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L’ex presidente del Magistrato alle acque. «Pensione d’oro e 200 mila l’anno. Nominavo chi voleva Mazzacurati»

Confessa mazzette per oltre un milione di euro, parla di imbarazzi ad accettarle, di incarichi dati al fratello architetto, dell’assunzione della figlia sollecitata e ottenuta, di vacanze, cene, voli. Tutto a carico del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), cioè delle casse di questo concessionario unico del Ministero delle Infrastrutture dove confluivano i miliardi pubblici destinati alla salvaguardia di Venezia.

Un’ammissione di responsabilità piena e sorprendente, soprattutto per il nome e per il ruolo dell’indagato: Patrizio Cuccioletta, il settantenne ingegnere romano che fino al 31 ottobre 2011 è stato presidente del Magistrato alle acque di Venezia (Mav), la struttura periferica del governo che avrebbe dovuto vigilare e tutelare le acque della laguna. Lo scorso 16 giugno, davanti ai pubblici ministeri Stefano Ancilotto e Stefano Buccini che stanno indagando sul Mose, sono state tre ore di sofferto botta e risposta, nel corso delle quali l’ingegnere ha coinvolto altre persone, sulle quali sta ora indagando la procura, e ha parlato naturalmente del suo predecessore, Maria Giovanna Piva, già arrestata il 4 giugno.

Il dominus Mazzacurati

Il dominus è sempre lui: Giovanni Mazzacurati, storico presidente del Cvn, disposto a pagare milioni di euro per rimuovere qualsiasi ostacolo dal progetto più imponente della storia della laguna, il Mose, una macchina da soldi: 5,4 miliardi di euro. E così, nell’ottobre del 2008, quando Cuccioletta tornò al timone del Mav dopo averlo governato dal 1999 al 2001, gli fece ponti d’oro. «Mazzacurati mi disse che mi avrebbe dato una somma di circa 200 mila euro all’anno (gli inquirenti gliene contestano 400, ndr) e che alla fine del mio mandato mi avrebbe versato anche un riconoscimento finale ammontante ad alcuni milioni di euro». Uno «stipendio» fuori busta.

Tutto in contanti

Cifre rispetto alle quali Cuccioletta dice di essersi trovato quasi a disagio. «Io imbarazzato accettai quanto mi fu promesso e sin da subito iniziai a ricevere un paio di consegne di denaro all’anno effettuate dai suoi più stretti collaboratori. Ricordo in particolare che vennero a casa mia il signor Neri (Luciano Neri, funzionario del Consorzio, arrestato e da ieri ai domiciliari, ndr) tra il 2008 e il 2009 e successivamente il dottor Sutto tra il 2010 e il 2011 (Federico Sutto, anche lui funzionario e da ieri ai domiciliari, ndr), portandomi in contanti le somme promesse».

Il conto all’estero

Arrivò il giorno del collocamento a riposo e fu una scelta decisamente felice. «Dopo il mio pensionamento ricevetti su un conto estero l’accreditamento di somme per quasi 500 mila euro. Rappresentava il riconoscimento finale promesso da Mazzacurati». Il quale ha sempre avuto un occhio di riguardo nei suoi confronti. «Ammetto di aver ricevuto altri favori quali il pagamento di cene, di vacanze e di aver sollecitato a Mazzacurati incarichi a mio fratello Paolo (architetto, contratto da 40 mila euro con il Consorzio, ndr) e l’assunzione di mia figlia». Cuccioletta, in cambio, non alzava mai un dito di fronte alle scelte del Presidentissimo, il quale aveva pure piazzato i suoi uomini negli uffici del Magistrato. «Corrisponde al vero, all’interno lavoravano dipendenti del Cvn», dice.

Controllore e controllato

Accondiscendenza che si traduceva talvolta in una poco edificante confusione di ruoli per quanto riguarda il Mose. Da una parte c’era il Consorzio che costruiva la grande opera, dall’altra il Magistrato che avrebbe dovuto controllare la costruzione. «Ammetto che i collaudatori del Mose erano stati quasi sempre scelti da Mazzacurati: in realtà le nomine le facevo io ma su sua indicazione e pressione, con una effettiva coincidenza tra il soggetto controllato e colui che nominava il collaudatore». L’obiettivo era chiaro: spianare la strada alla realizzazione del Mose nel più breve tempo possibile. «Da queste nomine dipendeva, o comunque anche da loro, la continuità dei finanziamenti del Consorzio Venezia Nuova». Questo era il Mose e questa era la Venezia degli ultimi dogi. Mazzacurati, dopo aver collaborato, si è guadagnato la libertà e oggi è negli Stati Uniti. Cuccioletta, confessando, è tornato a casa e cercherà un patto con la giustizia.

Andrea Pasqualetto – Il Corriere della Sera – 19 giugno 2014 

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