Maurizio Tropeano. «Interveniamo per il rilancio di settori strategici per l’agricoltura italiana come il latte e l’olio d’oliva attraverso azioni concrete per il breve e medio periodo». Così il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, spiega il via libera del governo al decreto legge che affronta due emergenze. La prima: la gestione della fine del regime delle quote latte che, almeno secondo Coldiretti dovrebbe contribuire a «salvare le stalle». La seconda: il caso xylella e un piano nazionale per l’olio d’oliva che arriva dopo un’annata contrastata e che dovrebbe permettere alla filiera di essere più competitiva.
Le misure
Secondo Martina il decreto dà una «risposta urgente ai 35 mila allevatori» ad un mese dalla fine del sistema delle quote latte. È prevista la rateizzazione in 3 anni senza interessi per le multe dell’ultima campagna latte. Gli allevatori interessati potranno presentare domanda all’Agea entro il 31 agosto 2015. Viene ampliata la possibilità di compensazione tra produttori, nell’ambito della quota nazionale. Con il decreto viene ribadita la necessità del contratto scritto e con durata minima di un anno: il contratto deve espressamente contenere il prezzo da pagare alla consegna che può essere fisso o legato a fattori determinati, come indicatori di mercato, volume consegnato e qualità o composizione del latte crudo. Infine, per rafforzare il contrasto alle pratiche sleali di mercato viene rafforzato il livello di tutela degli allevatori e dei produttori di latte, attraverso il monitoraggio dei costi medi di produzione del latte crudo da parte di Ismea. I dati verranno elaborati mensilmente e costituiranno un parametro di riferimento ai fini delle segnalazioni all’Antitrust.
Undici milioni vengono destinati alle esigenze degli agricoltori e dei vivaisti colpiti dalla xylella in Puglia. Contemporaneamente vengono stanziati 20 milioni, che saranno accompagnati anche dalle risorse dei Psr delle zone interessate, per il piano nazionale per l’olio d’oliva. «L’obiettivo – spiega il ministro – è di arrivare ad una crescita del 25 per cento della produzione italiana nei prossimi anni per un settore che nella sua parte agricola vale circa 1,5 miliardi».
Le reazioni
Il mondo agricolo ha accolto con favore l’intervento del governo. «Si afferma un principio rivoluzionario per assicurare una maggiore trasparenza nella filiera attraverso l’obbligo di contratti scritti, della durata di dodici mesi, in cui si vincolano gli acquirenti di latte crudo a corrispondere un prezzo che non vada sotto ai costi medi di produzione dell’allevatori», spiega il presidente di Coldiretti Roberto Moncalvo. Secondo Confagricoltura si tratta di «primi passi importanti di cui dobbiamo ora però verificare l’impatto reale sulle imprese. Ci attendiamo un’attuazione attenta alle esigenze degli operatori».
Ma i provvedimenti del governo sono giudicati positivamente anche da Assitol e Federolio: «L’industria e il commercio oleario italiano potranno essere più competitivi sulla valorizzazione del prodotto nazionale, che oggi è gravemente insufficiente a coprire sia il fabbisogno interno che l’export, solo se saranno sostenuti da un’agricoltura forte».
LATTE: INTERVENTI URGENTI PER GESTIONE DELLA FINE DELLE QUOTE
1) Attuazione della rateizzazione in 3 anni senza interessi per le multe dell’ultima campagna
La norma prevede l’attuazione della disposizione comunitaria per il pagamento delle multe per l’ultima campagna lattiera in 3 anni e senza interessi. Gli allevatori interessati potranno presentare domanda all’AGEA entro il 31 agosto 2015.
2) Compensazione quote ultima campagna
Per non gravare ulteriormente sugli allevatori, con la norma si amplia la possibilità di compensazione tra produttori, nell’ambito della quota nazionale, per l’ultima campagna consentendo a chi ha superato le quote fino al 12% di compensare fino al 6%, cosa che prima non era prevista e che vedeva scattare la sanzione sull’intera percentuale di splafonamento.
3) Contratti di vendita scritti e con durata minima di un anno
Con il decreto viene ribadita la necessità del contratto scritto come previsto dall’art. 62 del decreto-legge n. 1 del 2012, e si introducono delle novità rilevanti:
– la durata minima dei contratti è fissata a 12 mesi;
– il contratto deve espressamente contenere il prezzo da pagare alla consegna che può essere fisso o legato a fattori determinati, come indicatori di mercato, volume consegnato e qualità o composizione del latte crudo;
4) Creazione dell’Interprofessione del latte per organizzare la filiera
Per rafforzare la filiera si definisce:
– la creazione di un unico organo interprofessionale, che potrà prendere decisioni valide “erga omnes”, a determinate condizioni, come accade in altri Paesi europei come la Francia;
– che per favorire l’aggregazione l’organizzazione interprofessionale deve arrivare al 20 per cento di rappresentatività degli operatori;
– che l’Interprofessione ha un campo d’azione che comprende le regole di produzione, la commercializzazione, la promozione, i contratti tipo, la tutela ambientale e la ricerca.
5) Rafforzamento del contrasto alle pratiche sleali di mercato con Antitrust
Viene rafforzato il livello di tutela degli allevatori e dei produttori di latte, attraverso una riforma dell’art. 62 che prevede:
– monitoraggio dei costi medi di produzione del latte crudo da parte di Ismea, secondo le metodologie stabilite dal Ministero delle politiche agricole. I dati verranno elaborati mensilmente e costituiranno un benchmark ai fini delle segnalazioni all’Antitrust;
– inasprimento delle sanzioni per violazioni delle prescrizioni dell’art. 62 con multe che vengono innalzate da 3 mila fino a 50 mila euro;
– l’Ispettorato repressione frodi del Mipaaf (ICQRF) potrà segnalare all’Antitrust le possibili violazioni.
La Stampa – 3 maggio 2015