In una fattoria dell’area occidentale dei Paesi Bassi, un focolaio di influenza aviaria ad alta patogenicità (HPAI) ha comportato l’abbattimento di 150.000 ovaiole e un divieto di movimentazione di tre giorni. Il focolaio è stato confermato sabato 15 novembre nei pressi del villaggio di Hekendorp, a circa 50 km a sud di Amsterdam. L’infezione è stata confermata dopo l’invio dei campioni ai laboratori lo scorso venerdì. Si tratta del ceppo H5N8. Anche la Gran Bretagna ha segnalato dei nuovi casi di influenza aviaria Hpai in un allevamento di anatre nel nord del Paese, senza precisare di quale ceppo della malattia si sia trattato. Le epidemie di febbre aviaria scoppiati nelle ultime due settimane in Germania, Paesi Bassi e Gran Bretagna potrebbero essere legati dalla diffusione del virus attraverso uccelli selvatici, ha detto oggi il direttore dell’Organizzazione per la salute animale (Oie) Bernard Vallat: “Alcuni uccelli migratori possono viaggiare per migliaia di km. Il virus potrebbe apparire ovunque in qualsiasi momento”.
Il ceppo H5N8 ha colpito duramente l’Asia ma finora non era mai stato segnalato in Europa, prima di essere individuato in un allevamento di tacchini in Germania. Non è ancora chiaro se il focolaio scoperto nella Gran Bretagna del nord riguardi la variante H5N8, ma per il responsabile veterinario britannico non si tratta comunque dello H5N1, che può essere trasmesso agli esseri umani e che in passato ha causato la morte di centinaia di persone.
L’H5F1 ha fatto oltre 400 morti, soprattutto nel sud-est asiatico, dalla sua apparizione nel 2003. Un altro virus, l’H7N9, ha ucciso oltre 170 persone dopo la sua comparsa nel 2013. Nel settembre scorso, la Fao ha messo in guardia contro l’ H5N6, particolarmente patogeno. La Commissione europea sta discutendo in queste ore misure di protezione per contenere un ceppo “altamente contagioso” di influenza aviaria scoperto in un allevamento di pollame nei Paesi Bassi e in uno in Germania. Ceppo che si è spostato fino all’Inghilterra: è arrivata la conferma di almeno un caso di influenza aviaria in un allevamento di Nafferton, nell’East Yorkshire, anche se non è ancora certo che si tratti della nuova variante. Le misure di intervento comprendono l’uccisione di tutti gli animali contaminati e la pulizia delle aree di detenzione. Il governo olandese – ricorda la Bbc News on line – ha avvertito in un comunicato ufficiale che il ceppo, l’H5N8, potrebbe potenzialmente interessare l’uomo.
Le autorità hanno già iniziato a distruggere 150.000 galline presso l’azienda agricola infetta, nel villaggio di Hekendorp. “Questa variante ad alta patogenicità dell’influenza aviaria è molto pericolosa per la vita degli uccelli”, ha evidenziato il governo olandese, precisando che “la malattia può essere trasmessa dagli animali all’uomo”, anche se solo attraverso stretto contatto con volatili infetti. Le autorità, intanto, hanno imposto un divieto nazionale di tre giorni sul trasporto di pollame e uova.
Il ceppo non è mai stato rilevato negli esseri umani, ma un focolaio in Corea del Sud ha portato all’abbattimento di milioni di uccelli per contenere il virus. Nel Regno Unito i funzionari hanno appunto confermato almeno un caso di influenza aviaria nello Yorkshire, ma insistono che il rischio per la salute pubblica è “molto basso”. Secondo il Chief Veterinary Officer britannico Nigel Gibbens, “il rischio di diffusione da questa fattoria è probabilmente molto basso – ha assicurato – e da quello che sappiamo fino a ora questo è un ceppo altamente patogeno per gli uccelli, quindi è una malattia del pollame”. Quindi la priorità ora è “proteggere gli uccelli selvatici” dal contagio.
Esperti Ue “non escludono altri focolai in Francia, Spagna e Italia in quanto ritengono che i responsabili siano uccelli migratori, forse cigni”. La Commissione europea ha avvertito le autorità sanitarie di tutti gli Stati membri, raccomandando agli allevatori di mettere in atto misure di biosicurezza per evitare eventuali contagi dovuti agli uccelli migratori, quasi certamente responsabili della diffusione del virus.
In pratica, si tratta di rafforzare i controlli e di mantenere il più possibile al chiuso i volatili per il periodo di migrazione delle specie più pericolose evitando così contatti tra animali e con i loro escrementi. In Italia le aree con maggiore densità di allevamenti avicoli si trovano in Lombardia e Veneto, e per le galline ovaiole in Emilia Romagna.
Domenica il ministero olandese degli Affari economici, che comprende anche il settore agricolo, ha annunciato un fermo del trasporto di 72 ore per pollame, uova, pollina e lettiere per tutta l’Olanda. Nel raggio di10 km intorno alla fattoria il divieto durerà fino a 30 giorni. In questa zona ci sono infatti 16 allevamenti di pollame. Presso gli allevamenti è vietata la presenza di persone non strettamente legate alle attività di allevamento e tutto il pollame deve essere tenuto al chiuso.
I trasformatori di pollame non potranno quindi lavorare fino a mercoledì 19 novembre e le uova di allevamento non potranno essere trasportate. Ancora non sono chiare le conseguenze finanziarie di questo fermo. Tuttavia, l’ufficio di presidenza olandese per il commercio al dettaglio (CBL) non prevede una carenza di prodotti a base di carne di pollame.
Altre due fattorie nelle immediate vicinanze sono attualmente sotto verifica e i primi risultati dovrebbero arrivare entro lunedì 17 novembre. Il ministero afferma che “i prossimi giorni serviranno a comprendere l’origine e la trasmissione del virus e prevenirne l’ulteriore diffusione”.
I produttori avicoli dei Paesi Bassi sono sorpresi di questo focolaio e stranamente il ceppo è stato individuato in un allevamento al coperto. Nella zona in cui è stato scoperto il virus, esistono relativamente pochi allevamenti di pollame. Questo rende la possibilità di un’ulteriore infezione inferiore rispetto all’epidemia del 2003, quando l’influenza aviaria colpì la proncipale zona produttiva avicola nel cuore dei Paesi Bassi. La stessa variante ad alta patogenicità (H5N8) era stata individuata in Germania all’inizio di novembre.
Secondo il portavoce della Commissione Ue per le materie sanitarie le misure prese da Olanda e Regno Unito per bloccare la diffusione dei focolai di influenza aviaria sviluppatisi negli ultimi giorni in alcuni allevamenti di polli nei due Paesi sono “adeguate”. I protocolli Ue “sono stati seguiti e applicati”, ha aggiunto. Oggi pomeriggio sarà in ogni caso presa una decisione formale della Commissione Ue.
Dopo la notizia di un focolaio di influenza aviaria altamente contagiosa in Nord Germania, l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria (USAV) ha adottato misure volte a far sì che il virus (H5N8) non venga introdotto in territorio elvetico. Tali provvedimenti sono stati decisi per proteggere il patrimonio avicolo svizzero con un’ordinanza del 12 novembre che consenta di confiscare alla dogana le partite – o eventualmente già presenti in territorio elvetico – non conformi alle disposizioni sancite dall’ordinanza stessa.
Fonte IzsVe, World Poultry, Reuters – 17 novembre 2014