Senza tagli lineari. Gli enti di previdenza privati potranno versare allo Stato una somma pari al 12% della spesa 2010 per consumi intermedi. Per le Casse di previdenza private due buone notizie dal Ddl Stabilità: meno vincoli sulla spending review e nuova garanzia del legislatore sulle delibere che rivedono gli assegni pensionistici.
In particolare, dal prossimo anno gli Enti dei professionisti (regolati dal decreto legislativo 509/94 o 103/96) potranno rispettare gli obblighi di finanza pubblica con il versamento del 12% calcolato sulle spese per i consumi intermedi effettaute nel 2010.
Inoltre, il Ddl contiene un’interpretazione autentica – quindi retroattiva – relativa a legittimità ed efficacia delle delibere adottate dalle Casse per garantire la sostenibilità finanziaria, attraverso una riduzione delle prestazioni previdenziali, o con contributi di solidarietà o con criteri di calcolo più penalizzanti senza un rispetto rigido del principio del pro-rata. Il Ddl Stabilità interviene sull’ultimo periodo del comma 763 della legge 296/06, che già aveva fatto salve le deliberazioni delle Casse, con una nuova blindatura: i provvedimenti si intendono legittimi «a condizione che siano finalizzati ad assicurare l’equilibrio finanziario di lungo termine».
Vediamo il primo punto. Con il Dl 95/12 le Casse – ricomprese nell’elenco Istat delle pubbliche amministrazioni – devono tagliare sull’acquisto dei consumi intermedi e devono riversare i risparmi all’Erario: la base di calcolo è il 2010; la riduzione delle spese è partita con il 5% per poi assestarsi al 10 per cento. Ora con il Ddl Stabilità si introduce un’alternativa: gli Enti di previdenza privati possono versare allo Stato una somma pari al 12% della spesa 2010 per consumi intermedi. In questo modo “acquistano” libertà di gestione, nel senso che non sono vincolati a tagli lineari sulle consulenze piuttosto che su altri capitoli del bilancio, in molti casi essenziali per il corretto ed efficiace funzionamento.
«La norma – afferma Andrea Camporese, presidente dell’Adepp, l’associazione delle Casse private – costituisce un passo avanti perché consente agli enti di non subire l’automatismo nelle riduzioni di spesa». Va ricordato che con la legge 99/13 i risparmi aggiuntivi derivanti dagli interventi di razionalizzazione per la riduzione della spesa sostenuta per consumi intermedi, nel rispetto dell’equilibrio finanziario di ciascun ente, possono essere destinati a misure di welfare a favore dei professionisti. Inoltre, le Casse sono state escluse dalla spendin review disciplinata dal Dl 101/13. «Si tratta di un collage di interventi positivi – commenta Camporese – anche se resta la necessità di una riflessione complessiva per rispettare l’autonomia delle Casse».
Il secondo intervento riguarda l’articolo 1, comma 763, della legge 296/06. Le Casse sono legittimate ad adottare «i provvedimenti necessari per la salvaguardia dell’equilibrio finanziario di lungo termine, avendo presente il principio del pro rata in relazione alle anzianità già maturate (…). Sono fatti salvi gli atti e le deliberazioni in materia previdenziale» approvati prima del 1?gennaio 2007. Quest’ultima specificazione va letta nel senso che le delibere sono legittime ed efficaci se volte ad assicurare l’equilibrio finanziario di lungo periodo.
Per Renzo Guffanti, presidente della Cassa di previdenza dei dottori commercialisti, «la norma di interpretazioone autentica è volta a mettere in sicurezza le delibere delle Casse» che hanno rivisto trattamenti previdenziali anche molto generosi. Per la Cassa dottori, il contenzioso – dopo la chiusura delle cause relative al contributo di solidarietà dal 2004 – si è riacceso sulle misure successive con alterne fortune per l’ente, perché la salvaguardia stabilità nel comma 763 è stata interpretata nel senso che garantisce l’efficacia delle delibere se esse sono state assunte nel rispetto della legge. Insomma, il comma 763, per alcuni giudici, non ha il valore di rendere di per sé legittime le delibere. Ora con la legge di Stabilità la «legittimità ed efficacia» è garantita in funzione dell’obiettivo: l’equilibrio finanziario dell’ente.
Il Sole 24 Ore – 22 ottobre 2013