Arrivano giovedì all’esame della Conferenza Stato-Regioni le Linee guida per il funzionamento ed il miglioramento dell’attività di controllo ufficiale da parte del Ministero della salute, delle Regioni e Province Autonome e delle Asl in materia di sicurezza degli alimenti e sanità pubblica veterinaria predisposte nell’ottica di migliorare e uniformare l’attività di controllo ufficiale. Ecco il testo. Il documento ripropone in un’ottica sistematica e di carattere gestionale i criteri e le modalità operative del controllo ufficiale previste dalle norme comunitarie e nazionali cogenti e individua linee guida per i tre livelli di autorità sanitarie competenti per pervenire al miglioramento delle performance e delle attività di controllo ufficiale secondo i principi di “efficacia”, “appropriatezza”,”coerenza” e “qualità”.
Il Ministero della salute è stato incaricato nel 2010 dalla Conferenza permanente per i Rapporti tra lo Stato e le Regioni e di formulare una proposta definitiva, condivisa con le Regioni. Lo specifico Gruppo di Lavoro Ministero Regioni si è quindi riunito più volte nel corso del 2011 per giungere alla stesura definitiva del documento. I lavori si sono conclusi a marzo 2012 con l’approvazione da parte del “Gruppo Tecnico Interregionale sanità veterinaria e sicurezza alimentare” del documento redatto dal gruppo di lavoro.
Le linee guida propongono “elementi di conformità”(best practices) ed “evidenze oggettive” (prove documentali a supporto dei sistemi di verifica correlati), ovvero quegli elementi (anche se non gli unici possibili) che contribuiscono al rafforzamento dei sistemi di gestione e della capacità di “governance” delle autorità competenti. Essa promuove, infatti, il consolidamento degli strumenti di programmazione, rendicontazione, monitoraggio e verifica dell’efficacia delle attività di controllo ufficiale svolte, attraverso un sistema ciclico che consente alla direzione sanitaria un riesame periodico dei risultati delle attività svolte e pone le basi per un miglioramento continuo delle performance. Le linee guida mirano a far sviluppare, adeguati percorsi di formazione e di qualificazione del personale, le necessarie capacità di cooperazione, comunicazione, coordinamento e di risposta alle emergenze, e a garantire la disponibilità di sufficienti risorse e infrastrutture.
Le indicazioni contenute potranno incidere, sul piano pratico, non solo in termini di riorganizzazione dei sistemi di gestione, ma anche sugli assetti organizzativi delle stesse autorità competenti preposte alla sicurezza alimentare, indicando modelli efficienti che prevedano strutture e articolazioni funzionali, capaci di supportare le esigenze organizzative, e la presenza di profili professionali adeguati alle funzioni sanitarie da garantire. Tale esigenza risulta particolarmente sentita a livello regionale, poiché la carenza di criteri organizzativi comuni ha comportato, negli anni, una certa difformità nell’organizzazione dei servizi e soprattutto una grave disparità di dotazioni organiche e di disponibilità di professionalità adeguate, generando nel contempo una disomogenea erogazione di servizi sul territorio nazionale.
Considerato il livello di complessità del documento e l’impatto che esso potrebbe avere sulle diverse realtà organizzative, si procederà, dopo la definitiva approvazione, ad una graduale applicazione delle indicazioni in esso contenute, pertanto è stata prevista una temporizzazione nell’applicazione delle stesse.
A completamento del documento, sono stati definiti criteri comuni per la formazione di tutti gli operatori del controllo ufficiale chiamati all’applicazione delle linee guida, coerentemente con l’Accordo Stato Regioni del 5 novembre 2009 in materia di formazione continua in medicina.
La premessa delle linee guida così come inviate alla Stato-Regioni
Il nuovo modello di sicurezza alimentare introdotto con il Regolamento 178/2002, rappresenta un vero e proprio processo di riorganizzazione della normativa comunitaria in materia. Esso contiene i principi per la successiva emanazione dei Regolamenti del cosiddetto “Pacchetto igiene”, introducendo importanti novità, quali l’applicazione di un metodo scientifico che prevede l’analisi del rischio (valutazione, gestione e comunicazione del rischio), il principio della rintracciabilità (finalizzata a consentire agli operatori ed alle autorità di controllo, di attivare e gestire i sistemi d’allarme qualora sorgano eventuali problemi di sicurezza alimentare) e i principi della informazione e della comunicazione, che incidono sul livello di fiducia del consumatore.
In questo scenario, la responsabilità primaria è in carico alle imprese (quindi l’OSA è divenuto il principale garante della sicurezza dei prodotti che immette sul mercato), mentre, al servizio pubblico, in qualità di “Autorità Competente”, spetta, , la verifica del rispetto delle disposizioni da parte degli operatori della filiera alimentare, attraverso la implementazione di un sistema di controllo ufficiale. Tale attività rientra tra i livelli essenziali di assistenza sanitaria (LEA) garantiti ai cittadini dal servizio sanitario nazionale.
Ciò richiede un percorso di adeguamento, mirato non solo alla riorganizzazione delle attività di controllo ufficiale, ma anche delle stesse Autorità Competenti che devono dunque “adeguare” i propri strumenti gestionali e operativi a quanto richiesto dalle prescrizioni emanate in ambito comunitario, (ad esempio in termini di qualificazione del personale, di formazione, di risorse e infrastrutture, di capacità di cooperazione e coordinamento e di risposta alle emergenze, di programmazione, rendicontazione, monitoraggio delle attività di controllo ufficiale, di attività di audit).
Tra l’altro, il Regolamento 882/2004 prevede all’articolo 4 che se nell’ambito di un’autorità competente vi sono più unità competenti a effettuare i controlli ufficiali, si deve assicurare il coordinamento e la cooperazione efficaci ed efficienti tra queste diverse unità e si deve garantire l’imparzialità, la qualità e la coerenza dei controlli ufficiali a tutti i livelli e, conseguentemente, attuare una attività di audit per la verifica del raggiungimento degli obiettivi del medesimo Regolamento n. 882/2004.
Risulta pertanto necessario definire un documento che raggruppi in un’ottica sistematica e di carattere gestionale, i requisiti previsti dal cogenti del Regolamento n. 882/2004, da applicare a tutti i livelli di autorità competente di cui all’art. 2 del DLvo n. 193/2007 in modo che esse possano espletare quanto previsto dagli obblighi comunitari soddisfacendo i criteri di efficacia e imparzialità in un quadro di ricerca di efficienza da parte della Pubblica Amministrazione.
Fonte: Ministero della Salute – 5 febnbraio 2013 – riproduzione riservata