Sfondano il tetto dei 4 milioni i lavoratori dell’«area del disagio» in Italia, con un incremento del 21,4% rispetto al primo semestre del 2008. E la denuncia dell’Ires-Cgil che, elaborando dati Istat, ha conteggiato in 4 milioni e 80 mila i dipendenti e i collaboratori a tempo determinato e gli occupati stabili in part-time non per scelta, ma perché non trovano di meglio.
«Altro che choosy!» è il commento del sindacato che richiama l’espressione «schizzinoso» usata dal ministro del Lavoro, Elsa Fornero a proposito dell’atteggiamento di alcuni giovani verso l’occupazione. Nel dettaglio, nei primi sei mesi del 2012 gli occupati temporanei della cosiddetta «area del disagio» erano 2 milioni 588 mila, vale a dire il 93,2% dell’insieme di lavoratori a termine e collaboratori; nello stesso semestre gli occupati stabili a tempo parziale involontario erano 1 milione 492 mila, di cui 1’86% dipendenti e il 14% autonomi. In totale, dunque, 4 milioni e 8o mila persone, soprattutto donne e giovani. Per uscire dalla crisi occorre uno straordinario Piano del lavoro», insiste la Cgil, dopo aver lanciato l’allarme anche sui 23o mila precari in scadenza nel pubblico impiego e nella scuola. A questo proposito il ministro della Pubblica amministrazione, Filippo Patroni Griffi, ieri ha spiegato che il problema verrà affrontato in maniera diversa a seconda dei settori: «Non possiamo, come qualcuno ha suggerito, procedere a una specie di stabilizzazione di massa». Intanto mercoledì prossimo si riunirà a palazzo Vidoni il secondo tavolo sul precariato nella pubblica amministrazione. E c’è attesa anche per il tavolo sulle regole lanciato da Confindustria e che Cgil ha apprezzato. Il presidente degli industriali, Giorgio Squinzi, ieri ha detto che «l’accordo per la produttività è un primo passo che va nella direzione giusta, poi bisogna ridare fiducia agli investitori, ai consumatori, agli imprenditori, a tutti».
Quanto ai consumatori, le associazioni prevedono un Natale «nero»: il 13,7% degli italiani, secondo un’indagine Confcommercio-Format, non ha intenzione di fare acquisti per i regali, percentuale in aumento rispetto all’11,8% del 2011.
«C’è poco da festeggiare, con le tredicesime sempre più in calo (-1,4% rispetto all’anno scorso, su un totale di 34,5 miliardi di euro), falcidiate per il 9o% da tasse, mutui e bolli di fine anno» avvertono Adusbef e Federconsumatori. In questo modo resterà ben poco per le spese voluttuarie: soltanto il 9,3%, vale a dire 3,2 miliardi di euro.
Per permettere alle famiglie di fare acquisti «senza dissanguarsi e senza troppe rinunce», il Codacons propone anche in Italia un «black friday», un venerdì di sconti e promozioni prima di Natale: il 14 dicembre.
Corriere della Sera – 26 novembre 2012