La «bufala», e mai come questa volta nome fu più azzeccato, era rimbalzata così veloce sui social network da meritarsi persino una smentita ufficiale sul sito del ministero della Salute. Giusto la settimana scorsa infatti la pagina Salute.org metteva in primo piano che «la notizia relativa alla carne bovina infetta da Aids, che circola in questi giorni sui social network è assolutamente priva di ogni fondamento».
Ma non è bastato. Ieri mattina infatti Fabiano Barbisan, presidente dei Produttori Carni Bovine Unicarve, ha depositato, per mano dell’avvocato Riccardo Gallese, una querela in procura a Padova nei confronti di chi, tramite internet, aveva diffuso la notizia (falsa) che era stata messa in commercio della carne infetta del virus dell’Hiv, alla base dell’Aids. Il falso articolo annunciava sequestri in tutta Italia (Veneto compreso) da parte dei carabinieri del Nas, che già da tempo stavano tenendo d’occhio la situazione e avevano messo in piedi un’inchiesta dal potenziale deflagrante, i «millenaristi» della carne all’Aids mettevano in guardia l’intera popolazione italiana, millantando possibili epidemie. Tutto, come ovvio, infondato. Nella querela arrivata al quarto piano del palazzo di Giustizia, il presidente Barbisan chiede quindi alla magistratura di dare vita ad un’inchiesta per scovare chi ha diffuso una notizia che poteva danneggiare il mercato delle carni. «Notizie inveritiere per destabilizzare il mercato dal momento che – si legge nella denuncia, ma lo scriveva anche il sito del ministero della Salute – gli alimenti di qualsiasi genere non possono contenere il virus Hiv, né tantomeno causare un’infezione da questo virus. Nel mirino dell’Unicarve, che ha sede a Legnaro ed è venuta a conoscenza della notizia navigando su Facebook, tutti i siti che hanno diffuso il falso allarme. «Il virus Hiv è in grado di infettare solo l’uomo e alcune specie di scimmia – chiariscono gli specialisti del ministero della Salute-. Il virus si inattiva rapidamente quando esposto all’aria aperta. Le uniche vie di contagio sono i rapporti sessuali non protetti con persone positive, lo scambio immediato di sangue infetto tramite siringa, e la trasmissione da madre positiva a figlio»
N.M. – Corriere del Veneto – 10 settembre 2015