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L’assessore: «Spostai Fior per rompere con il passato» Il Pd: «Si faccia chiarezza» L’ex dirigente del settore rifiuti sospeso

Nella vicenda di Fabio Fior, il dirigente della Regione sotto indagine della Finanza per un presunto giro di consulenze non autorizzate e in conflitto d’interessi (1,6 milioni di euro dal 2004 ad oggi), ci sono due momenti chiave, che superano la girandola di sussurri che da anni si rincorrono a Palazzo Balbi.

Il primo coincide con la decisione «politica» presa nell’agosto del 2010 dall’assessore all’Ambiente Maurizio Conte (praticamente appena nominato) di rimuovere Fior dall’incarico di direttore generale del settore Tutela Ambiente, ruolo che ricopriva dal 2002. Il secondo risale invece al primo ottobre di quest’anno, ossia la data d’inizio della sospensione di 6 mesi inflitta a Fior dalla commissione «tecnica» di valutazione della Regione (composta dal segretario della Programmazione Tiziano Baggio, della Giunta Mario Caramel e del Consiglio Roberto Zanon), dopo una meticolosa indagine interna seguita all’invio a Palazzo Balbi di un verbale della Finanza, incardinato proprio sugli incarichi ricevuti dal dirigente dalle stesse imprese sottoposte alle sue autorizzazioni.

Due episodi che dimostrano come la vicenda che coinvolge Fior fosse nota da tempo in laguna e come alcune contromisure interne, senza troppa pubblicità, fossero già stese prese in vista dei riscontri della magistratura. Ciò non di meno, molti nel Palazzo preferiscono non fare parola della vicenda, in attesa di futuri sviluppi. Così il presidente Luca Zaia e il segretario della Programmazione Tiziano Baggio, mentre Conte, che pure ordinò lo spostamento di Fior al settore Energia e la sua sostituzione col direttore del dipartimento di Padova dell’Arpav, Alessandro Benassi, si limita a ricordare: «Ritenni opportuno lanciare un segnale di discontinuità, aprire le finestre e far entrare un po’ di aria fresca. I motivi? Non ho nulla da aggiungere a quel che ho letto sul Corriere del Veneto, ripreso dai carteggi dei nostri legali. Mi limito a dire che nelle posizioni di massimo vertice dell’amministrazione un po’ di turnover non fa mai male». Ha poco da commentare anche Massimo Giorgetti, assessore all’Energia nelle cui stanze è stato dirottato Fior (che, per inciso, era stato tra gli esperti consultati dal governo per l’emergenza rifiuti in Campania): «Non ci sono stati problemi e non mi risultano da parte sua comportamenti sconvenienti o lesivi degli interessi dell’ente. Spero di non essere smentito. So, ovviamente, che è stato sospeso dal servizio ma mi dicono che si tratta di fatti risalenti a molti anni fa». In particolare al periodo in cui era assessore all’Ambiente Giancarlo Conta (Pdl) che però ieri era irreperibile (congedato anche dalle sedute del consiglio). Il vice governatore Marino Zorzato, che un anno fa emanò una direttiva proprio per limitare l’abuso delle consulenze esterne da parte dei dirigenti (massimo 3 incarichi all’anno, non più di 100 ore autorizzabili, compensi non superiori al 25% dello stipendio annuo lordo del dipendente; il business, anche grazie a questo, è sceso dai 3,1 milioni di euro del 2010 ai 2,8 milioni del 2011 e i 767 mila euro del 2012) ne è certo: «Negli ultimi 3 anni non risultano incarichi autorizzati a Fior». Ma il punto, se si vuole, sta proprio qui: il dirigente non avrebbe chiesto alcuna autorizzazione, anche perché per la natura stessa delle consulenze, se mai l’avesse chiesta, non l’avrebbe ottenuta.

Chiude Claudio Niero, vice presidente della commissione Ambiente (Pd): «Si tratta di un’indagine molto delicata, perché quello dei rifiuti è un universo ad alto rischio infiltrazioni criminali, che coinvolge la salute pubblica e già in passato è stato toccato da inchieste di grande rilievo. Siamo preoccupati, attendiamo che i magistrati facciano chiarezza».

Corriere del Veneto – 1 novembre 2013 

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