Il danno di aver siglato un accordo sul prezzo del latte tra alcune organizzazioni agricole e la prima industria italiana (anche se di proprietà francese) continua ad avere ripercussioni negative sia in Lombardia che nel resto d’Italia, dove ci sarà sempre qualche industriale pronto a ricordare alla controparte agricola che oltre quei 42 centesimi non si può andare, visto che questo è il prezzo siglato nella regione che più di altre pesa nel mercato del latte italiano e da quell’industria casearia che acquista, direttamente o indirettamente, circa 10 milioni di buon latte italiano. Una situazione che sta creando gravi problemi agli allevamenti per tutta una serie di motivi. Innanzitutto l’ accordo non ha tenuto in alcun conto i mesi intercorrenti tra il vecchio accordo, aprile 2013 e il nuovo, agosto 2013, per cui il prezzo corrisposto agli allevatori se parametrato in otto mesi scende a 41.25 centesimi litro.
In Italia ci sono poi costi di produzione più elevati rispetto all’estero perché abbiamo la nostra struttura di allevamento, abbiamo la nostra orografia italiana che non prevede pascoli bavaresi o irlandesi e abbiamo anche la qualità ( che costa) del nostro latte anche in termini di sicurezza alimentare.
Metà del latte italiano alimenta un’industria (e una cooperazione) che vede nei formaggi Dop e Tradizionali un forte traino, anche nei momenti di consumi stagnanti. Ed è per questo che la battaglia di Coldiretti contro l’ usurpazione del Made in Italy è sempre così agguerrita, poiché questi formaggi rappresentano il nostro valore vero per il quale possiamo chiedere di più degli altri allevatori europei.
Storicamente il latte italiano è sempre stato uno dei più pagati d’Europa, collocandosi ad almeno 5-7 centesimi sopra le quotazioni del latte tedesco o francese, ma oggi questo differenziale si è molto assottigliato; tuttora gli allevatori bavaresi , i nostri maggiori fornitori percepiscono un prezzo di 40 centesimi.
Il prezzo del latte spot, che è il prezzo di riferimento dell’andamento del mercato lattiero, negli ultimi 5 anni si è discostato solo di 1/3 centesimi in più o in meno rispetto al prezzo alla stalla pagato in Lombardia . Oggi questo differenziale si attesta sui 10 centesimi, con una crescita costante da maggio prima a 43 cent. e poi 45 cent ,46, 49, 52 nei mesi a seguire.
Visto Il prezzo dei formaggi italiani (primo tra tutti il Grana Padano quotato la settimana scorsa a 7.50 euro il kg. per il 10 mesi), in base a calcoli di resa, tenendo conto del prezzo del burro, si può arrivare a pagare il latte circa 49 centesimi.
Il prezzo del latte spot negli ultimi cinque anni
ANNO |
SPOT LODI €/1000 LT |
PREZZO STALLA LOMBARDIA |
DIFFERENZA |
2008 |
37.43 |
39.40 |
+1.97 |
2009 |
31.51 |
32.27 |
+0.76 |
2010 |
38.88 |
35.13 |
-3.75 |
2011 |
42.82 |
39.58 |
-3.24 |
2012 |
38.01 |
38.43 |
-0.42 |
Fonte: elaborazione Coldiretti – 9 ottobre 2013