A dare il via alle polemiche, una dichiarazione del premier Monti in trasferta in Laos. «Credo che tecnicamente sia immaginabile – sottolinea il presidente del Consiglio in risposta a una domanda l’ipotesi di un intervento diretto via decreto legge del Governo per riformare l’attuale legge elettorale, visto lo stallo del parlamento – ma politicamente sarebbe di molto preferibile che quest’opera fosse compiuta dalle forze politiche».
Intanto a Roma la Commissione Affari costituzionali di Palazzo Madama ha dato il via libera a un emendamento alla legge elettorale che prevede che per conquistare il premio di maggioranza si debba superare una soglia del 42,5%. Udc e Pdl votano a favore, contro Pd e Idv A favore dell’emendamento hanno votato Api , Lega, Mpa, Udc e Pdl, contro Pd e Idv. Si sta discutendo le proposte sul caso in cui nessuno vinca il premio di maggioranza. Il premio del 12,5% del testo Malan verrebbe, quindi, assegnato a chi raggiunge il 42,5% per un totale, dunque, del 55%. Monti ricorda gli sforzi del Capo dello Stato per raggiungere un’intesa Ai giornalisti, nel corso della conferenza stampa che chiude il vertice Asem a Vientiane, Monti ricorda poi «gli stimoli del presidente della Repubblica», che sul tema sono sempre stati «coerenti, costanti e incisivi. Non c’è che da rammaricarsi del fatto che per ora le forze politiche non siano riuscite a tradurre questo in una nuova legge elettorale. E questo – conclude – è tutto quello che dico per ora». La reazione del Pd A stretto giro, le parole di Monti provocano la reazione irritata del Pd, che per bocca del segretario Pierluigi Bersani boccia ogni ipotesi di “scorciatoia” per decreto: sulla riforma della legge elettorale «non si fanno colpi di mano». «Noi siamo pronti a discutere», assicura Bersani a margine della riunione dei democratici in corso alla Camera proprio sulla riforma del Porcellum. «Bisogna andare avanti nel confronto per giungere a una soluzione ben fatta, ma non con votazioni random o forzature di mano. Crediamo sia ancora possibile una soluzione». Ma la cosa importante, conclude, «è garantire la governabilità, perché l’Italia ha davanti tantissimi problemi e sarebbe imperdonabile una legge che in premessa impedisse di governare». Più cauto il capogruppo Pd alla Camera, Dario Franceschini, che lasciando la riunione ha ribadito che «Il Parlamento deve assolutamente approvare la nuova legge elettorale. Quanto alle dichiarazioni di Monti, il premier «si riferiva all’eventualità’ di presentare un ddl, non certo un decreto che non e’ possibile in questa materia». Le parole di Monti trovano invece d’accordo il leader dell’Udc, Pier Ferdinando Casini, che non teme l’ipotesi decreto: «credo che non ci sarà bisogno di un provvedimento» dell’esecutivo, assicura, perché «In Parlamento stanno maturando le condizioni necessarie per raggiungere un accordo»
ilsole24ore.com – 7 novembre 2012.