Hashtag: #machecistoafareinpolitica. Parole sue. Ilaria Capua, pluridecorata ricercatrice padovana (l’ultima medaglia: l’Award for Excellence in Clinical Microbiology per il contributo straordinario alla disciplina), dall’anno scorso in parlamento grazie alla chiamata di Mario Monti, taglia twitter con il bisturi: «Contenta per sottosegretari di Scelta Civica – scrive -, triste perche la mia professionalità e competenza non interessa all’Italia».
Pare di capire che ci sia rimasta male…
«Certo, questo governo doveva accontentare tutti, però uno si interroga: c’è un sottosegretario alla Sanità che è un laureato in Filosofia e una all’Istruzione che è un’imprenditrice».
Ambiva a quei posti?
«Mi sono messa a disposizione della comunità scientifica per portare la voce della scienza e della ricerca in parlamento. Ho fatto tutto quello che potevo fare: dalla battaglia della sperimentazione animale, all’esenzione Imu per gli enti di ricerca (Torre della Ricerca compresa), fino alla proposta di legge sulla ricerca indipendente. Mi dispiace che non mi abbiano utilizzato. Sono amareggiata».
Di chi è la colpa?
«Se il mondo della ricerca è così penalizzato nel nostro Paese, è anche perché la comunità scientifica non si muove compatta. Pure sulla sperimentazione animale non ha preso posizione: ha fatto molto di più Caterina Simonsen (la giovane affetta da una serie di malattie rare, che ha sostenuto i test sugli animali su Facebook, venendo per questo attaccata, ndr), che tutti gli altri messi assieme. Ma bisogna saper difendere i propri interessi. Non dico che dovessero proporre proprio me, ma almeno un nome valido, di scienza».
Qualche tempo fa aveva lasciato intendere che si fosse pentita di essersi candidata. Ora scrive: «Che ci sto a fare in politica». Il prossimo passo?
«Le mie aspettative di servizio al Paese e alla ricerca sono state molto disattese. Speravo di fare molto di più. Di certo la politica non sarà il mio futuro».
Mai pensato alle dimissioni da parlamentare?
«Potrei anche ritirarmi, sì. Nel momento in cui mi rendessi conto di essere davvero solo una goccia nell’oceano, sono pronta a ritirarmi. Oggi mi sento un parlamentare omeopatico. Non sono attaccata alla sedia. E anzi, continuare a fare avanti e indietro con Roma, anche no».
A Padova sostengono che lei sarà in lista alle prossime comunali.
«Mi sto allontanando dalla politica classica, non ho intenzione di entrare a far parte di alcuna lista. La politica è un virus, che tira fuori il peggio dalle persone. Per fortuna però non ne sono stata contagiata. Non sono diventata come loro».
Quindi quale sarà il suo futuro?
«Mi do da fare. Sono nella rosa finale per la direzione dell’agenzia per la sicurezza alimentare europea (unico candidato italiano), ho preso l’abilitazione a professore ordinario e ho fatto domanda per fare il direttore generale allo Zooprofilattico. Se nessuna di queste cose andrà in porto, cercherò altrove. Le proposte all’estero non mancano».
Giovanni Viafora – Corriere del Veneto – 2 marzo 2014