Nuovo esecutivo atteso dal lungo elenco di adempimenti lasciati dal Governo tecnico. Oltre 100 scadenze alcune delle quali rischiano di non essere rispettate. Le Regioni hanno stoppato il regolamento per il taglio dei posti letto. Altri scogli la disciplina per la libera professione e i nuovi Lea
La cura da cavallo per ospedali e posti letto, le cure H24 ancora da realizzare, i nuovi Lea (livelli essenziali di assistenza) fermi al palo, la libera professione dei medici pubblici in cerca d’autore, la spending review per beni e servizi che arranca, il riparto federalista dei fondi modello costi standard in alto mare. Ecco le cambiali sanitarie ancora da onorare in omaggio alle manovre di questi anni che già fanno tremare i polsi a tutti i partiti che vorrebbero salire sulla plancia di comando di palazzo Chigi. Anche perché il macigno dei tagli alla spesa di asl e ospedali degli ultimi due anni, è imponente: 31 miliardi fino al 2015, ha certificato la Corte dei conti. Per il Governo che verrà il nuovo welfare sanitario si annuncia insomma un’impresa titanica, una scommessa a tutti gli effetti: preservare il massimo possibile dell’universalità dell’assistenza e del diritto costituzionale alla salute ai tempi della grande crisi. Tra voglie più o meno striscianti di privatizzazione e di ritirata più o meno grande dello Stato, un rapporto pubblico-privato che zoppica, la voglia di cambiare ma tutelando al massimo l’assetto pubblico, anche la difesa a volte indifendibile dell’esistente. Se Mario Monti insiste sul «rischio sostenibilità» per il Ssn senza mettere in campo interventi di sistema a medio-breve termine, mentre il centrosinistra denuncia il tentativo di creare allarmi solo con l’intento mascherato di voler smantellare il sistema, è chiaro che per il Ssn si annunciano in un modo o nell’altro profondi cambiamenti in arrivo. Vinca chi vinca. Tra le eredità di Berlusconi-Tremonti e quelle che sta per lasciare il Governo dei professori, è lunghissimo l’elenco, accanto alle cose fatte, dei provvedimenti da attuare. Si calcolano oltre 100 scadenze da rispettare dopo la cura Monti, con misure in più casi nel mirino delle categorie e delle Regioni e la conseguente possibilità che restino ancora bloccate chissà quanto a lungo. Se non modificate tout court dal prossimo Governo, se avrà la forza politica e il consenso sociale necessari. E la capacità fmanziaria, nel caso (problematico) di azzeramento dei tagli già contabilizzati nel bilancio dello Stato. Del resto, non si tratta solo di cambiali da onorare verso la Ue. Un caso tra tutti: il rebus dei ticket che dal 2014 dovrebbero fruttare altri 2 miliardi, quasi la metà di quanto già oggi pagano gli italiani (che non evadono le tasse). Ricorrere a un sistema misto ticket-franchigie per fasce di reddito, magari costruite in base al nuovo Isee, come propone il ministro Renato Balduzzi, ovvero cancellare del tutto la misura? Il rischio di inciampare nella macchina fiscale che non scovagli evasori, è altissimo: pagherebbero i so- liti noti e lo stesso Monti sa bene che la classe media è tra i suoi potenziali “clienti” elettorali. Intanto, la questione resta in sospeso. E sbrogliare la matassa sarà affare di chi sbancherà le urne del 24-25 febbraio.
Intanto vanno affrontate tutte le partite in sospeso che soprattutto Monti-Balduzzi (e Grilli all’Economia) hanno aperto nei tredici mesi del Governo dei professori. Con due capitoli in primo piano: la spending review e il cosiddetto “decreto Balduzzi”. Passando però per altre leggi di peso specifico non esattamente trascurabile: salva-Italia, cresci-Italia (le farmacie, soprattutto), sanità digitale, leggi di stabilità. Manovre che dai farmaci ai dispositivi medici, dai beni e servizi all’e-health, toccano punti nevralgici anche del sistema industriale e dei produttori-fornitori del Ssn. E naturalmente il personale Ssn, la gestione del sistema in senso lato. Dove spiccano altri temi scottanti: le nomine (primari, manager) fuori dal controllo dei partiti, la sicurezza delle cure, la trasparenza dei risultati di cura, il rischio clinico e il rebus assicurativo per i medici, la remunerazione delle farmacie e la distribuzione dei farmaci su cui le parafarmacie rivendicano più spazio, le sperimentazioni cliniche e la farmacovigilanza. Sul regolamento per il taglio dei posti letto negli ospedali, intanto, le Regioni hanno ottenuto di congelare (stoppare) il regolamento. Il mito delle cure H24 notte e dì, manca dei fondi. I nuovi Lea sono fermi all’Economia. Regolare la libera professione dei medici sarà un’altra incognita. Sulla spending review stile tagli lineari di Enrico Bondi, praticamente tutti seminano dubbi. Mentre la patata bollente del riparto dei no miliardi per il 2013 sul modello dei costi standard è stata rinviata Non a caso, toccherà al prossimo Governo.
Roberto Turno- Il Sole 24 Ore – 15 febbraio 2013