Il ddl stabilità approvato domenica scorsa dalla Camera è stato assegnato ieri al Senato per la prima lettura. Ecco il testo dell’atto Senato (n.1698) e i due dossier messi a punto dal Servizio studi di Palazzo Madama che esaminano punto per punto i tre “maxi” articoli della manovra. Il ddl stabilità che ha avuto il via libera domenica scorsa dalla Camera approda al Senato è stato assegnato alla Commissione Bilancio per l’esame di merito in sede referente. Il testo (AS 1698) del ddl stabilità 2015 e i due dossier del Servizio studi. Il primo va dall’art. 1 all’art.2, comma 69, il secondo dall’art.2, comma 70 all’art.3. Tornando al dossier del Servizio Bilancio del Senato, i tecnici si sono soffermati anche sulla deduzione del costo del lavoro Irap: «In un’ottica di stima prudenziale» il rischio è quello di un «minor gettito». Quanto al Tfr in busta paga, la relazione tecnica non fornisce alcun «dato che consenta un verifica puntuale» del suo impatto.
Il ddl stabilità 2015 – AS 1698
Dossier Servizio studi Senato su ddl stabilità – n.1
Dossier Servizio studi Senato su ddl stabilità – n.2
Legge di stabilità. «Evasione e bonus, cifre a rischio». Dai tecnici del Senato dubbi su alcune coperture.
Perplessità su tassazione dei fondi pensione e clausola di salvaguardia. Nella relazione tecnica nessun dato sull’impatto del Tfr in busta pagasulla possibilità di utilizzare misure anti-evasione, come quelle su “reverse charge” e “split payment” legate all’Iva, per coprire strutturalmente alcuni interventi della manovra e sul loro gettito effettivo da stimare in via maggiormente «prudenziale». Nebulosità della clausola di salvaguardia, sotto forma di aumenti di Iva e accise sui carburanti, che «da un punto di vista metodologico» non può neppure essere considerata tale. Impossibilità di verificare «in modo puntuale» la platea dei beneficiari del bonus Irpef di 80 euro. E mancata quantificazione del «notevole restringimento» del bacino di chi usufruirà del bonus bebè per effetto del passaggio, deciso alla Camera, dal tetto di reddito Irpef di 90mila euro al tetto Isee di 25 mila euro. E ancora: perplessità su tassazione sui fondi pensione, Tfr in busta paga, sgravi per i neoassunti, Irap e su molte altre misure. Sono questi i tratti salienti della fotografia scattata dal i tecnici del Senato nel consueto dossier sulla legge di stabilità in cui si evidenzia che in molti casi manca anche la relazione tecnica delle misure.
La partita vera a Palazzo Madama sulla manovra, così come modificata dalla Camere, comincerà martedì 9 dicembre, giorno in cui è stato fissato il termine per la presentazione degli emendamenti da parte dei gruppi parlamentari. Nella stessa giornata in commissione Bilancio inizierà la discussione generale sul testo. Le prime votazioni dovrebbero arrivare giovedì 11, probabilmente in concomitanza con la presentazione dei principali emendamentidelGovernoedelrelatore, Giorgio Santini (Pd). L’obiettivo è quello di far approdare il testo in Aula il 17 o al più tardi il 18 dicembre (con uno o due giorni di ritardo rispetto al termine fissato dalla tabella di marcia originaria Palazzo Madama), per dare il via libera (con la fiducia quasi scontata) entro sabato 20 e consentire alla Camera di approvare definitivamente il testo prima di Natale.
Due le incognite al momento dell’avvio del cammino della “stabilità” al Senato. Anzitutto il caso, non ancora risolto, del personale delle province in esubero per effetto della riforma Delrio (quasi 20mila addetti) da ricollocare nelle Regioni. ConiGovernatorichelanciano però l’allarme sulle risorse necessarie lasciando intravedere il rischio di una “bomba sociale”. La secondaincognitaèlegataallalocal tax. Il Governo continua a lavorare con l’obiettivo di inserire la tassazione comunale unica sugli immobili nel passaggio dalla stabilità al Senato. Ma la ristrettezza dei tempi a disposizione e il rischio di alimentare confusione potrebbero rendere non scontata questa operazione con il ricorso a un provvedimento ad hoc nelle prossime settimane.
Ormai certi invece i ritocchi su tassazione delle Casse privatizzate, dei fondi pensione e rivalutazionedelTfrdestinatoallaprevidenza integrativa, così come quelli per rendere più flessibile il Patto sulle Regioni (v. il Sole 24 Ore di ieri), sui “minimi” per i professionisti e sull’Irap per le Pmi. Probabile anche l’avvio della riforma del canone Rai facendolevasuuna“normaponte”. Ncd spinge anche per un immediato drastico taglio delle partecipate.
QS e il Sole 24 Ore sanità – 5 dicembre 2014