di Federico Cipolla. Con i fratelli ha trasformato il caseificio di campagna in un brand famoso in tutto il mondo. Bruno Lazzarin, figlio di “Nonno Nanni” Giovanni Lazzarin, è mancato mercoledì sera all’età di 71 anni dopo una lunga lotta contro la leucemia. Un vero campione d’impresa che aveva traghettato la Latterie del Montello dall’epoca artigianale e molto manuale, a quella della tecnologia e della produzione industriale. Era sempre rimasto legato alla parte più operativa dell’impresa, conosceva tutti i macchinari, ma soprattutto aveva il polso, e il palato, per riconoscere il latte giusto, per curare le mucche, per produrre insomma lo stracchino che ha portato la Nonno Nanni a diventare un’azienda leader.
Bruno Lazzarin aveva scoperto un paio di anni fa di avere la leucemia. Aveva lottato duramente, e sembrava aver vinto la sua battaglia. Nel settembre scorso è stato sottoposto al trapianto di midollo osseo che aveva dato gli esiti sperati. Nei sei mesi più a rischio, dopo il trapianto avvenuto nell’ospedale di Bergamo, tutti gli esami avevano dato coraggio alla famiglia. Poi a maggio la malattia si è ripresentata, e questa volta non ha lasciato scampo all’imprenditore. Lascia la moglie Nila, le tre figlie Silvia, Elisa e Daniela, i fratelli Luigi e Armando e i cinque nipoti. Una vita quella di Bruno Lazzarin dedicata all’azienda, ma in cui non aveva mancato di coltivare la sua grande passione per il tiro al piattello, a cui aveva dovuto rinunciare solo per la lunga preparazione al trapianto e la successiva convalescenza. Bruno era un operativo in azienda, tra i fratelli era quello con il camice bianco. Con Luigi e Armando era subentrato nell’attività del padre Giovanni nel 1970. I tre diedero subito un impulso decisivo all’azienda, dando quella svolta che ora l’ha portata a un fatturato di circa 100 milioni. Bruno anni fa raccontò che Nanni quando vide il nuovo capannone di Giavera, occupato dai macchinari per il formaggio, li prese per matti. Si offese, «finirete con l’andare a chiedere la carità», disse loro. Un vaticinio che per fortuna non si è avverato. Quelle diavolerie sono state la fortuna dell’azienda, insieme ad un’altra decisione presa da Bruno, il figlio minore, con Luigi e Armando: rinunciare a produrre formaggi stagionati per concentrarsi su quelli freschi. Da lì nacque lo stracchino Nonno Nanni, un brand oggi famoso nel mondo, dalla Cina agli Stati Uniti. Ai funerali che si terranno domani alle 10 nella chiesa di Giavera, ci sarà tutto il paese. Con le Latteria del Montello ha mangiato mezzo paese, quasi tutte le famiglie hanno qualcuno che ci ha lavorato o ci lavora tuttora. La famiglia ha chiesto di non donare fiori, ma offerte che verranno devoluto alla Casa del Sole di Bergamo. Una struttura che si trova subito fuori dall’ospedale, e che ospita i pazienti e i loro familiari durante i lunghi periodi di cure.
La figura di Bruno Lazzarin è ricordata anche da Luca Zaia: «Un altro ‘Nonno Nanni’ in cielo – dice il presidente della Regione Veneto –. La forza con la quale ha lottato contro la malattia è la stessa che, grazie anche ad una straordinaria famiglia di imprenditori, dal padre, a lui e ai suoi fratelli, ha portato un prodotto di grande qualità come lo stracchino di ‘Nonno Nanni’ fino in Cina, partendo da Giavera del Montello. Un classico esempio di Veneto, legato alla sua Giavera ma rivolto al mondo intero con i suoi prodotti. Ci mancherà. A tutta la sua famiglia, a quei fratelli nelle cui salde mani rimane questa bella azienda rivolgo affettuose condoglianze».
La Tribuna di Treviso – 5 agosto 2016