I pediatri americani sottolineano che il latte crudo, può contenere batteri che possono provocare aborti spontanei e parti prematuri
“Non ci sono prove scientifiche che il consumo di latte crudo dia un qualsiasi maggior beneficio rispetto agli altri, mentre vediamo, in proporzione alla sua diffusione sul mercato, una quantità sproporzionata di focolai d’infezione dovuti a questo prodotto.” È quanto afferma l’American Academy of Pediatrics, che mette in guardia, in particolare, sui rischi per donne incinte, neonati e bambini, ma anche per anziani e persone con il sistema immunitario depresso.
La principale organizzazione dei pediatri statunitensi chiede che la vendita del latte crudo e dei suoi derivati, che è ancora autorizzata in trenta Stati Usa, sia vietata in tutto il Paese. Nel 1987, la Food and Drug Administration ha vietato il commercio di latte crudo tra i vari Stati, ma l’Agenzia non ha il potere di vietarne la vendita all’interno dei singoli Stati, alcuni dei quali, come la California, ne autorizzano anche la vendita al dettaglio.
I pediatri americani sottolineano che il latte crudo, cioè non sottoposto a processo di pastorizzazione, può contenere batteri come Listeria, Campylobacter, Escherichia coli, salmonella e brucella, che possono provocare aborti spontanei e parti prematuri, oltre che pericolose malattie neonatali, come meningite, setticemia e polmonite.
Beniamino Bonardi – Il Fatto alimentare – 20 dicembre 2013