Niente da fare. Alla fine nel testo del disegno di legge di stabilità sono stati confermati gli aumenti dell’Iva dal 2016 a garanzia di un recupero di un gettito di almeno 20 miliardi di maggiori entrate. Ma la promessa dei tecnici di Pier Carlo Padoan è quella di non applicarla, una sorta di impegno politico, anche se generico, per evitare l’ulteriore stangata su un’economia in profonda recessione. Dal 2016, se il governo non troverà risorse aggiuntive, l’aliquota dell’Iva del 10 per cento potrebbe salire al 12 per cento e quella del 22 toccare il 24 per cento. La relazione tecnica del tesoro indica che un’aumento di imposte pari a 12,8 miliardi di euro in un solo anno. Ma non è finita qui. Dal 2017 l’IVA continuerebbe a crescere con una progressione che la porterebbe al 13 per cento (l’aliquota ridotta), e al 25 per cento quella ordinaria con un ulteriore incremento delle Entrate del bilancio dello Stato stimabile in circa 19,2 miliardi di euro.
E dal 2018, dulcis in fundo, con un ulteriore incremento dello 0,5%, l’aliquota IVA ordinaria arriverebbe a toccare il 25,5 per cento, un livello più alto di quella indicata dalla stessa Unione Europea. Un vero salasso che rischia di affossare l’economia di un paese già in declino da un pezzo.
Per ora, quindi, bisognerà accettare la promessa del Tesoro nella speranza che l’economia non peggiori ulteriormente e che si riescano a reperire i fondi da altri capitoli del bilancio.
Peraltro la maxi stangata sulle imposte indirette sarebbe accompagnata anche da un incremento sulle accise dei carburanti, la cui entità non è ancora stata chiarita. Nella legge di stabilità si prevedono due aumenti: il primo dal 1° gennaio 2018 per recuperare un gettito fiscale di 700 milioni di euro l’anno che, quindi, dovrebbe tradursi in un aumento di almeno 5 centesimi al litro. Aumento però che il Governo potrebbe congelare qualora, come per l’Iva, si recuperino le risorse in parola da altre voci di spesa.
L’altro, piu’ insidioso, potrebbe scattare già dal prossimo anno laddove l’Unione Europea non autorizzi lo Stato Italiano ad applicare la reverse charge sull’Iva nella Pubblica Amministrazione. In tal caso, la legge di stabilità prevede un ulteriore innalzamento delle accise su benzine e gasolio per coprire 988 milioni di euro di gettito fiscale. La misura sarà fissata, nel caso, con provvedimento del Direttore dell’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli da adottare entro il 30 Giugno 2015.
Sul fronte dei tagli a rischiare sono anche le detrazioni e le deduzioni fiscali da cui il Governo potrebbe attingere in caso di necessità ma che si cercherà, parola di Padoan, di evitare.
www.pensionioggi.it – 28 ottobre 2014