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Le misure. La spinta degli esperti: “Inutili chiusure a metà”. Gli epidemiologi senza incertezze. Rezza (Iss): “Non ha senso fermare le scuole e lasciare aperto tutto il resto”

Michele Bocci, Repubblica. Gli esperti premevano già da ore per l’estensione a tutta l’Italia delle misure già adottate al Nord. Il Governo non ha avuto dunque neanche la necessità di riascoltarli e si è mosso su indicazione del ministro alla Salute Roberto Speranza e del presidente del Consiglio Conte ben sapendo che il Comitato tecnico scientifico della protezione civile, che questa mattina si incontrerà con l’esecutivo, è tutto d’accordo con la nuova decisione.
Negli ultimi giorni più di uno scienziato ha segnalato i rischi che si correvano nell’Italia fuori dalla zona arancione, tra aperitivi affollati, manifestazioni piene di gente, spostamenti notturni sui treni verso le regioni del Centro-Sud. «Io ho lanciato l’allarme su Roma, dove i casi non sono ancora tanti, ma negli ultimi giorni stanno aumentando, ma il discorso è lo stesso per tutto il resto d’Italia. Non ha senso rischiare di trovarsi con una situazione simile alla Lombardia anche altrove «. A parlare è Giovanni Rezza, il capo delle malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità: «Dopo aver deciso la chiusura di tutte le scuole sul territorio nazionale non si può lasciare aperto tutto il resto, e in certe zone del Paese la sera andare a fare baldoria tutti insieme. Ora si dà un segnale forte ma si è conseguenti rispetto a quella decisione». Anche Walter Ricciardi, membro del Comitato e consulente del ministero alla Salute per i rapporti internazionali, è di questa opinione. «La situazione non è buona – ha detto – abbiamo un aumento di casi e decessi, e questo mostra un deterioramento. Giusto intensificare le misure per contenere Covid-19. Nella vecchia zona rossa le misure di contenimento sembrano aver funzionato. L’Italia però ieri si trovava in una situazione analoga a quella di Wuhan prima della chiusura della città». Riguardo alla capacità delle nuove misure di sconfiggere l’epidemia, Rezza spiega che «comunque la ritarderanno. È fondamentale che il coronavirus rallenti per non avere tanti casi tutti insieme, che metterebbero in crisi le strutture sanitarie italiane. Speriamo di diluire l’onda, altrimenti le rianimazioni non ce la fanno».
La decisione del governo interromperà le “fughe” dalle Regioni dichiarate fino a ieri zona arancione. «Chiudere tutto eviterà i movimenti. Non si può, e comunque non ha più senso, allontanarsi dalle aree dove sono prese misure restrittive, visto che la situazione adesso sarà uguale ovunque. Certo, una decisione come quella presa dall’Italia dovrebbe essere adottata anche dagli altri Paesi europei per essere ancora più efficace». Secondo Rezza i treni affollati partiti l’altra notte da Milano «sono stati come bombe biologiche, perché all’interno c’erano persone provenienti da zone del nord colpite dal virus».
Ma le persone capiranno i nuovi provvedimenti? «Per giorni in molti si sono fatti problemi nella comunicazione di quello che rischiavamo – dice Rezza – Non si volevano spaventare i cittadini descrivendo la situazione al Nord e i rischi che correva tutto il Paese ma era sbagliato e inutile, come dimostrato da alcune scene viste i n questi giorni. Vanno dette le cose come stanno: siamo in pericolo, in particolare le persone più fragili. Però la contromisura principale non è complicata. Bisogna stare a casa, così si riduce la circolazione del virus e quindi la gravità dell’epidemia».

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