Roba che il povero Homer rischia un coccolone. Lui che di quelle lattine ne ingolla minimo una per puntata. Lui che in uno degli episodi storici della serie era andato in «pellegrinaggio» nella fabbrica in cui la producono.
Homer che di certezze nella vita ne ha poche. Ma una sì. La sua birra. E adesso gli tocca scoprire che anche su quella non c’è nulla di certo. Perchè la realtà, questa volta, ha superato la fantasia. Nel senso che in quello che è ben di più di un «cartone animato», quella birra che ne è diventata uno dei protagonisti ha un prodotto concorrente, la «birra Zecca». Ma mai era passata dalle matite degli autori l’idea che si è materializzata sugli scaffali di alcuni supermercati veronesi. Vendere la versione «clonata» della Birra Duff. La birra di Homer Simpson. «Clonata» nel senso che il nome e il logo di quella pilsener tanto amata da Homer sono stati creati da Matt Groening, il disegnatore dei Simpson. E per questo sono un marchio registrato della Twentieth Century Fox, la casa di produzione della serie. Che quindi vanta delle «royalty» sul marchio. Peccato che la Guardia di finanza di Verona abbia trovato sugli scaffali di alcuni supermercati di Bussolengo, Cerea, Belfiore e Villafranca bottiglie e lattine con quel logo e quel marchio. E con tanto di lettera «R» cerchiata, che certifica la regolare registrazione del marchio. Ma poi, controllando le carte, abbia scoperto che nessuna registrazione o autorizzazione era stata rilasciata per la commercializzazione.
Il tutto ha portato al sequestro di 12 mila, tra bottiglie e lattine da 33 centilitri. E almeno altre 96 mila confezioni sarebbero già state vendute. Insomma, migliaia e migliaia di litri di quella che Homer definisce «the beer that makes the days fly by». Vale a dire «la birra che fa volare via i giorni». I finanzieri hanno risalito la «filiera» di approvvigionamento. Prima in un deposito di distribuzione di San Martino Buon Albergo. Poi da due importatori. Uno a San Mauro Pascoli (Cesena), l’altro a Torino.
In Piemonte sono state sequestrate 600 bottiglie e il pm Raffaele Guariniello — quello conosciuto per le sue indagini contro il doping e sulle frodi alimentari — ha iscritto nel registro degli indagati il titolare della ditta importatrice torinese, per il reato di «vendita di prodotti industriali con segni mendaci». Homer adesso può dormire sonni tranquilli. Quelli che solitamente fa dopo aver bevuto almeno una pinta della sua — assolutamente originale — «Duff».
Angiola Petronio – Corriere del Veneto – 3 novembre 2013