Sandra Riccio. Parte l’Ape volontario, il prestito-ponte per chi ha più di 20 anni di contributi, 63 anni di età e non oltre 3 anni e sette mesi di distanza dalla pensione di vecchiaia. E’ in pratica un prestito bancario, da ripagare in 20 anni, che permette di ritirarsi prima del previsto dal mondo del lavoro. In molti lo stavano aspettando, non senza aver però fatto tutti i calcoli del caso.
La rata
Conviene indebitarsi per arrivare alla pensione? Va detto che l’Ape ha un tasso annuo nominale (Tan) lordo che è agevolato rispetto a quelli sul mercato. E’ uguale per tutto il sistema bancario ed è del 2,838 per cento annuo lordo in fase di erogazione e del 2,938 per cento sul periodo di ammortamento. A questo interesse vanno però aggiunti i costi extra, come il premio della polizza da collegare obbligatoriamente a questo finanziamento per proteggere i propri eredi dal rischio premorienza. C’è poi da sommare anche una commissione di accesso al fondo di garanzia pari all’1,6 per cento del capitale assicurato. Fatti i conti si arriva a un tasso annuo effettivo globale (Taeg) lordo compreso tra il 5,89 per cento e il 6,23 per cento, a seconda che venga richiesto un anticipo di 43 o 12 mesi prima della pensione, per un costo al netto del credito fiscale compreso tra il 3,31 per cento e il 3,43 per cento.
È previsto, infatti, uno sconto dal Fisco: l’Ape prevede una detrazione fiscale fino al 50% della quota interessi e della copertura assicurativa. Per fare un esempio pratico, la rata netta sarà di 121 euro per 20 anni nel caso di richiesta di una prepensione Ape di 850 euro mensili (calcolata su una pensione di vecchiaia futura di 1.200 euro lordi che fa da garanzia).
A ricorrere a questo strumento potrebbero essere in molti lavoratori ma anche molti disoccupati in attesa della pensione. Secondo quanto dichiarato da Tito Boeri, Presidente dell’Inps, la platea di persone che potranno chiedere l’ape volontario nei prossimi due anni arriva a toccare quasi il mezzo milione di persone: nel 2018 sono 300.000 e altre 115.000 persone guardano all’anno prossimo. Possono richiedere l’Ape volontario: i lavoratori dipendenti pubblici e privati, gli autonomi e gli iscritti alla Gestione Separata. Le prime richieste sono già arrivate agli sportelli di Intesa Sanpaolo, la banca che per prima, la scorsa settimana, ha iniziato a finanziare le richieste di Ape volontario e che ha di fatto sbloccato questa misura.
Come fare
La domanda per accedere all’Ape volontario va presentata all’Inps attraverso il servizio online disponibile sul sito dell’Istituto di Previdenza. Sul sito dell’Istituto è disponibile un pratico simulatore di Ape che permette di farsi tutti i calcoli del caso.
Nella domanda il richiedente dovrà indicare sia il finanziatore cui richiedere il prestito sia l’impresa assicurativa alla quale richiedere la copertura del rischio di premorienza. Successivamente l’Inps verificherà il possesso dei requisiti di legge, certificherà il diritto all’Ape e comunicherà al richiedente l’importo minimo e massimo del prestito ottenibile. L’istituto finanziatore trasmetterà all’Inps il contratto di prestito ovvero l’eventuale comunicazione di rifiuto dello stesso. In quest’ultimo caso la domanda di pensione decade ed è priva di effetto. Il prestito minimo e massimo ottenibile va considerato tenendo conto del fatto che non si può superare la richiesta del 75% della pensione in caso di richiesta di durata del reddito ponte superiore a tre anni.
E’ prevista la possibilità di estinguere anticipatamente il finanziamento con un indennizzo pari all’1% dell’importo rimborsato in anticipo. Le somme erogate a titolo di prestito non concorrono a formare reddito ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche.
La Stampa – 16 aprile 2018