manda in soffitta la tradizionale ricetta rossa. Perché i cittadini sembrano abbastanza all’oscuro della novità. «Si sa poco della ricetta e quel poco lo spiega il medico a voce e, ancora una volta, noi in farmacia», spiega dice il pesidente di Farmacieunite, associazione nazionale dei Titolari di Farmacia, Franco Gariboldi Muschietti.
Dal primo settembre, i medici non consegneranno più ai pazienti la ricetta rossa ma un semplice promemoria, un foglietto bianco con la prescrizione. Non sarà firmato nè timbrato perché serve solo a ricordare il nome del medicinale, quante volte al giorno prenderlo e in che modo. La ricetta vera e propria non passerà più per le mani dei malati e sarà invece inviata telematicamente dal medico; la farmacia la recupererà per la stessa via, attraverso i computer alle casse. «Speriamo – dice Muschietti – che i sistemi informatici, ma anche i farmacisti, reggano lo stress. Incontro persone stupite e perplesse dal fatto che non avranno più in mano la ricetta tradizionale. rato, che verrà consegnato dal medico. Per questi primi giorni prevediamo un eccezionale aggravio di lavoro: fino ad ora la sperimentazione è stata condotta su una piccola parte di ricette».
L’ultima riunione informativa tra gli associati Farmacieunite l’ha tenuta martedì scorso a Treviso, c’erano 250 farmacisti che hanno studiato il nuovo sistema e lunedì si apprestano a testarlo sul campo. La categoria assicura che cercherà di garantire il servizio migliore e di evitare disagi ai cittadini . «E questo nonostante l’aggravio di lavoro per le nostre farmacie sia enorme, soprattutto se si considera che va ad aggiungersi a tutta una serie di processi di informatizzazione che la nostra Categoria, più di tante altre, ha dovuto affrontare negli ultimi anni», ricorda Muschietti. Ma ci sono anche enormi vantaggi . «Entriamo in una fase nuova per il mondo della sanità».
Il Corriere del Veneto – 30 agosto 2014