Tagli al personale e sospetti di danno erariale. Ora i dipendenti dell’Asl 10 del Veneto Orientale potrebbero essere costretti a restituire oltre un milione percepiti dal 2009 a oggi. La Fiasl e la Cisl scendono in campo e paventano la restituzione forzosa dei soldi elargiti al personale per il contratto integrativo dell’aprile 2009, firmato solo da Cgil, Uil e Nursing up.
Il segretario provinciale Fials, Renzo Sessolo, ha già fatto varie e puntuali segnalazioni in Regione, alla Procura, quindi alla Corte dei Conti. La Cisl, con il segretario provinciale, Giorgio Tonetto, ha condiviso il merito di questa protesta che rischia di esplodere a breve, dopo la denuncia pubblica presentata da Sessolo. «Si parla di un milione che era previsto dal contratto integrativo del 2009 e che sono stati dati a circa 300 dipendenti per progressioni orizzontali che riteniamo irregolari», spiega Sessolo, «e che oltretutto producono un danno erariale di 300 mila euro per ogni anno che passa. Il contratto integrativo era stato firmato solo da Cgil, Uil e Nursing up, non certo da noi che abbiamo evidenziato la sua sostanziale irregolarità. Ci chiediamo, dove siano le funzioni ispettive regionali e il collegio dei revisori dei conti in merito a tutto questo. I danni calcolati sono enormi, e temiamo che il denaro dovrà essere restituito proprio dai dipendenti, una volta accertate le irregolarità». Fials e Cisl denunciano anche i tagli programmati per l’Asl 10. «Si parla di tagli dell’uno per cento che si traducono», precisano i vertici dei due sindacati, «in 800 mila euro, a differenza di altre Asl in cui i tagli sono stati solo dello 0,25. Una contraddizione, visto che la nostra è una Asl virtuosa e non dovrebbe essere penalizzata in questo modo. Ci è stato comunicato che questa scelta è dovuta al fatto che vi sono state meno esternalizzazioni di servizi nel corso degli anni». «I tagli si tradurranno», concludono, «in minori servizi, niente turn over, basta straordinari, meno personale e retribuzioni in genere, con grave danno agli utenti della struttura sanitaria».
La Nuova Venezia – 18 marzo 2013