Il 15 marzo a Bruxelles si svolgerà un difficile Consiglio agricolo Ue. Sul tavolo del commissario, Phil Hogan, i dossier dei singoli Paesi con le proposte per affrontare la crisi dei mercati. In particolare ortofrutta (Spagna e Italia), carni suine (Francia, Germania e Italia) e latte (Italia e Francia). La situazione italiana sul fronte latte è, come sempre, complessa.
Come sottolinea il presidente del gruppo Granarolo, Giampiero Calzolari, secondo cui qualche margine sul prezzo alla stalla il gruppo può recuperarlo grazie agli utili realizzati dalla Spa, ma non basta. Bisogna intervenire soprattutto sul ridimensionamento della produzione. Facendo leva – dice il numero uno di Granarolo «sul prepensionamento degli allevamenti». A fine febbraio è scaduto l’accordo ponte trimestrale che riconosceva, agli allevatori italiani, 36 centesimi il litro più un centesimo frutto della ripartizione di 25 milioni di fonte Ue. Scaduto l’accordo – e in attesa che venga definita una eventuale indicizzazione in base a un’intesa con il ministero delle Politiche agricole – le aziende di trasformazione sembrano orientate ad applicare il prezzo antecedente. Cioè quello medio del latte spot tedesco più i premi per contenuto di materia grassa e proteine. A gennaio il prezzo spot tedesco è stato di 27,4 centesimi, con i premi si arriverebbe a 33 centesimi, sotto la soglia dei 36 centesimi dell’accordo ponte. Mentre l’Europa continua a essere inondata di latte.
Consci della fine delle quote, anche gli allevatori italiani hanno investito per accrescere le quantità. Con il risultato che sul mercato italiano oggi c’è il 5-10% di latte in più. La controprova: a febbraio la produzione di grana padano è volata del 7,6%. Tutto questo non fa che deprimere i prezzi. Ecco perchè anche molti allevatori cominciano a parlare di ridurre la produzione con abbattimenti e abbandoni di attività. Ma serve un piano di incentivi concordato con Bruxelles. Un confronto. Nella campagna 2015 l’Italia ha prodotto 11 milioni di quintali di latte con poco più di 30mila aziende. l’Olanda 12,5 milioni di quintali con la metà circa (17mila) degli allevamenti italiani.
Intanto, per affrontare le difficoltà finanziare, la Coldiretti chiede una moratoria sui debitiper i produttori di latte, di carni bovina e suina. «Una moratoria- spiega il presidente di Granarolo – è indispensabile per sostenere soprattutto le medie aziende che hanno effettuato investimenti importanti». Alleggerimento della situazione debitoria e chiusura delle stalle, per Calzolari, sono interventi da attivare subito: «occorre mettere in campo misure di emergenza con una valenza strutturale e non semplici palliativi per contrastare una crisi così violenta . Bene la valorizzazione e l’etichetta così come il raddoppio degli aiuti de minimis previsti dal pacchetto Martina, ma per il de minimis si tratta appunto di un minimo, mentre serve una terapia forte per ridurre la produzione». Quanto al prezzo sarà difficile mantenere i 36 centesimi riconosciuti agli allevatori prima delle battaglie e dell’accordo siglato da Lactalis con la regìa del Mipaaf. Se continua la caduta libera l’asticella potrebbe fermarsi a 34 centesimi, :«la partita comunque – conclude Calzolari – si gioca tutta sulle quotazioni di questo mese».
Annamaria Capparelli e Roberto Iotti – Il Sole 24 Ore – 5 marzo 2016