Nel mirino gli assessori tosiani Conte, Stival e Finozzi. Elezioni comunali, via libera a Gentilini e Dal Lago
VENEZIA — Non grigie ma verdi le cento sfumature che hanno segnato il consiglio nazionale della Lega di ieri mattina. E altrettanto fustiganti.
Perché la riunione è stata così accesa, dicono alcuni presenti, che a un certo punto, prima ancora che arrivasse il secondo caffé, è giunta al segretario nathional Flavio Tosi una telefonata del lombardissimo segretario federale Roberto Maroni che invitava i veneti a procedere con i piedi di piombo per evitare ulteriori divisioni. Il piombo, però, a ora di pranzo, è stato usato in maniera molto diversa.
Tosi ci ha messo due minuti a impallinare i «ribelli» veneziani, che stamattina cominciano la loro prima domenica da federazione commissariata. Anche se il sindaco di Verona e segretario veneto riduce il braccio di ferro con i veneziani a «decisioni organizzative in vista delle prossime elezioni amministrative», dopo cinque ore di riunione, la nomina del tosiano presidente della Provincia di Treviso Leonardo Muraro a commissario di Venezia al posto del segretario Paolo Pizzolato (che ha ereditato e proseguito la gestione di Corrado Callegari) non è stata ben digerita dai bossiani, che hanno già tirato in ballo il governatore Luca Zaia, invitandolo a tagliare subito la testa a Daniele Stival, Marino Finozzi e Maurizio Conte, assessori regionali e tosiani di ferro.
Un rimpasto di Giunta all’orizzonte? Difficile perché, per quanto furioso per il risultato elettorale, i commissariamenti e le lettere di richiamo, il presidente della Regione si è sempre fatto vanto di saper tenere distinto il Luca padano dallo Zaia amministratore, ma non più così impossibile visto che i ferri tra le correnti leghiste sono, di giorno in giorno, sempre più corti.
Dalla riviera del Brenta fino all’asfalto di Mestre infatti l’urlo di guerra è destinato a farsi sentire già nei prossimi giorni e lo stesso Zaia assicura che lunedì ci saranno «chiarimenti». A testimonianza delle tensioni che corrono tra i leghisti, la presenza, in via Panà a Noventa (la sede della Lega dove si riunisce il consiglio nazionale), di un gruppo di militanti veneziani, capeggiati dal consigliere regionale Giovanni Furlanetto, intenzionati a chiedere l’immediata sfiducia del segretario nathional Tosi e pronti a impedire l’ingresso nelle terre di San Marco al commissario trevigiano Muraro. Perché sia chiaro che, anche se Muraro è di Mogliano e quindi vive da sempre in bilico tra la Provincia di Treviso e il prefisso telefonico di Venezia, l’idea di un «estraneo» in laguna non è mai stata vista di buon occhio, tanto che lo stesso segretario di Treviso Giorgio Granello avrebbe fatto un passo indietro al momento della votazione del commissariamento. Per quanto l’intenzione iniziale di Muraro sembri benevola, visto che lo lui stesso ribadisce che il suo compito «è quello di portare un contributo super partes per il rilancio della Lega a Venezia», i veneziani restano dell’idea che, conti alla mano, il vero sconfitto di queste elezioni «sia proprio Tosi, che a Verona ha perso in proporzione più voti di tutti».
Per la Lega però il problema è rivolto al prossimo futuro e quindi alle prossime amministrative. Per questo il Carroccio ha deciso di far convergere le energie sulle candidature di Giancarlo Gentilini a Treviso e di Manuela Dal Lago a Vicenza, voluti dalla base «in un momento in cui c’è bisogno di punti di riferimento saldi e dei migliori candidati a disposizione», sottolinea Tosi, invitando l’autocandidato sindaco di Treviso Massimo Zanetti, re del caffè, a ripiegare sull’incarico di vice dello Sceriffo.
La resa dei conti tra tosiani, maroniani, Zaia-boys e bossiani (le cento sfumature di verde, appunto) però non finiscono qui. A Padova lo strappo che si era consumato tra i consiglieri comunali della Lega Nord e finito con la richiesta di sospensione per dieci mesi dei tosiani Mario Venuleo e Luca Littamé da parte del segretario provinciale Roberto Marcato (su richiesta del senatore Massimo Bitonci), è stato rinviato a data da destinarsi, mentre a Vicenza il sangue versato è rimasto sul pavimento. Ieri infatti il consiglio ha ratificato il commissariamento del provinciale berico dopo le dimissioni di Maria Rita Busetti, impallinata dal suo stesso direttivo e sostituita con il commissario Paolo Tosato. Un veronese.
Alessio Antonini – Corriere del Veneto 24 marzo 2013