Papa Francesco si sofferma sull’analisi delle abitudini e dei fenomeni che danneggiano l’ambiente. Loda chi si orienta “in mezzo al disordine e alla precarietà” e attacca lo spreco energetico. E scrive: “Politica trasparente contro la corruzione, che nasconde il vero impatto ambientale di iniziative imprenditoriali e progetti”
Bergoglio Papa green. Nella sua enciclica sul creato Laudato si’ Francesco offre consigli pratici per salvare l’ambiente da inquinamento e devastazione. Per Bergoglio, novello san Francesco d’Assisi, “mai abbiamo maltratto e offeso la nostra casa comune come negli ultimi due secoli”. Francesco si sofferma ad analizzare tutti i fenomeni con i quali si sta danneggiando il creato e sottolinea che “la previsione dell’impatto ambientale delle iniziative imprenditoriali e dei progetti richiede processi politici trasparenti e sottoposti al dialogo, mentre la corruzione che nasconde il vero impatto ambientale di un progetto in cambio di favori spesso porta ad accordi ambigui che sfuggono al dovere di informare e a un dibattito approfondito”.
Gender – Il Papa precisa che “l’accettazione del proprio corpo come dono di Dio è necessaria per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e casa comune; invece una logica di dominio sul proprio corpo si trasforma in una logica a volte sottile di dominio sul creato”. Per Bergoglio, infatti “imparare ad accogliere il proprio corpo, ad averne cura e a rispettare i suoi significati è essenziale per una vera ecologia umana. Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé. In tal modo è possibile accettare con gioia il dono specifico dell’altro o dell’altra, opera di Dio creatore, e arricchirsi reciprocamente. Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”.
Aborto – Francesco precisa che “non è neppure compatibile la difesa della natura con la giustificazione dell’aborto. Non appare praticabile un cammino educativo per l’accoglienza degli esseri deboli che ci circondano, che a volte sono molesti o importuni, quando non si dà protezione a un embrione umano benché il suo arrivo sia causa di disagi e difficoltà”. Bergoglio attacca anche coloro che “invece di risolvere i problemi dei poveri e pensare a un mondo diverso, si limitano a proporre una riduzione della natalità. Non mancano pressioni internazionali sui Paesi in via di sviluppo che condizionano gli aiuti economici a determinate politiche di ‘salute riproduttiva’”.
Esperimenti sugli embrioni – Francesco afferma che “è preoccupante il fatto che alcuni movimenti ecologisti difendano l’integrità dell’ambiente, e con ragione reclamino dei limiti alla ricerca scientifica, mentre a volte non applicano questi medesimi principi alla vita umana. Spesso si giustifica che si oltrepassino tutti i limiti quando si fanno esperimenti con embrioni umani vivi. Si dimentica che il valore inalienabile di un essere umano va molto oltre il grado del suo sviluppo”.
Sperimentazioni sugli animali -Francesco ricorda che “è contrario alla dignità umana far soffrire inutilmente gli animali e disporre indiscriminatamente della loro vita. Qualsiasi uso e sperimentazione esige un religioso rispetto dell’integrità della creazione”.
Ogm – Il Papa non esprime un giudizio generale sullo sviluppo di organismi geneticamente modificati, vegetali o animali, per fini medici o in agricoltura, “dal momento che possono essere molto diversi tra loro e richiedere distinte considerazioni”. Per Bergoglio “i rischi non vanno sempre attribuiti alla tecnica stessa, ma alla sua inadeguata o eccessiva applicazione”.
Cereali transgenici – Per Francesco l’estendersi delle coltivazioni di cereali transgenici “distrugge la complessa trama degli ecosistemi, diminuisce la diversità nella produzione e colpisce il presente o il futuro delle economie regionali. In diversi Paesi si riscontra una tendenza allo sviluppo di oligopoli nella produzione di sementi e di altri prodotti necessari per la coltivazione, e la dipendenza si aggrava se si considera la produzione di semi sterili, che finirebbe per obbligare i contadini a comprarne dalle imprese produttrici”.
Interni delle abitazioni – Il Papa loda la creatività di coloro “che sono capaci di ribaltare i limiti dell’ambiente, modificando gli effetti avversi dei condizionamenti, e imparando a orientare la loro esistenza in mezzo al disordine e alla precarietà”. Un esempio sono gli interni curati “con molta dignità” degli edifici con le facciate esterne deteriorate. Bergoglio sottolinea che “a volte è encomiabile l’ecologia umana che riescono a sviluppare i poveri in mezzo a tante limitazioni”. In tal modo, “qualsiasi luogo smette di essere un inferno e diventa il contesto di una vita degna”.
Casa – Francesco sottolinea che non solo i poveri, ma una gran parte della società incontra serie difficoltà ad avere una casa propria. Per il Papa “la proprietà della casa ha molta importanza per la dignità delle persone e per lo sviluppo delle famiglie. Si tratta di una questione centrale dell’ecologia umana”.
Trasporti – Bergoglio afferma che molti specialisti concordano sulla necessità di dare priorità al trasporto pubblico. “Tuttavia – precisa il Papa – alcune misure necessarie difficilmente saranno accettate in modo pacifico dalla società senza un miglioramento sostanziale di tale trasporto, che in molte città comporta un trattamento indegno delle persone a causa dell’affollamento, della scomodità o della scarsa frequenza dei servizi e dell’insicurezza”.
Condizionatori – Per Bergoglio le abitudini nocive di consumo non “sembrano recedere, bensì estendersi e svilupparsi”. Un esempio è il “crescente aumento dell’uso e dell’intensità dei condizionatori d’aria: i mercati, cercando un profitto immediato, stimolano ancora di più la domanda. Se qualcuno osservasse dall’esterno la società planetaria, si stupirebbe di fronte a un simile comportamento che a volte sembra suicida”.
Cittadinanza ecologica – Per Francesco “solamente partendo dal coltivare solide virtù è possibile la donazione di sé in un impegno ecologico. Se una persona, benché le proprie condizioni economiche le permettano di consumare e spendere di più, abitualmente si copre un po’ invece di accendere il riscaldamento, ciò suppone che abbia acquisito convinzioni e modi di sentire favorevoli alla cura dell’ambiente”.
Il Papa sottolinea che “è molto nobile assumere il compito di avere cura del creato con piccole azioni quotidiane, ed è meraviglioso che l’educazione sia capace di motivarle fino a dar forma a uno stile di vita. L’educazione alla responsabilità ambientale può incoraggiare vari comportamenti che hanno un’incidenza diretta e importante nella cura per l’ambiente, come evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili, e così via. Tutto ciò – conclude Francesco – fa parte di una creatività generosa e dignitosa, che mostra il meglio dell’essere umano. Riutilizzare qualcosa invece di disfarsene rapidamente, partendo da motivazioni profonde, può essere un atto di amore che esprime la nostra dignità”. (Il Fatto quotidiano)
«Le banche salvate a spese della gente
Diceva Karl Popper che chi fa scienza deve imparare dai propri errori. Ecco, questo è esattamente ciò che non si è fatto. Papa Francesco, nell’enciclica Laudato si’ , denuncia la «radice umana» della «crisi ecologica» del nostro tempo e richiama quella finanziaria: «Il salvataggio ad ogni costo delle banche, facendo pagare il prezzo alla popolazione, senza la ferma decisione di rivedere e riformare l’intero sistema, riafferma un dominio assoluto della finanza che non ha futuro e che potrà solo generare nuove crisi dopo una lunga, costosa e apparente cura», scrive. Perché «la crisi finanziaria del 2007-2008 era l’occasione per sviluppare una nuova economia più attenta ai principi etici, e per una nuova regolamentazione dell’attività finanziaria speculativa e della ricchezza virtuale». E invece «non c’è stata una reazione che abbia portato a ripensare i criteri obsoleti che continuano a governare il mondo».
Le due cose sono collegate, si tratta sempre di pensare al «bene comune»: «La politica non deve sottomettersi all’economia e questa non deve sottomettersi ai dettami e al paradigma efficientista della tecnocrazia». Quando Francesco chiede di ascoltare «il grido della Terra e il grido dei poveri» (sorta di «riabilitazione» del teologo della liberazione Leonardo Boff: è il titolo di un suo celebre libro)e invoca una «conversione ecologica», fa presente che bisogna «evitare una concezione magica del mercato» perché «l’ambiente è uno di quei beni che i meccanismi del mercato non sono in grado di difendere».
Elencati i guasti del pianeta, dal riscaldamento globale alla perdita di biodiversità, il Papa suggerisce «alcune linee di orientamento e di azione». Ci sono suggerimenti che valgono per tutti, «virtù ecologiche» come «evitare l’uso di materiale plastico o di carta, ridurre il consumo di acqua, differenziare i rifiuti, cucinare solo quanto ragionevolmente si potrà mangiare, trattare con cura gli altri esseri viventi, utilizzare il trasporto pubblico o condividere un medesimo veicolo tra varie persone, piantare alberi, spegnere le luci inutili e così via».
Ma soprattutto c’è il problema di una «governance» dei problemi globali. La necessità di «un nuovo inizio», di «ridefinire il progresso» e compiere «un cambio di rotta» per «uscire dalla spirale dell’autodistruzione». Nel Nord del mondo — che ha un «debito» ecologico e sociale verso il Sud — il «consumismo ossessivo e compulsivo» illude i consumatori d’essere liberi, mentre la libertà è solo di «quelli che fanno parte della minoranza che detiene il potere economico e finanziario». È insomma «arrivata l’ora i accettare una certa decrescita» a beneficio dei più deboli. «La crescita sostenibile diventa spesso un diversivo». Occorrono «nuovi stili di vita».
Francesco cita la «Autorità politica mondiale» che invocò Benedetto XVI nella Caritas in Veritate e parla di «consenso mondiale» sulle grandi questioni, come la necessità di «sostituire prontamente e senza indugio» la «tecnologia basata sui combustibili fossili». In tema di cambiamenti climatici, come un monito in vista della Conferenza di Parigi, scrive che «la riduzione dei gas serra richiede onestà, coraggio e responsabilità, soprattutto da parte dei Paesi più potenti e più inquinanti». Ma poi ricorda sferzante «l’ampia quanto inefficace Dichiarazione finale» di Rio 2012: «I negoziati internazionali non possono avanzare in maniera significativa a causa delle posizioni dei Paesi che privilegiano i propri interessi nazionali». E se il candidato repubblicano alla presidenza Usa, Jeb Bush, aveva detto che non intende farsi dettare l’agenda dal Papa, ieri Obama ha invece annunciato che parlerà del problema dei cambiamenti climatici con Francesco «quando a settembre verrà in visita alla Casa Bianca».
L’essenziale della Laudato si ’ sta in una frase: «Noi non siamo Dio. La Terra ci precede e ci è stata data». Un documento «corale» che attinge a studi laici e riprende le riflessioni di conferenze episcopali di tutto il mondo, del patriarca ortodosso Bartolomeo e perfino di un «maestro spirituale» della tradizione islamica sufi, Ali Al-Khawwas, citazione di cui non si ricordano precedenti in un’enciclica. (Il Corriere della Sera)
19 giugno 2015