Breaking news

Sei in:

L’epidemiologa Salmaso: «I contagi ancora non decrescono, tutelare i deboli. Lo scopo principale deve essere ridurre decessi e ricoveri nelle terapie intensive».

Stefania Salmaso da epidemiologa come giudica la scelta del governo italiano di riaprire? Un azzardo?

«Allentare i divieti non vuol dire che il rischio di infettarsi sia diminuito, ma che alle singole persone viene lasciata maggiore libertà di scelta. Penso che nel prendere la decisione di correre “un rischio ragionato” sia stata considerata la necessità di avviare un percorso di uscita da restrizioni lineari, uguali per tutti, lasciando un maggior margine di responsabilità individuale che deve tenere conto anche delle diverse situazioni locali».

Siamo però in un quadro di non decrescita.

«È così. La definizione di “non decrescita” indica una situazione precaria, in cui i contagi a livello nazionale diminuiscono molto lentamente. Tuttavia dobbiamo tenere presente che le contromisure attuali, come ad esempio la campagna di vaccinazione, mirano a proteggere le persone a maggior rischio di conseguenze gravi dell’infezione e non a far diminuire l’incidenza. I valori che attendiamo con ansia di vedere diminuire sono i decessi e ricoveri in ospedale e nei reparti di terapia intensiva».

Qual è il senso di mantenere il coprifuoco alle 22 dopo aver rilasciato tante aperture?

«Il coprifuoco è un provvedimento presente in tutti i Paesi dell’Unione Europea ed è un deterrente nei confronti dei contatti sociali serali che possono essere maggiormente a rischio».

Notte pericolosa?

«Il modo primario di contagio è il contatto diretto tra le persone e la vita sociale, serale, è una potenziale occasione di incremento del rischio, spesso in ambienti chiusi. Siamo in un processo di progressivo allentamento delle misure che vincolano la nostra vita, è giusto andare per gradi ed essere pronti a valutare gli effetti di ogni passo».

Condivide l’istituzione del pass per spostarsi tra regioni non gialle? 

«Sì, un documento che attesti ad esempio la nostra vaccinazione, o la nostra immunità recente da infezione guarita può essere utile. Se però questo è un requisito necessario per permettere gli spostamenti, può essere adottato solo se tutti hanno potuto vaccinarsi».

I test antigenici hanno il valore di lasciapassare?

«Non tutti i test antigenici hanno la stessa accuratezza e dovrebbe essere indicato quali sono accettabili. C’è da sottolineare che anche la disponibilità di un documento di questo tipo non deve indurre a comportamenti incauti».

Una campagna vaccinale super veloce (con almeno 500mila inoculi al giorno) aiuta il paese a reggere l’urto delle riaperture?

«Ora la campagna sembra procedere più velocemente, ma ancora gli effetti non sono particolarmente evidenti sui dati dei decessi e sui ricoveri. Non è solo la quantità delle vaccinazioni che farà effetto, ma soprattutto quali persone vengono vaccinate. È un dato che non conosciamo. È una corsa contro il tempo».

La Germania si prepara a nuove restrizioni? Bravi loro o noi?

«Noi abbiamo adottato chiusure restrittive prima di tutti gli altri, lo scorso anno. Anche ora il sistema dei colori ha permesso di tenere a bada la terza ondata, legata alla circolazione di varianti molto più contagiose. Ogni realtà è diversa».

C’è il rischio di tornare a chiudere?

«In teoria sì, ma la strada che abbiamo imboccato, al momento è di una decrescita dei contagi e di un aumento delle vaccinazioni con cui dovremmo ridurre i decessi e i casi gravi di Covid-19. Su questo percorso le chiusure drastiche non sembrano necessarie, ma dobbiamo avere sistemi tempestivi per valutare se effettivamente siamo nella giusta carreggiata».

site created by electrisheeps.com - web design & web marketing

Back to Top