Per Remo Sernagiotto (nella foto), ex assessore regionale e attuale europarlamentare di Forza Italia, il pubblico ministero di Venezia Giovanni Zorzi ha chiesto l’archiviazione.
Il 21 luglio scorso l’esponente politico, difeso dall’avvocato trevigiano Fabio Crea, era stato interrogato: doveva rispondere di porto di un’arma in un’adunanza pubblica, in sostanza avrebbe avuto alla cintola la sua 38 Special, che possiede del tutto lecitamente, durante una riunione del Consiglio regionale, una circostanza espressamente vietata dalla legge sulle armi del 1975. «Assolutamente falso», aveva dichiarato Sernagiotto, uscendo dalla Procura immediatamente dopo l’interrogatorio. «Quel giorno ero arrivato a palazzo Balbi (sede della giunta regionale dove lui aveva l’ufficio da assessore) e ho messo nel cassetto della mia scrivania la pistola, quindi sono andato a palazzo Ferro Fini per il Consiglio regionale, poi sono rientrato al Balbi, mi sono ripreso l’arma perché in serata doveva andare in un paesino del Veronese e ci andavo da solo con la mia Mini, quindi sono tornati al Ferro Fini e nel corridoio aperto al pubblico, dove c’è anche il bar ho incontrato un’amica giornalista che ha visto la pistola. Ma io non sono entrato nell’aula del Consiglio regionale con l’arma» aveva spiegato. «Dunque, non ho violato la norma» aveva ribadito. Anche per il pm quella pistola non è mai entrata in «un’adunanza pubblica», è rimasta fuori della porta, in corridoio.
Il Mattino di Padova – 10 settembre 2014