Al termine della prima settimana di avviamento del programma nazionale Garanzia Giovani e alla vigilia del voto finale sul decreto lavoro, Giuliano Poletti apre un nuovo fronte. Intervenendo a un convegno sul Jobs act organizzato dal gruppo del Pd del Senato, il ministro ha detto che «il diritto acquisito, se è un privilegio ingiustificato, va ridiscusso».
Parlando di lavoro e previdenza il ministro ha spiegato che in prospettiva occorre costruire un punto di equità e giustizia nel rapporto tra generazioni: bisogna riflettere sul fatto che esiste una generazione che ha acquisito diritti negli anni ’60 e ’70 e che si confronta oggi con giovani di vent’anni che non hanno ancora iniziato a lavorare e non possono contare su garanzie o tutele. Interpellato dai cronisti Poletti ha poi chiarito che «ci sono delle cose fuori discussione, non stiamo parlando di maltrattare la gente o portar via la pensione». Ad esempio, ha spiegato, «il Governo una cosa l’ha fatta: ha stabilito un trattamento massimo per i dirigenti». Di qui la domanda: «Possiamo fare altri ragionamenti di questo tipo? Ci sono degli elementi che possono essere messi in discussione perché non coerenti o equi rispetto agli obiettivi che ci siamo posti per il Paese?»
Si tratta di temi trasversali. E che incrociano sia con le prospettive della nuova regulation sul lavoro, chesarà realizzata dopol’approvazione del ddl delega il cui iter parte proprio in Senato, sia con gli annunciati interventiper una «soluzione strutturale» del problema esodati. Misurequesteultimeche potrebbero portare a ritocchi in materia pensionistica che, al momento, non sono tuttavia in agenda.
Polettiha ammessoledifficoltà che si potrebbero incontrare nel riaprire la discussione sui diritti acquisiti. Maha sottolineato anche la sua determinazione: «Su queste cose ci sono delle spettacolari alleanze, tutti i gruppi parlamentari sono d’accordo. Ma se una cosa è ingiusta io non sono d’accordo, anche se sono l’unico».
Intanto è arrivato l’ok della commissione Lavoro della Cameraaldecretolegge sui contratti a termine e l’apprendistato. Il testo, immutato nella versione approvata mercoledì al Senato, saràall’esamedell’aula diMontecitorio da lunedì e dovrà essere votato in via definitiva entro il 19 maggio pena la sua decadenza: «È molto probabile che venga messa la fiducia» ha commentato il presidente della commissione, Cesare Damiano.
Tornando al Garanzia Giovani, in 7 giorni le adesioni sono arrivate a quota 29.936. Sono 21.189 i giovani che si sono iscritti al programma attraverso il portale nazionale e 8.747 quelli che lo hanno fatto sui portali regionali . La maggior parte delle adesioni ègiuntada Campania(22%), Sicilia (17 %) e Toscana (11%). Le adesioni al piano Garanzia Giovani attraverso i portali nazionale e regionale.
Il Sole 24 Ore – 10 maggio 2014