Non solo operai e artigiani. La crisi non risparmia laureati e colletti bianchi. Secondo i dati dell’Istat relativi al terzo trimestre dell’anno emerge, infatti, come tra gli impiegati si contino 95mila occupati in meno rispetto all’anno precedente (-3,5%) mentre nello scorso anno c’era stata una migliore tenuta.
Infatti lo scorso anno (tra il terzo trimestre del 2011 e lo stesso periodo del 2012), gli impiegati avevano mostrato di poter reggere all’urto della crisi, tra le loro fila si erano persi solo 13 mila occupati. Ora, invece, la recessione si fa sentire più forte: tra i 522 mila occupati in meno (-2,3%) contati dall’Istat per il periodo luglio e settembre del 2013 ,quasi centomila sono rappresentanti della categoria dei colletti bianchi.
La crisi della manifattura
Certo ancora peggio va per operai e artigiani, tra loro si registrano ben 320 mila persone in meno a lavoro (-5,6%). E per operai e artigiani non è il primo calo, già l’anno precedente la perdita era stata netta (-288mila unità).
Allarme anche tra i laureati
Numeri neri anche per chi ha una laurea. Negli ultimi due anni tra le persone in cerca di lavoro, i laureati sono aumentati di quasi centomila unità. Dai dati Istat emerge, infatti, come tra il terzo trimestre del 2011 e lo stesso periodo del 2013 i disoccupati muniti di titolo accademico siano passati da 229 mila a quota 325 mila (+96mila, +41,9%).
Insomma la crisi non risparmia chi ha i titoli d’istruzione più alti seppure, in questa fascia, l’aumento dei disoccupati si mantiene più basso rispetto a quello delle altre persone a caccia di un impiego che non possono vantare la laurea (+50,7%).
Anche guardando al tasso di disoccupazione si rileva un netto rialzo nell’ultimo biennio: nel terzo trimestre del 2011 era pari al 5,4%, mentre tra luglio e settembre del 2013 è risultato pari al 6,9%. Nonostante il balzo, il livello si mantiene comunque al di sotto del dato generale (11,3%).
Il fenomeno riguarda soprattutto le donne
Basti pensare che tra coloro che sono disoccupati, le laureate sono il doppio nel confronto con gli uomini della stessa situazione (219mila contro 106mila)
Il Sole 24 Ore – 1 dicembre 2013