La stagione è bella e la voglia di uscire all’aria aperta è grande, ma è anche la stagione peggiore per passeggiare dove è presente la processionaria, che rappresenta un grave pericolo per i cani e a volte anche per l’uomo.
All’ambulatorio veterinario del dottor Cesare Lerco, a Capovilla di Illasi, sono già capitati due casi in pochi giorni di cani sui quali si è dovuto intervenire chirurgicamente per la necrosi della lingua. I cani infatti sono attratti dalle larve di processionaria (Thaumetopoea pityocampa) che in questa prima metà di marzo e fino alle prime settimane di aprile scendono dai loro nidi nella caratteristica «processione» che ha dato il nome all’insetto per trovare un luogo dove interrarsi e maturare dallo stato di crisalide a quello di farfalla.
La tipica curiosità dei cani, attratti dalle processionarie che si muovono sul terreno, li stimola ad annusare e leccare, venendo colpiti dai peli fortemente urticanti delle larve.
«Il contatto sulle mucose è devastante», spiega il veterinario, «perché determina gravissime lesioni. Per dare l’idea di quello che succede è come se prendessero in bocca una brace senza però la possibilità di poterla sputare perché i peli sono provvisti di un uncino che aderisce fortemente ai tessuti i quali vengono lesi e la lingua si necrotizza al punto che deve essere tagliata. L’amputazione è una lesione gravissima per il cane perché diventa per lui impossibile bere».
La responsabilità di tale azione tossica è stata identificata in una sostanza proteica, la taumetopoeina, che agisce liberando alcuni mediatori chimici analoghi a quelli che intervengono nelle reazioni allergiche, dal prurito al bruciore cutaneo, che possono essere ad insorgenza rapida oppure tardiva, dopo alcune ore o anche qualche giorno.
Nelle zone collinari del Veronese sono presenti purtroppo molti pini neri che ospitano durante l’inverno nidi di processionaria: passeggiare sotto queste piante, in particolare nel periodo primaverile, è rischioso anche per le persone.
In Val d’Illasi la processionaria è presente nella pineta del Monte Gardon tra Illasi e Tregnago, ma anche sul versante verso la Val Tramigna e sul Castelletto, in località Marcemigo, fra Tregnago e Centro e nel Comune di Mezzane di Sotto
In Lessinia interessa in modo particolare i territori di San Mauro di Saline per la pineta di San Moro, Grezzana, Cerro e San Rocco di Piegara; in Valpolicella i Comuni di Negrar e Sant’Ambrogio; sul Baldo Caprino, San Zeno, Costermano e Ferrara, ma anche in città sulle Torricelle e nel Parco delle Colombare.
Si capisce se un cane ha ingerito dei peli di processionaria dall’intensa salivazione causata dall’infiammazione che può colpire bocca, stomaco ed esofago. La lingua si ingrossa quasi subito e può provocare il soffocamento. Una prima azione, se si sospetta un’ingestione di peli di processionaria, è il lavaggio della bocca con acqua e bicarbonato, utilizzando una siringa senza ago per spruzzare la soluzione in bocca. Poi bisogna far visitare subito il cane da un veterinario.
Anche sulle persone i peli urticanti della processionaria, si attaccano facilmente ai tessuti (pelle e mucose), provocando una reazione urticante che peggiora ogni volta che se ne viene a contatto: in casi gravi può verificarsi uno shock anafilattico, con pericolo mortale nei bambini e negli anziani debilitati perché i peli inalati (possono essere trasportati dal vento a 200 metri di distanza), possono irritare le vie respiratorie o portare a cecità se a contatto con gli occhi.
Vittorio Zambaldo – L’Arena – 16 marzo 2014