Capodanno amaro per 160mila precari della Pubblica amministrazione, senza lavoro a fine 2012, cui si aggiungeranno, al termine dell’anno scolastico, altri 70mila lavoratori della scuola, disoccupati per scadenza di contratto. A lanciare l’allarme è la Cgil, che al termine di una ricognizione sui contratti precari nella Pa mette in guardia sulla «bomba sociale che potrebbe esplodere il prossimo 31 dicembre», e chiede al Governo «un provvedimento urgente di proroga immediata dei contratti precari in scadenza».
La sorte incerta di oltre 230mila lavoratori, secondo il sindacato, è dovuto alla spending review, «che elimina posti di lavoro», e alle ultime manovre di bilancio «che tagliano il lavoro precario». I dati «assolutamente parziali» forniti dal ministero della Funzione pubblica ieri parlano di 5.900 precari (tra tempo determinato, cococo e interinali) «il cui contratto di lavoro scade entro la fine dell’anno o al massimo entro giugno del prossimo». Ma i numeri dei precari pubblici, per la Cgil, sono molto più grandi: 90mila contratti a tempo determinato, 12mila interinali, 18mila Lsu e 42mila contratti di collaborazione. Il tutto per un totale di 162 mila lavoratori che rischiano il non rinnovo dei contratti di lavoro». E non è finita. La Cgil ricorda il bacino di precari della Sanità, che secondo alcune stime «è pari a circa 40mila lavoratori», di cui circa 10mila medici, e i 200mila lavoratori presenti nelle graduatorie della scuola: «di questi, 70mila lavorano con un contratto annuale che scadrà entro la fine dell’anno scolastico mentre occupano posti vacanti». Problema nel problema, poi, l’incertezza complessiva sulla platea dei lavoratori a rischio. Il taglio delle dotazioni organiche delle amministrazioni centrali ha portato recentemente a 4.028 posti di lavoro in meno e ad altrettante eccedenze di lavoratori, ma la stima della Ragioneria dello Stato arriva a 24mila unità, numero da cui sono escluse però le eccedenze di Inps, Interni, Esteri ed Economia, ma anche delle Agenzie fiscali e di Palazzo Chigi. Non conteggiati neppure il personale precario degli Enti locali destino, tra cui «le oltre 5mila persone che lavorano nei centri per l’impiego».
ilsole24ore.com – 23 novembre 2012