Arriva un tetto alle pensioni d’oro dei funzionari pubblici, ma solo per gli assegni dei «grand commis» liquidati dal 2015. Lo prevede un emendamento alla legge di Stabilità depositato «con un blitz» in commissione Bilancio alla Camera, che nasce per sanare «una falla» della riforma Fornero. Secondo fonti dell’esecutivo si tratterebbe di un emendamento presentato dal ministero dell’Economia e «diverso da quello predisposto dal governo e autorizzato dal ministro Boschi su parere favorevole del ministero del Lavoro e, informalmente, dell’Inps».
La modifica riguarda un punto sostanziale perché fa salve tutte le «pensioni d’oro» già in godimento in quanto, secondo il Mef, dovrebbe limitarsi a valutare i soli profili di copertura finanziaria, altrimenti la norma sarebbe incostituzionale.
«In conseguenza del nuovo intervento – sottolineano le fonti – chi finora ha beneficiato di una disciplina palesemente ingiusta, continuerebbe a farlo: a meno che al Senato il governo e la maggioranza non corrano ai ripari». Il testo stabilisce che l’importo della pensione non può comunque essere superiore a quello che sarebbe stato erogato con il vecchio sistema retributivo, ma non specifica a decorrere da quando (nella prima versione dell’emendamento si stabiliva fosse dalla data di entrata in vigore della riforma Fornero). E perciò si applicherebbe solo alle pensioni liquidate a decorrere dal 1 gennaio 2015, data di entrata in vigore della legge di Stabilità.
La riforma Fornero permette ad alcune categorie, ad esempio dirigenti, magistrati e docenti universitari, di restare al lavoro oltre il limite della pensione di anzianità maturando i requisiti per incassare un assegno anche superiore all’ultimo stipendio. L’emendamento cancella questa possibilità e sancisce che «l’importo complessivo del trattamento pensionistico non può eccedere quello che sarebbe stato liquidato» con le regole precedenti alla riforma Fornero. Di fatto il governo limita l’assegno all’80% dell’ultimo stipendio per queste categorie. La Commissione Bilancio della Camera dovrebbe approvare oggi la manovra. Dopo il via libera dell’aula, atteso entro domenica, la legge di Stabilità andrà in Senato per la seconda lettura.
Corriere.it – 26 novembre 2014