di Howard S. Friedman. Progetti. Perseveranza. Giornate piene. E una bella carriera. Poi amore e amicizie. Nel biennio 1921-22, oltre 1.500 bambini intelligenti in età scolare vennero selezionati in alcune scuole californiane per essere sottoposti alla valutazione del Dott. Lewis Terman, uno psicologo dell’Università di Stanford. Terman era interessato a scoprire come coltivare dei futuri leader brillanti e produttivi.
I soggetti prescelti (che allora avevano circa 11 anni) sono stati seguiti per 8 decadi, in tutto il periodo della crescita, delle scelte professionali, nella creazione di una propria famiglia, attraverso successi e insuccessi. Alcuni di loro sono ancora in vita e molti altri sono invecchiati in buona salute.
Qual è il loro segreto? Per scoprirlo, insieme a Leslie Martin all’Università della California di Riverside, ho dedicato gli ultimi 25 anni a seguire tutti i soggetti selezionati negli studi di Terman per capire perché alcuni sono invecchiati in buona salute ed altri no in quello che abbiamo chiamato Longevity Project. Abbiamo esaminato un’ampia gamma di fattori come la personalità, la carriera, se erano sposati o divorziati, il livello di istruzione, se erano persone serene o apprensive, se lavoravano molto, e così via. Quali caratteristiche sono risultate maggiormente predittive della longevità? Le scoperte sono state sorprendenti e sono stati sfatati molti miti: di questo parlerò alla conferenza di Venezia, The Future of Science, organizzata dalla Fondazione Veronesi.
Ci consigliano spesso di rilassarci, di evitare lo stress e non farci coinvolgere troppo, ma sono questi i segreti della buona salute? Assolutamente no. Le persone che hanno una carriera di successo e uno sviluppo professionale continuo hanno minori probabilità di morire giovani. In effetti, gli uomini di successo vivono in media cinque anni più degli altri. Ambizione, perseveranza, controllo degli impulsi ed elevata motivazione contribuiscono al successo sul lavoro e aumentano le probabilità di vivere una vita più lunga e più sana. In genere si pensa che le maggiori responsabilità comportino un aumento delle preoccupazioni e del carico di lavoro, ma paradossalmente tutto questo serve a mantenerci più sani, soprattutto se il lavoro ci piace e andiamo d’accordo con i colleghi (ovviamente, se gli impegni sono troppo stringenti, le risorse inadequate e i colleghi sgradevoli, è meglio cambiare lavoro). Le scoperte sono state particolarmente sorprendenti a proposito dei partecipanti allo studio in età più avanzata. Gli uomini e le donne che coltivano una vita produttiva più prolungata vivono più a lungo di quelli che invece smettono di lavorare presto. Questo prolungamento della vita lavorativa risulta più importante del sentirsi felici. Quindi attenzione a non andare in pensione troppo presto. Abbandonare un lavoro interessante e allontanarsi dai colleghi può addirittura contribuire ad aumentare i rischi per la salute!
Si sente dire spesso che si può morire per le troppe preoccupazioni, ma gli studi scientifici non lo hanno confermato. Sembra invece che sia vero esattamente il contrario: la ricerca ha rivelato che il miglior tratto predittivo della longevità nei bambini dello studio è stato la coscienziosità, cioè l’essere prudenti, ben organizzati, perseveranti, anche lievemente ossessivi. La stessa considerazione si è dimostrata valida anche in età più avanzata. Gli adulti parsimoniosi, perseveranti, attenti al dettaglio e responsabili vivevano più a lungo. Per esempio, la longeva ex bambina Patricia “pianificava il suo lavoro nel dettaglio” e aveva degli “obiettivi ben definiti.” Fra l’altro, queste persone affidabili non erano assolutamente scialbe o noiose. Molti dei partecipanti più coscienziosi hanno avuto una vita estremamente interessante, grazie al miglior livello di istruzione raggiunto, il successo sul lavoro e le tante opportunità sfruttate.
Una ovvia spiegazione di questa longevità sta nel fatto che le persone coscienziose fanno di più per proteggere la propria salute. Per esempio, allacciare le cinture di sicurezza, non fumare o bere in maniera eccessiva e non dedicarsi ad attività rischiose come l’abuso di droghe e la guida spericolata. Non sono necessariamente contrarie al rischio ma sono tendenzialmente caute nel valutare fino a dove spingersi. Altro elemento importante e sorprendente della ricerca è che avere una personalità coscienziosa porta ad avere un matrimonio più felice, amicizie migliori e situazioni lavorative più salutari. Si tratta di rapporti positivi che aiutano a stare sani e vivere a lungo. Buone notizie anche per le persone di mezza età: se eravate dei bambini poco coscienziosi, potete ancora rimediare se da adulti siete diventati più perseveranti e affidabili, avete trovato un lavoro che vi piace e che sapete fare bene, un buon matrimonio e una valida rete sociale. I partecipanti allo studio diventati più coscienziosi da adulti hanno potuto sperimentare i benefici di tale cambiamento.
E l’attività fisica? I super-sportivi vivono più a lungo dei secchioni? La ricerca ha in effetti confermato il contrario. Tutti sanno che un’attività fisica regolare fa bene alla salute, ma non è necessario praticare sport estremi o andare in palestra ogni giorno. La ricerca ha dimostrato infatti che le persone che hanno condotto regolarmente una vita attiva sono state tendenzialmente più sane più a lungo, a prescindere dal tipo di esercizio che praticavano: non è necessario correre la maratona. Inoltre, i soggetti che erano stati atletici da giovani e che poi gradulmente erano diventati sempre più sedentari tendevano a perdere il beneficio di longevità precedentemente acquisito. Rimanere attivi una volta raggiunta la mezza età si è rivelato importante, con il ballo, il tennis, il nuoto, le passeggiate o il giardinaggio: quello che conta è trovare delle attività di proprio gradimento per continuare a praticarle con regolarità nel corso degli anni.
Si sente dire spesso che il matrimonio contribuisce a renderci sani e longevi. Ma leggendo con attenzione gli studi scientifici si capisce che questa regola non vale genericamente per tutte le persone sposate, ma che sono solo gli uomini a guadagnare in longevità. I dati raccolti non evidenziano alcun beneficio particolare per le donne sposate. Gli studi svolti nel corso di 8 decadi nell’ambito di questo progetto sulla longevità forniscono ulteriori spiegazioni a riguardo. Sembra che per gli uomini il rischio principale sia costituito dal divorzio con la conseguente disgregazione di rapporti sociali fondamentali ed effetti che durano anche per molti anni. Nello studio Terman, gli uomini con una situazione matrimoniale stabile possono vivere oltre i 70 anni, mentre gli uomini divorziati è improbabile che raggiungano la vecchiaia. Gli uomini con un divorzio alle spalle, non avevano soltando attraversato un’esperienza già di per sé stressante ma avevano successivamente adottato vari comportamente poco salutari, conseguenti alla disgregazione e alla perdita dei vincoli derivanti da una serie di reti sociali di sostegno. Gli uomini più adatti alla vita coniugale e con un matrimonio felice vivono più a lungo, mentre per le donne si osserva spesso una maggiore longevità fra le divorziate e le single. Questo è dovuto in genere al fatto che le donne spesso coltivano profonde amicizie, anche in assenza di un marito.
I soggetti con un maggior livello di istruzione sono risultati tendenzialmente più sani e longevi, ma gli elementi fondamentali sono stati individuati più nella produttività e nella perseveranza di fronte alle difficoltà della vita che nel livello di istruzione formalmente acquisito dall’individuo. I bambini più affidabili e determinati hanno avuto maggiori probabilità di raggiungere un livello di istruzione più elevato, istruzione che li ha resi di conseguenza più coscienziosi e perseveranti. Si è trattato quindi di un circolo virtuoso che ha fatto aumentare le probabilità di vivere una vita lunga e sana.
Ma le persone allegre ed estroverse vivono veramente più a lungo delle altre? Non necessariamente. La ricerca ha dimostrato che i bambini socievoli non hanno poi avuto generalmente una maggiore longevità dei loro compagni più introversi. Perché no? Perché la socievolezza non crea le condizioni per una vita più lunga? Si è visto che i bambini più assennati, determinati e pianificatori hanno poi in genere acquisito una maggiore stabilità sul lavoro, hanno avuto un matrimonio più duraturo e hanno operato in maniera responsabile, a differenza dei soggetti estremamente socievoli che, invece, si sono dimostrati più inclini a cedere alle pressioni sociali adottando abitudini poco salutari e lasciandosi trascinare da mode passeggere. Una persona socievole tende più spesso a farsi risucchiare in situazioni pericolose del momento. Analogamente, si sente dire altrettanto spesso che la felicità e l’allegria sono il segreto di una vita sana, ma la ricerca svolta nel corso di tanti anni ha rivelato che, in realtà, i bambini allegri e ottimisti tendevano ad avere una minore longevità rispetto ai loro compagni più seri e posati. Ovvio che felicità e buona salute vanno di pari passo, ma questo non significa che la felicità sia la causa diretta della buona salute. Questa è una distinzione importante. Lo studio ha evidenziato che sono le altre caratteristiche di fondo a rendere una persona più allegra e più sana. Per esempio, le persone attive, impegnate, di successo e disposte ad aiutare gli altri diventano più felici e più sane, mentre le persone eccessivamente allegre possono finire per ignorare i pericoli reali non adottando le precauzioni necessarie o non seguendo le raccomandazioni dei medici. La verità è che sono proprio le condizioni profonde alla base di una vita produttiva e piena di significato che rendono più sani e quindi anche più felici. Va bene darsi da fare, ma in maniera realistica. Quanto finora illustrato e molto altro è il contenuto del libro che ho scritto con Leslie R. Martin intitolato “Il Progetto Longevità: scoperte sorprendenti sulla salute e sulla lunga vita dallo studio di otto decadi”, tradotto dall’inglese in 12 lingue e pubblicato in tutto il mondo.
In conclusione, durante gli anni del Longevity Project, che è ancora in corso, è stato affascinante e confortante riscontrare come le persone molto impegnate nei confronti degli altri e con una coerenza nella vita godevano come vantaggio aggiuntivo imprevisto anche del miglioramento della salute. Vero è che anche molte vite piene di significato sono state tragicamente e prematuramente interrotte mentre tante persone continuano a vivere una lunga vita vuota e priva di senso. Ma fa bene sapere che se seguiamo l’esempio dei partecipanti allo studio Terman, cercando di avere una vita produttiva e socialmente ricca, comportandoci da persone affidabili e impegnandoci con gli altri aumentiamo anche le nostre probabilità di vivere una vita lunga e in buona salute.
L’Espresso – 6 settembre 2013